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La Lunga Tregua

Il giorno 13 giugno c.a. alle ore 18,00 a Palazzo Ferraioli in Roma è stato presentato l’ultimo lavoro di LIA VIOLA CATALANO, un romanzo che s’innesta nell’attualità politica corrente, dal titolo: “La Lunga Tregua”. Il volume è pubblicato dall’editore MAURO PAGLIAI di Firenze, eccezionale per la scelta dei titoli e degli scrittori.

L’Autrice già da tempo pubblica elaborati inerenti a situazioni sociali particolari, come “Latitanza a Rebibbia” o thriller come “Elettroshock” commentato da Vittorio Sgarbi, ed è vincitrice di numerosi premi. Senza distaccarsi dagli argomenti che le sono congeniali, questa volta ha focalizzato il suo messaggio su una fase dolorosa della nostra storia, la guerra fra Palestina ed Israele. L’intreccio romantico non è che il veicolo, sapientemente condotto, per indurre i lettori alla reciproca comprensione e collaborazione fra nazioni diverse, appesantite da religioni intolleranti ed assolutiste.

Il protagonista è un leone del deserto, dal nome significativo di Habibi, che volge decisamente la sua opera guerrigliera verso la pace, l’unione, la generazione, il coraggio. Non si può che restare completamente presi dalle vicende narrate e dallo stile innovativo di Lia Viola Catalano, in grado di immedesimarsi nella mentalità di genti di cultura islamica rinnovata da esperienze con quella occidentale, fra il semplice ed il mistico, dall’offensivo al poetico, dall’immediata crudezza del resoconto di un attentato alla dolcezza del dialogo verso il soggetto amato, sia esso donna o uomo, figlio o madre, marito o amico. L’evoluzione, come sostiene anche Habibi, lascia integra la fede, ma aggiorna ad un vivere attuale più morbido e naturale: e così spezza decisamente l’estremismo terroristico e religioso, mette in dubbio l’obbligatorietà di conquista di genti e nazioni solo per il fatto che “una volta islamizzate, lo sono per sempre”, e colora di vergogna la condotta superba e violenta di chi definisce i diversi da sé con la denominazione “i gentili”. Quale Dio può esserci con questi assunti bloccati in un acciaio disumano, quale Dio esclude le sue creature, quale Dio, come padre e madre amorosi, non abbraccia l’evoluzione, la salita, dei suoi figli verso di Lui?

Questo è il romanzo, che ha due vie di lettura: la prima, rapida, per correre dietro alla determinazione dei personaggi, l’altra, più piana, per prendere completamente conoscenza attraverso la lingua ricca e sciolta dell’Autrice tutti quei fiori di tolleranza, amicizia, amore dei quali il libro è colmo, perchè quel messaggio profondo che definisce l’uomo non sia solo qualche arbusto nel deserto, che vive solo un’ora dopo la pioggia.

Marilù Giannone