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Karen Thomas in una sola opera la “Nike di Roma”  

Karen Thomas il trionfo della luce in movimento nella Nike di Roma  

Raffaele Panico

A Roma, in una mostra tenuta di recente si è esposta la Nike nel trionfo del colore e della luce in movimento, espressione di pienezza che sofferma e si realizza tra opera e il fruitore in osservazione. Il movimento è tutto, non inteso solo nella direzione e in un verso nello spazio o nel tempo, pensiero e azione nel futuro. Il movimento è anche coscienza nella particolare storia lineare vettoriale che è esperienza e condizione dell’Uomo Occidentale, Uno per tutti è l’eroe omerico, con il mito di Ulisse. O di Prometeo che possedendo la coscienza e il fuoco può solo volgersi innanzi verso il futuro. È una introspezione e ricerca lineare e non ciclica della storia, il fuoco della civiltà, e delle culture europee, poco permeabile alla visione ciclica del tempo di altre civiltà e culture, come dell’Estremo Oriente. Il movimento vettoriale dal mondo antico ad oggi è per gli artisti un campo emotivo dell’animo impegnato a darne raffigurazione; spesso è un abbrivio della felicità nella pienezza della vita, un moto della coscienza di essere presenti nel mondo.

Gli antichi per rappresentare il movimento e il fattore tempo spesso ricorrevano alla ripetizione della figura in una scena: esprimere il movimento con il disegno, tracciare un segno per dare il movimento. Oppure come nella Nike di Samotracia il movimento è dato dalla materia immobile: il marmo. Esiste un’altra possibilità: il trionfo della luce che diventa materica. La linea appare nelle opere di Karen in particolare quando vuole dare un andamento al dipinto, con linee oblique di colore, le curve e il moto a spirali si esprime nel colore che diventa il momento dinamico. È così spazi aperti sulla tela emergono rispetto a contorni chiusi. Dove l’oggetto, la figura o la persona appare, contiene gli elementi nella modalità che li scorge l’osservatore. Karen Thomas produce arte pittorica che esprime i colori dell’animo, un principio variante come espressione del momento della coscienza narratore-osservatore che si sofferma davanti all’opera. Nell’orientamento del colore, della luce, e della trama l’Artista trova delle costanti visive che si compiono nel circuito della fruizione dell’osservatore dove lì appare la figura umana, o piante o animali, o cos’altro come i fenomeni diurni e notturni in uno scorcio di città o di paesaggio raffigurati nel momento atmosferico, come il muoversi delle foglie al vento, o il moto ondoso del mare, il sorgere del Sole.

La Nike di Samotracia è un capolavoro del Mondo antico della civiltà greco-romana che amava la storia vettoriale e il movimento. Una freccia del tempo, scagliata nel futuro che non è incremento continuo e costante ascesa in un sicuro percorso vittorioso, creativo, edificante, ma procede con oscillazioni ondose tra alti e bassi, oscilla come la propagazione della luce, tanto è corpuscolare quanto di onde magnetiche. L’Artista si confronta con l’antica statua greca e ferma l’atto dinamico con dei colori che rappresentano il movimento della dea della Vittoria alata, così ferma nel dipinto eppure vibra dei colori del panneggio che spiega le ali al vento ed è opera non finita essendo mutile non ha volto, questo capriccio di un tempo datato circa 22 secoli, rende la Nike opera imperitura. Un’eterna passione femminile è giunta così a noi. Un secolo fa Umberto Boccioni si è cimentato con forme in continuità nello spazio ispirando un doppio punto di vista nel movimento del Futurismo. “Forme Uniche della Continuità nello Spazio” è un’opera che raffigura una presenza antropomorfa, ma è una scultura, è un’opera di gesso. Nel Futurismo: “Un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello della Vittoria di Samotracia”, celebre frase di Filippo Tommaso Marinetti nel Manifesto del Futurismo, pubblicato a Parigi nel 1909. La declinazione è al maschile “Un automobile ruggente […] è più bello della Vittoria…”, sarà poi d’Annunzio negli anni Venti a mutare il segno con la lettera di ringraziamento a Giovanni Agnelli per il dono di una Fiat 509 cabriolet dove scrive “L’Automobile è femminile” elencandone la grazia, la snellezza, la vivacità d’una seduttrice; ed anche “una virtù ignota alle donne: la perfetta obbedienza” sfidando così il riferimento alla Vittoria alata, perché è un blocco marmoreo colpevole di essere statica ed oggi, o solo ieri, un secolo fa, superata in movimento con la moderna velocità, segno del tempo lineare ingaggiato dagli inizi del Novecento.

Un Capolavoro emblematico ricorrente la Nike di Samotracia che rappresenta il movimento prodotto dalla Vittoria che è – come davanti all’opera di Karen Thomas – uno stato dell’Animo, nella coscienza e nell’affermazione di uno stato di felicità compiuta.

Le opere di Karen Thomas, oltre al presente quadro ispiratore del viaggio storico monotematico sulla “Nike di Roma” dell’Artista, molte sue opere, si possono ammirare nell’attuale esposizione, dal titolo “Linguaggi Cromatici Farbensprache”, a cura di Giuliano Rocca in collaborazione con artMbassy BERLINO – ROMA inaugurata il 7 novembre scorso presso la sede di Heussen Studio Legale Tributario, a Roma in via Savoia 84.   

 

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