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Malattie da mismatch evolutivo

Ogni individuo ha una storia. Il nostro corpo, a dire il vero, di storie ne ha due. Una è quella della nostra vita, la nostra biografia: chi sono i nostri genitori e come si sono conosciuti, dove siamo cresciuti e come il nostro corpo è stato plasmato dalle vicissitudini della vita. L’altra è una storia evolutiva: la lunga catena di eventi che hanno trasformato i corpi dei nostri progenitori da una generazione a quella successiva nell’arco di milioni di anni, e che fanno sì che il nostro corpo sia diverso da quello di un homo erectus, di un pesce o di un moscerino della frutta. Entrambe sono storie che vale la pena conoscere e hanno alcuni elementi in comune: i personaggi, le ambientazioni, gli eventi casuali, i trionfi e i patimenti.

La storia evolutiva del corpo umano è piuttosto lunga. La nostra conformazione attuale dipende dalle circostanze di volta in volta incontrate nel corso dell’evoluzione. Se le circostanze fossero state diverse, saremmo creature diverse o, forse, non esisteremmo neppure. La nostra storia può spiegare perché siamo fatti così. Perché abbiamo grandi cervelli, gambe lunghe, camminiamo su due zampe e siamo in grado di parlare. Inoltre, possiamo esaminare il modo in cui si è evoluto il corpo umano per capire perché ci ammaliamo. Comprendere perché ci ammaliamo, a sua volta, è essenziale per prevenire e curare le malattie.

La vita è, essenzialmente, il processo attraverso cui organismi viventi usano energia per produrre altri organismi viventi. I vari adattamenti del nostro corpo sono stati selezionati per aiutare i nostri antenati a sopravvivere e riprodursi, non soltanto come cacciatori-raccoglitori, ma anche come pesci, scimmie, scimmie antropomorfe, australopitechi e, più recentemente, come agricoltori. Questi adattamenti spiegano il modo in cui il nostro corpo funziona e lo vincolano a funzionare proprio così per la digestione, il pensiero, la riproduzione, il sonno, il movimento, la corsa e via dicendo. Quindi, prendere in considerazione la lunga storia evolutiva del corpo umano ci permette di spiegare perché ci ammaliamo o ci facciamo del male quando i nostri comportamenti non sono conformi alla nostra storia evolutiva.

Milioni di anni di evoluzione hanno favorito i nostri progenitori che preferivano cibi molto energetici, compresi i carboidrati semplici come lo zucchero, che un tempo erano molto rari ma efficienti nell’immagazzinare calorie in eccesso sotto forma di grasso. Di certo, ben pochi tra i nostri progenitori più lontani avevano l’opportunità di divenire diabetici per troppa inattività fisica o per aver mangiato troppe ciambelle o aver bevuto troppe bibite. Inoltre, i nostri antenati non furono sottoposti a una forte selezione per adattarsi ad altri disturbi recenti come l’osteoporosi, la miopia e l’aterosclerosi.

La risposta di fondo al perché così tanti uomini si stiano ammalando di malattie un tempo rare è che molte delle funzioni corporee erano adattative negli ambienti in cui ci siamo evoluti, ma sono divenute adattamenti pessimi negli ambienti attuali da noi stessi creati. Questa idea, nota come ipotesi del mismatch evolutivo, è al centro della medicina evoluzionistica, una disciplina emergente che applica la biologia evoluzionistica al campo della salute.

La selezione naturale non necessariamente ha agito perché i cacciatori-raccoglitori godessero di buona salute, ma perché avessero il maggior numero possibile di discendenti a loro volta in grado di sopravvivere abbastanza a lungo da riprodursi. I corpi umani, compresi quelli dei cacciatori-raccoglitori, hanno accumulato e modificato adattamenti ambientali nel corso di innumerevoli generazioni. Prima di essere cacciatori-raccoglitori, i nostri antenati erano bipedi simili a scimmie, e prima ancora erano vere e proprie scimmie, e prima ancora piccoli mammiferi e così via. Da allora, alcune popolazioni hanno sviluppato nuovi adattamenti fino a diventare agricoltori. Ne consegue che non è mai esistito un unico ambiente in cui il corpo umano si è evoluto, e dunque adattato e quindi occorre sapere cosa è successo da quando abbiamo cominciato a coltivare ciò di cui ci nutriamo.

