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Mentre la Lega scivola, Sforzini e il Castello solidificano l’azione di Vannacci

Scritto da Cristian Arni il . Pubblicato in .

SE  LA  POLITICA RINASCE DAL CASTELLO, ….. con una ‘Nota Introduttiva’ a cura di Cristian Arni

Riportiamo un articolo a firma della Direttrice de ilgraffio, Monica Macchioni, che ha toccato un argomento scottante, un argomento che potrebbe avere del fiabesco per il richiamo di alcuni elementi, nonostante l’attualità, un argomento quasi da saga tra Medioevo e Rinascimento, un’Epopea fatta di: castelli, monti e valli, territori di conquista e di confine in cui prendono vita e forma i personaggi che animano le cronache contemporanee dal sapore antico e moderno tra: vassalli, dandy, mecenati, feudatari, forse ci potrebbe persino essere qualche drago e damigella (badate bene: damigella e non cortigiana, che in tali pesanti gaffe è già inciampato qualcuno). 

E queste cronache vedono contrapposte due fazioni (come sovente avviene), tra vecchi e nuovi protagonisti di quel che fu la Lega e di quel che potrebbe essere il Think Tank “Vannacciano, una contrapposizione tra quelli che si sono arroccati in una specie di intellighenzia interna al movimento leghista rispetto ad una più estesa area vuole aprire verso l’esterno, verso il popolo, che vede nel generale Vannacci, il novello condottiero.
Gli scenari di queste vicende si dividono tra due regioni del Nord- Ovest del nostro Paese, ai confini tra Piemonte e Lombardia, zona in cui si svolgono i fatti sotto riportate, ma per quanto il nostro tono abbia un sapore fiabesco, questo non è un racconto Fantasy, sebbene presenti alcune caratteristiche a colorire la realtà; una realtà in cui si é di fronte a chi detiene lo scettro, altro elemento tanto evocativo, facendo però riferimento all’interesse di taluni personaggi a raggiungere posizioni di controllo su quella, ormai “rachitica” folla che li acclama.

Allora andiamo a seguire più da vicino queste vicende dal Grande Nord, similmente al serial Tv, GOT- Game of Throne, solo che il Nord a cui ci riferiamo, come facilmente intuibile, è quello che un tempo si riconosceva Roccaforte Leghista che tanta “paura” incuteva nel corso della prima metà degli anni novanta, per la vemente irruenza del “Reggente” di allora, quella Lega Lombarda oggi forse erosa al suo interno da lotte intestine per raggiungimento del mero prestigio individuale.

Ebbene, proprio come in una serie televisiva, ci appassioniamo alle vicende che vedono protagonisti personaggi reali: il Comandante Matteo Salvini, il Generale Roberto Vannacci (*1), il Mecenate di sangue blu, Luca Sforzini il quale, dai torrioni del suo castello scruta l’orizzonte, verso la ricostruzione di un futuro sotto i vessilli che hanno contraddistinto l’animo leghista, restituendo l’originario significato ai valori identitari, di ‘onore’ e ‘radici’.
Il resto lo scopriremo, proprio come in un serial televisivo, leggendo quanto sotto riportato e nel corso delle “prossime puntate”…

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Il Generale Vannacci, anziché essere guardato con sospetto, invidia e ostilità da una parte della intellighenzia leghista – che da troppi decenni ha abbandonato le valli per abbracciare in modo disinvolto più di un salotto romano – dovrebbe essere portato in palmo di mano 

________________di Monica Macchioni 

Che piaccia o no, c’è’ un dato di fatto reale incontrovertibile: il nobile dandy Luca Sforzini attraverso la sua legione ha ridato motivazione, entusiasmo, vigore ai tanti militanti disillusi dalla Lega. Il suo Castello è diventato un punto di riferimento, di dibattito, di incontro imprescindibile per gli estimatori di Vannacci. 
E il generale, anziché essere guardato con sospetto, invidia e ostilità da una parte della intellighenzia leghista – che da troppi decenni ha abbandonato le valli per abbracciare in modo disinvolto più di un salotto romano – dovrebbe essere portato in palmo di mano. Eh si, perché è solo grazie a lui se Salvini alle ultime elezioni ha salvato la faccia ed evitato il tonfo sotto al 6 per cento che, tolti gli oltre 2 punti e mezzo del generale, avrebbe raggiunto con le sole sue forze.

