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La comunicazione come cardine dell’evoluzione umana

La comunicazione ha segnato una svolta nella differenziazione e nello sviluppo dell’uomo.

Comunicare viene dal latino e significa “mettere in comune”: infatti la comunicazione è uno scambio di informazioni attraverso un canale e secondo un determinato codice. Non si intende solo il linguaggio ma anche la parola scritta, l’arte, la musica, tutti strumenti attraverso i quali l’uomo può esprimersi e condividere le conoscenze.

Premettiamo che l’uomo non è la sola specie a comunicare, perché anche gli insetti, gli animali e persino le piante tra loro hanno unlinguaggio in codice”. Le ultime per esempio si lanciano segnali di pericolo attraverso impulsi elettromagnetici e messaggeri ormonali. La nostra specie però è l’unica a comunicare nel tempo, inviando messaggi da una generazione all’altra.

Le prime forme Nonostante i ritrovamenti di pitture rupestri siano databili tra i 35.000 e i 44.000 anni fa e siano considerati i più antichi esempi di arte figurativa creata dall’uomo, possiamo affermare che solo intorno al 26.500 a.C. l’uomo ha capito che poteva fermare anche i propri pensieri, le emozioni e condividerle con gli altri. Risalgono a quel periodo dell’era glaciale per esempio i dipinti di alcune grotte in Spagna che si sviluppano lungo corridoi. È suggestivo immaginare il gioco di luci col fuoco che quasi anima le scene come prendessero vita in una sorta di racconto. Guardando quei disegni l’uomo di oggi può capire che cos’era a quei tempi andare a caccia.

Le pitture rupestri sono l’inizio della narrativa e la creazione dell’arte comporta una grande trasformazione evolutiva. Infatti nessun animale usa simboli artistici per comunicare idee ed emozioni. All’inizio lo scopo di questa primordiale forma di comunicazione è stato quello di consolidare la propria relazione con il mondo circostante, con le forze naturali e con gli animali poiché si trattava di un’epoca di grande misticismo per l’umanità.

Dai disegni ai segni

Se i primi uomini comunicavano con disegni e segni dipinti sulle pareti, poco a poco sono passati ai simboli. Quei segni si sono progressivamente diffusi, sempre più compresi e accettati finché si è arrivati a servirsene per trasmettere le idee. La scrittura cuneiforme e i geroglifici sono simboli: un modo di comunicare che non riusciva però a trasmettere i pensieri. Questo tipo di scrittura come complesso di comunicazione permanente viene collocata tra il 12.000 e 4.000 a.C. e viene attribuita ai sumeri e agli egiziani. Entrambi la adoperarono per scopi commerciali, per tenere il conto degli scambi. In particolare nel 3.500 a.C. in Mesopotamia compaiono gli ideogrammi.

Le prime forme di scrittura erano afonetiche cioè il segno rappresentava un’idea oppure un oggetto o un’azione e non corrispondeva a un suono nella lingua parlata.

Dal segno alla lettera

In Egitto comincia la convergenza tra le due forme di linguaggio: i geroglifici e i caratteri cuneiformi non rappresentano più un’idea ma il suono emesso nella lingua del tempo per significare quella idea.

Nel 1500 a.C. nasce l’alfabeto fenicio che utilizzava solo consonanti. Essendo privo di vocali la lettura si deduceva dal contesto. Il fonemo era ancora abbastanza lontano dalla lingua parlata.

Quando i greci e i fenici si incontrarono si formò un alfabeto composto da consonanti e vocali che divenne base comune per tutti i sistemi di scrittura del Mondo occidentale. L’alfabeto greco segna una svolta per l’alfabetizzazione globale poiché negli antichi imperi i depositari del sapere erano solo gli scribi.

La divulgazione del sapere: la comunicazione di massa

Le parole contano, le idee possono smuovere la coscienza di miliardi di persone. Il sapere è una forma di potere pertanto nella storia si è stati spesso tentati di non divulgare la conoscenza della scrittura che veniva invece custodita gelosamente. L’invenzione della stampa segnò una vera rivoluzione. Relativamente alla comunicazione e alla trasmissione del sapere ebbero un’enorme portata il telegrafo prima e il telefono più tardi poiché non prevedevano lo spostamento fisico delle persone o delle informazioni.

Come mezzo di comunicazione di massa é stata poi importante l’ascesa della televisione dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e a partire dagli anni ’60 il costante lavoro sulla facilitazione di software che portò il computer nelle abitazioni private. Questo ha incrementato il potere di apprendimento della mente umana e ha velocizzato la diffusione delle idee in tutto il Mondo grazie all’avvento di Internet.

La comunicazione è fondamentale per il genere umano tanto che possiamo affermare che l’evoluzione della nostra specie è accelerata di pari passo ai suoi mezzi di comunicazione. Nell’era digitale questo potenziale di trasformazione, evoluzione e liberazione è aumentato in maniera esponenziale. Oggi film, libri, enormi quantità di informazioni sono alla portata di un dito: non ci sono più limiti alla nostra conoscenza.

La musica

La conoscenza non si è diffusa solo attraverso l’arte e il linguaggio ma anche attraverso il ritmo: le storie narrate attraverso i canti venivano facilmente memorizzati anche a grandi distanze. Man mano che le conoscenze e le idee si diffondevano con la musica i versi diventavano il primo metodo virale di comunicazione. La musica ci fa dialogare a un livello più profondo ed espande le possibilità di auto espressione permettendoci di comunicare l’ineffabile.

Attraverso il ritmo e le emozioni che suscita, abbiamo creato un linguaggio universale che consente di attraversare il tempo e lo spazio. Infatti nessuna società umana è mai stata priva di musica. Si può definire il cuore della nostra cultura poiché raggiunge l’anima e dà voce alle emozioni.

Migliora le funzioni cognitive

Nessun’altra specie può comunicare alle generazioni successive le proprie conoscenze e abilità. Le interazioni tra gli uomini sono diverse da quelle che avvengono tra gli animali. Creare arte riprogramma il cervello perché aumenta la materia grigia e bianca nel cervelletto, migliorando le funzioni cognitive. E così l’uomo pensa meglio. Essere umani significa avere un cervello creativo: non solo imitare ma originare cose nuove.

Attraverso le storie e l’arte il genere umano è riuscito a esprimere idee ed emozioni. Ripetere la tradizione orale, recitare, cantare significa comunicare tra generazioni. Il linguaggio ci dà il potere di trapiantare le nostre idee in altre menti, la capacità che ha reso possibile il Mondo moderno. Senza lo scambio di idee e la diffusione dell’informazione non esisterebbe.

Foto © Talent::digital, Valentina Arci, Lo Spazio di Rosanna           © Veronica Tulli