Come ogni storia di famiglia che si rispetti, quella della nostra specie è una storia complicata, disordinata e piena di buchi. Tuttavia, più di un secolo di intense ricerche, ci ha portato a una comprensione coerente e generalmente condivisa di come la nostra linea si è evoluta dalle scimmie antropomorfe delle foreste africane agli uomini moderni che popolano la quasi totalità del globo. Lasciando perdere i dettagli precisi dell’albero genealogico, e cioè chi ha generato chi, la storia del corpo umano può essere ridotta a cinque passi principali. Nessuno fu inevitabile, ma ciascuno alterò il corpo dei nostri antenati in modi diversi, aggiungendo nuovi adattamenti e rimuovendone altri.

Sinteticamente i passi sono: 1 conquista della posizione eretta. 2 adattamento a mangiare cibi diversissimi. 3 possedere capacità di essere cacciatori-raccoglitori. 4 aumento del volume celebrale. 5 sviluppo del linguaggio e del lavoro in squadra.

L’evoluzione è un processo dinamico che ha luogo ancora oggi. Il corpo umano non ha smesso di evolvere dopo la fine del paleolitico. Al contrario, la selezione naturale è sempre all’opera, senza sosta, e continuerà finché le persone erediteranno variazioni che, seppur di poco, influiranno sul numero di figli che, a loro volta, sopravvivranno e saranno in grado di riprodursi. Come risultato, i nostri corpi attuali non sono perfettamente identici a quelli dei nostri antenati di qualche centinaio di generazioni fa. Allo stesso modo, i nostri discendenti, fra qualche centinaio di generazioni, saranno diversi da noi.

L’evoluzione, inoltre, non è soltanto biologica. Il modo in cui i geni e i corpi cambiano nel tempo è estremamente importante, ma un’altra dinamica importantissima è quella dell’evoluzione culturale, che sta modificando radicalmente anche i nostri corpi. La cultura è essenzialmente ciò che si impara, e quindi anche le culture evolvono. Una differenza fondamentale tra l’evoluzione culturale e l’evoluzione biologica è che la cultura non cambia soltanto per caso ma anche attraverso l’intenzionalità, e chiunque può esercitare un’influenza, non soltanto i nostri genitori. La cultura, pertanto, evolve in modo sorprendentemente rapido e con un respiro incredibilmente ampio.

L’evoluzione culturale umana cominciò milioni di anni fa, ma accelerò in modo significativo circa 200.000 anni fa; attualmente ha raggiunto velocità da capogiro. Se consideriamo le ultime cento o duecento generazioni, ci sono state due fasi culturali di importanza vitale per il corpo umano, che dobbiamo aggiungere alla lista dei passi evolutivi di cui abbiamo parlato: passo 6 diventare agricoltori, cioè, coltivare il cibo anziché cacciarlo o raccoglierlo. 7 rivoluzione industriale, cioè, usare le macchine per sostituire il lavoro

Sebbene queste due ultime trasformazioni non abbiano generato specie nuove, esse sono di fondamentale importanza per la storia del corpo umano, perché hanno alterato radicalmente il modo in cui mangiamo e lavoriamo, dormiamo e regoliamo la nostra vita di relazioni. Anche se queste e altre modifiche del nostro ambiente hanno sollecitato qualche tipo di selezione naturale, per la maggior parte hanno interagito con i corpi che abbiamo ereditato in modi che dobbiamo ancora comprendere appieno. Alcune di queste interazioni sono state benefiche, soprattutto perché ci hanno consentito di avere più figli; altre, invece, sono state deleterie, e tra queste possiamo annoverare malattie da mismatch evolutivo causate da contagio, malnutrizione e inattività fisica.

Nel corso delle ultime generazioni molte malattie sono state sconfitte o tenute sotto controllo. Ma altre malattie da mismatch evolutivo, anche se non infettive, quali quelle legate all’obesità, allo stress, all’insonnia o alle varie incapacità relazionali, stanno aumentando rapidamente sia in intensità che in diffusione.

Nicola Sparvieri

Foto © Body Recomposition Lab

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Evoluzione umana, Mismatch evolutivo, Nevrosi