E allora il tema non è più di consenso, ma di controllo. E il dilemma che attanaglia una cospicua parte dei quadri dirigenti della Lega in questi ultimi mesi deve suonare più o meno così: “E’ meglio avere un partito rachitico, dove chi ha raggiunto posizioni di rilievo e rendite di posizione e’ controllato ma controlla tutti quelli che gli stanno sotto, o è meglio un partito in crescita, vivo, dove c’è un minimo di democrazia interna? (Sempre ovviamente sotto controllo e sotto l’unico Leader).

Fortunatamente il Castello Sforzini, sito in una zona strategica dello sviluppo dell’anima leghista, proprio al confine tra Piemonte e Lombardia, ha reso possibile rispolverare valori come “identità”, “onore” e “radici”: grazie all’impegno del Mecenate Luca Sforzini queste parole hanno smesso di essere ricordi romantici e sono tornate carne viva del presente.

Dietro le possenti mura antiche non si coltiva nostalgia, ma si costruisce il futuro. Da qui appunto è nata la Legione del Castello, un’alleanza senza precedenti tra alcuni Team Vannacci del Nord-Ovest, espressione del Movimento “Il Mondo al Contrario”, e diversi soggetti culturali e civici, uniti da una stessa visione: restituire alla nostra terra il coraggio di pensare, di scegliere, di agire. 
Non un movimento di partito, ma un laboratorio di idee, valori e uomini. Un luogo dove il pensiero si fa azione, e l’azione ritrova la dignità del pensiero.

I sette minuti iniziali del primo incontro, il discorso introduttivo di Luca Sforzini, diffusi su YouTube, raccontano più di una riunione: raccontano la nascita di una comunità consapevole. Si parla di libertà, di appartenenza, di rinascita morale. Si parla — in fondo — di patria. Non quella delle bandiere gridate, ma quella che si costruisce ogni giorno nel lavoro, nella cultura, nell’amicizia.

La Legione del Castello è la traduzione concreta del Progetto Culturale Rinascimento, già lanciato mesi prima: un ponte tra la riflessione e la militanza civile. Dal pensiero alla prassi, dalla parola alla pietra. Nel segno di una nuova alleanza tra Lombardia e Piemonte, tra colline e pianure, tra storia e futuro. La chiamano “rete territoriale”, ma è qualcosa di più. È la presa di coscienza di un Nord-Ovest che non vuole più delegare la propria identità. Un’Italia minore solo per chi non la conosce, ma che oggi — dentro e intorno al Castello Sforzini — torna a sentirsi cuore pulsante di un Rinascimento reale, non solo simbolico.

Una iniziativa di altissimo valore, che ha anche il pregio spiccio di parare alle tante, forse troppe scivolate che vengono fatte dalla Lega sul piano nazionale. Salvini ha avuto il coraggio di dichiararlo pubblicamente. Una norma punitiva per il suo elettorato di riferimento e’ scivolata in finanziaria, va cancellata tramite voto parlamentare. Una ammissione che deve essergli costata tanto, visto che il Ministro del MEF, Giorgetti, appartiene alla Lega da sempre.

Una scivolata che potrebbe costare al partito davvero tanti, troppi voti. Meno male che Vannacci c’è… e meno male che la sua presenza viene rilanciata, strutturata e amplificata grazie alla legione del Castello: il mecenate Sforzini ha avuto visione e c’è da supporre che dalle Valli farà presto un salto nazionale.

 


(*1) sul Generale Roberto Vannacci, la Consul-Press ha già pubblicato a suo tempo una recensione del Libro “Il Mondo al Contrario” a firma di Lidia D’Angelo il 23.09 2023, nonché altri due precedenti interventi a firma di Franco D’Emilio in data 20.08.2023 ed in data 26.08.2023.