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La Buona Scuola

La Scuola e la “Buona Scuola”: chi valuta il valutatore ?

La legge 107 del 2015 ha previsto la premialità nella scuola per valorizzare l’impegno e l’operato dei docenti che hanno migliorato l’offerta formativa o che si sono distinti nell’ambito della loro professione  giornaliera. Il cosiddetto bonus ai docenti più bravi è uno dei punti cardine della riforma della buona scuola, nei mesi di dicembre/gennaio arriverà, una tantum, ai docenti premiati una somma  di 600-700 euro che rimpolperà lo stipendio.

La scelta dei criteri per premiare i  più meritevoli ha fatto discutere i collegi dei docenti; in molte scuole sono stati coinvolti genitori e studenti  con la somministrazione di questionari, sono stati presi in considerazione criteri quali la qualità dell’insegnamento, i risultati ottenuti, i progetti realizzati, le responsabilità assunte nel coordinamento organizzativo e didattico, l’attività svolta al di fuori del normale orario. I risultati sono stati di due tipi: un bonus corposo attribuito a una pattuglia risicata con il rischio di creare invidie e malumori, oppure un bonus a pioggia per non scontentare nessuno.In alcune scuole i docenti riceveranno tutti la stessa somma , in altre invece  ci saranno distribuzioni a fasce con livelli di riconoscimento economico: bravo, bravissimo, eccellente; in alcune scuole i nomi saranno resi pubblici, mentre in altre saranno secretati. Insomma una confusione per una faccenda dai risvolti economici limitati ma di portata fortemente  innovativa  che infrange il tabù che vuole i docenti non valutabili per il modo con cui svolgono l’ordinario della propria professione.

Negli altri paesi, dove il primo obiettivo non è l’erogazione di cattedre e stipendi, ma la preparazione dei cittadini di domani, fanno la scrematura tra i docenti migliori e quelli peggiori, perché da noi sia pure con tutte le garanzie contro eventuali  soprusi, non è possibile; che senso ha puntare a premi concordati e distribuiti a pioggia?

Il problema di fondo è che la scuola italiana boccia il merito, ogni tipo di gerarchizzazione degli insegnanti viene  aspramente contestata dai tempi della riforma di Luigi Berlinguer, ma è pur vero che i nostri docenti sono pagati poco e dopo anni di blocco, è indispensabile un adeguamento che ripristini un po’ di decoro anche economico per quegli insegnanti spesso bravissimi che vedono la loro professione mortificata e sottovalutata.

Lidia D’ANGELO