Skip to main content

Italia a due velocità

AL NORD SI VIVE MEGLIO,
MA NON NELLE METROPOLI

di Claudia D’Agnone

Il nido di Heidi, protagonista dell’omonima e fortunata serie animata, era sui monti. E forse ci aveva visto giusto dal momento che l’indagine annuale de “Il Sole 24 ore” ha incoronato Belluno miglior città per qualità della vita in Italia. E subito a seguire Aosta, Sondrio, Bolzano, Trento. Insomma, grandi risultati per il Nord e soprattutto per le città alpine, che conquistano anche diversi primati: Aosta batte tutti per “demografia e società”, Verbano-Cusio-Ossola ottiene il primato in “Giustizia e Sicurezza”, indicatore che vede come fanalino di coda la città di Milano.

E sono proprio i grandi conglomerati urbani a perdere diverse posizioni, a partire proprio da Milano, che ne perde 6 e si ferma all’8° posto, proseguendo poi con Torino che perde 5 posizioni e risulta 40°. Male anche Roma, 24° in classifica, che deve cedere il primato per “Cultura e tempo libero” a Firenze. A sorpresa per “Lavoro e Innovazione” è regina indiscussa Ascoli Piceno. La prima provincia del Sud, la sarda Oristano, la troviamo al 52° posto. Campania e Puglia detengono i record in negativo, con una massiccia presenza a fondo classifica.

In coda Caserta, preceduta da Taranto, Reggio Calabria e Napoli. Se le aree centro-settentrionali erano già abitudinarie detentrici degli indicatori più eminentemente economici e legati alla realtà lavorativa, il Sud manteneva, un tempo, salda la sua predominanza a livello demografico e per il tempo libero. Una Caporetto meridionale difficile da digerire, ma al Sud si vive davvero così male?

Raccogliendo impressioni su Foggia, che risulta 103° in classifica, emerge una dicotomia sentimentale dei suoi abitanti nei confronti della loro città. Tra odio e amore, le opinioni si concentrano su argomenti diversi a seconda delle età. Tema comune e dolente il lavoro: sia gli under 30 che gli over 60 convengono che le possibilità lavorative siano insufficienti o inadeguate alla preparazione. I giovani, poi, si concentrano sulla scarsità di attività culturali e di svago, i più maturi sulla sicurezza e l’inadeguatezza delle strutture.

Deficitaria la rete di trasporti, che rende la città poco mobile anche dal punto di vista materiale. Posizione, dunque, totalmente meritata se si tiene conto dei singoli indicatori, ma chi sceglie di vivere a Foggia non riesce a staccarsi dalla città natale per questioni affettive, ma anche economiche: i cittadini, infatti, ritengono che, a fronte di problemi d’impiego importanti, qualora si riesca a trovare una stabilità lavorativa, il costo medio della vita in proporzione al reddito sia inferiori a qualsiasi altro posto. E chissà cosa ci direbbero i napoletani sulla vita nel capoluogo campano, 107° nella classifica globale, da sempre in bilico tra malavita e “addore e mare”. Il riscatto di questo Mezzogiorno gregario lo conquista la Sicilia piazzando ben quattro città nella classifica del nuovo indicatore che misura la differenza percentuale di retribuzione di genere.