
Jeanne Baret, la naturalista che circumnavigò il Mondo
Marco Polo, Cristoforo Colombo, Ferdinando Magellano, Amerigo Vespucci, tutti nomi di grandi esploratori, ma tra questi uomini nel corso della storia si nasconde la vicenda di Jeanne Baret, la prima donna che riuscì a circumnavigare il Mondo in barba alle restrizioni dell’epoca che impedivano alle donne di essere a bordo di qualsiasi nave.
Nata il 27 luglio del 1740 nel villaggio di La Comelle, in Borgogna in probabile stato di indigenza, il padre era un bracciante analfabeta, della sua gioventù non ci è pervenuto molto, tranne che passava moltissimo tempo a raccogliere piante, imparando a conoscerle e venendo sempre di più affascinata dalla botanica tanto da dedicarle la vita, venendo ribattezzata “la donan delle erbe”.
Nel 1760 la giovane Jeanne Baret inizia a lavorare come governante presso la casa del noto naturalista Philibert Commerson, trasferitosi a Toulon-sur-Arroux, a circa 20 km da La Comelle. Pare che tra i due ci fosse ben altro che un semplice rapporto di lavoro, specialmente dopo la morte della moglie di Commerson, deceduta dopo aver dato alla luce un figlio, affidato alle cure del cognato.
Medico, naturalista che diede il nome a un tipo di delfino da lui scoperto nello Stretto di Magellano e botanico che scoprì una pianta brasiliana nel 1768 a cui darà il nome di Bouganville, venne chiamato a Parigi per diventare il botanico ufficiale alla corte francesee portò con sè Jeanne Baret, che continuava a lavorare come sua infermiera personale e governante. In questo periodo nel pieno del colonialismo dove le maggiori rivali della Francia erano Spagna e la Gran Bretagna, il governo francese per cercare di surclassare i “rivali” diede l’incarico all’ammiraglio ed esploratore Louis-Antoine de Bougainville di partire per scoprire nuovi territori per la Corona. È così che nasce la storia di Jeanne Baret la prima esploratrice donna.
Bouganville nel 1765 infatti chiese a Commerson di unirsi alla spedizione, convinto dell’enorme apporto che la sua esperienza avrebbe potuto avere, ma questi fece una richiesta particolare, e fuori dal tempo, se vogliamo: chiese di poter portare con sè la sua assistente. Commerson era di salute cagionevole e il suo incarico gli dava il pieno diritto di avere al proprio seguito un servitore pagato dalle casse della Corona, ma c’era un problema per per l’epoca insormontabile: non poteva essere una donna.
È così che i due escogitarono lo stratagemma del travestimento per permettere a Jeanne di salire a bordo, facendosi passare per un uomo di nome Jean. La cosa riuscì e Jean fingendo di non conoscere Commerson si unì poco prima della partenza alla spedizione, riuscendo anche ad evitare i controlli. Era il dicembre del 1766.
La spedizione salpata dal porto di Rochefort, era composta da due imbarcazioni l’Ètoile e il Boudeuse. I due amanti e naturalisti, data la gran quantità di bagagli al seguito e le precarie condizioni di salute di Commerson riuscirono a ottenere per proprio uso la cabina personale del capitano François Chesnard de la Giraudais, alla guida dell’Ètoile, cosa che permise tra l’altro maggiori libertà di movimento a Jeanne, che probabilmente sarebbe stata scoperta quasu subito se avesse vissuto insieme al resto dell’equipaggio.
Nonostante questo pare che per Commerson la traversata si rivelò molto più complicata del previsto, dato che soffrì di mal di mare e di ulcere che lo costrinsero a passare la maggior parte del tempo a riposo, tanto che fu la Baret a dover svolgere gran parte del lavoro di raccolta e trasporto sia dei campioni che delle provviste. In una di queste traversate, in Brasile scoprirono una pianta a cui diedero il nome di Bouganville, in omaggio al capo della spedizione che aveva perso la vita poco dopo essere arrivati in quei luoghi, ostili e pericolosi.
Pare che Baret in queste spedizioni si guadagnò anche una certa reputazione per il suo coraggio e la resistenza, dato che praticamente svolse da sola l’intero lavoro di cui si sarebbe dovuto occupare anche Commerson, riuscendo a catalogare e raccogliere tra le tremila e seimila nuove piante. Nessuna delle quali però porterò il suo nome.
Alle difficili situazioni che si trovarono ad affrontare nel corso della spedizione, iniziarono anche a circolare a bordo le voci di una presenza femminile e quasi tutto l’equipaggio, pare fosse certo che si trattasse proprio di Jeanne.
Sono tante le storie che circolano sulla scoperta del vero sesso di Jeanne, ma non si conosce come accadde realmente. Già Bouganville era a conoscenza di alcune voci sulla presunta identità di Baret, uno dei menbri dell’equipaggio, François Vivès, scrisse nelle sue memorie che Jeanne per scagionarsi dalle accuse riuscì a convincere i suoi compagni di essere stato castrato da alcuni pirati ottomani.
Ma in realtà pare che fu smascherata una volta giunti a Tahiti nel 1768, anche se non si sa con certezza la dinamica. Alcune fonti dicono che furono i marinai stessi a smascherarla, mentre altri che furono gli stessi thaitiani a denunciarla come donna. Qui le fonti si dividono, c’è chi afferma che per proteggerla dalla popolazione fu fatta salire a bordo, chi inceve afferma che fu accerchiata e una volta costretta a denudarsi per rivelare il sesso, violentata. In ogni caso finisce qui, almeno per Commerson e signora l’esplorazione di Bouganville, il quale non potendo far ritorno in patria con una donna tra i membri del suo equipaggio, li lasciò alle Mauritius, essendo anche amici di Pierre Poivre, governatore dell’isola.
Ricordata per la sua impresa e per le numerose scoperte scientifiche, fu legata a Commerson fino almeno alla sua morte nel 1773. Da qui in poi, poco si sa sulla sua vita, pare abbia lavorato presso una tavera a Port Lous, per poi convolare a nozze con l’ufficiale francese Jean Dubernat con cui tornò in Francia e prese possesso dell’eredità lasciatale da Commerson. Baret morì in Francia il 5 agosto del 1807.
Miriam Dei