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Ad Atene, una “Università del Crimine”

Un’ indagine poliziesca di Petros Markaris tra Docenti e Politici 

in una recensione  di MAURIZIO BERGONZINI 

Petros Markaris, scrittore di cittadinanza e madre greca, di origine armena, nato a Istanbul, con studi in Austria e Germania, autore e sceneggiatore teatrale ha conquistato una solida fama in tutta Europa con i romanzi polizieschi che hanno come protagonista il commissario della polizia ateniese Kostas Charitos.

Commissario protagonista anche de il recentissimo “L’università del crimine”  (in libreria da aprile) in cui per il pensionamento del suo diretto superiore, deve occuparsi di tre delitti accomunati dal fatto di avere come vittime docenti universitari che hanno scelto di lasciare l’insegnamento per la carriera politica mantenendosi aperta la possibilità di ritornare alla docenza. Le loro morti vengono rivendicate con proclami che condannano il tradimento di un impegno intellettuale e di etica professionale rappresentato da vecchi “ maestri”.

9788893445276_0_0_0_75Un tema, quello dell’intreccio tra ruoli che dovrebbero essere diversi, non ignoto anche nel nostro Paese. Si pensi alle vicende di questi giorni quando intellettuali di grido hanno combattuto una battaglia, tutta mediatica per carità, per sostenere la tesi di un attentato alle prerogative del P d R e addirittura di un’intrinseca anticostituzionalità di un programma politico, e di un personaggio, con idee – secondo loro – non coerenti al trattato UE. Salvo convertirsi rapidamente in laudatori entusiasti della “ferma difesa della Costituzione” operata senza che fosse mutata una parola del programma o, se preferite, del contratto.

La particolarità dell’indagine porta il Commissario Charitos a cercare di comprendere un contesto a lui estraneo con una serie di colloqui con professori universitari (e il costante sforzo di comprensione è tipico del suo metodo – chi ha letto altri dei romanzi che lo vedono protagonista ricorderà della sua attenzione per il significato delle parole e la sua costante lettura dei dizionari) uno dei quali gli “svelerà” la differenza tra studiosi e intellettuali.

“Gli studiosi sono uomini e donne che vivono nelle biblioteche, studiano e producono lavoro scientifico. Gli intellettuali sono specialisti in generalizzazioni e, soprattutto, sono convinti di possedere un sapere esteso a tutto lo scibile umano. Gli studiosi hanno conoscenze; gli intellettuali hanno opinioni che amano esprimere in ogni occasione. L’espressione della propria opinione è intrecciata con due caratteristiche, ognuna delle quali ha una ricaduta sessuale”. Ricaduta sessuale consistente sostanzialmente ne “il piacere di ascoltarsi. Si ascoltano mentre parlano e si eccitano sessualmente.”

Ma, al di là della indagine poliziesca, emergono temi ben noti a noi italiani (la fuga dei cervelli, la mancanza di prospettive, i timori per il futuro) che tratteggiano un quadro preciso della realtà greca. E le tecniche narrative proprie di Makaris che indulge nel mostraci il “suo” commissario nel proprio  habitat e nei propri ritmi di vita (la colazione al bar, le delizie gastronomiche preparate dalla moglie, i colleghi, i rapporti con i giornalisti, i lunghi percorsi nel traffico ateniese…) in una estenuante lotta contro la ipocrisia.  E del resto Markaris sta lavorando al suo prossimo libro “L’età dell’ipocrisia”. Appunto.

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Markaris Petros:  L’università del crimine –  La nave di Teseo. pag. 333, euro 18

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