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“IL Mondo al Contrario” a causa delle “Lobby”

QUANDO LE MINORANZE DIVENTANO DITTAURA
RITENENDO DI RAPPRESENTARE IL POTERE

una recensione di LIDIA D’ANGELO

L’estate del 2023 sarà ricordata non solo per le temperature eccezionalmente elevate ma anche per un libro “Il mondo al contrario” scritto da un militare dell’esercito italiano: il Generale Roberto Vannacci; a cui va tutto il merito di avere esposto concetti, ragionamenti, riflessioni che tanti italiani condividono ma non osano esternare per timore o per paura.

Uno come il generale, che ha combattuto nei principali teatri di guerra sparsi sulla superficie terrestre, non poteva non avere il coraggio di esprimere pensieri personali su tanti aspetti  della vita e della società moderna; nei 12 capitoli in cui il libro è suddiviso, ogni aspetto viene sottoposto ad analisi critica, sviscerato in tutte le sue sfaccettature; vengono individuate ed offerte soluzioni semplici nella loro chiarezza e logicità, ma alle quali le menti annebbiate dalle varie ideologie di certe minoranze proprio non ci sanno arrivare.

Tra tutti i capitoli, quello che a mio avviso risulta essere il più suggestivo, è l’ottavo: il capitolo dedicato alla Patria. Fin dalle prime pagine l’autore apre totalmente le porte del suo cuore e della sua mente, mette a nudo molti aspetti della sua infanzia e della sua adolescenza, racconta particolari personali e familiari; la Patria è civiltà, cultura, terra, etnia, tradizioni, valori eterni non negoziabili che mal  si accordano con il multiculturalismo, la globalizzazione, l’internazionalismo e la perdita di sovranità.
Il capitolo è introdotto da un brano scritto da un militare francese vissuto nella seconda metà del XVIII secolo, Francois Athanase De la Contrie; le sue parole esprimono una grande profondità di pensiero e di amore verso la sua terra. “La nostra Patria sono i nostri villaggi, i nostri altari, le nostre tombe; tutto ciò che i nostri padri hanno amato prima di noi…..vogliono distruggere i costumi, l’ordine, la tradizione”.
Questi concetti sono stati ripresi nel secolo successivo da un “Grande” della letteratura italiana, sto parlando di Alessandro Manzoni che nell’ode “Marzo 1821” definisce la patria “Una d’arme, di lingua, d’altar, di memorie, di sangue e di cor”; nessuno meglio del Manzoni ha dato una definizione della patria così pregna di significati.

L’idea di introdurre il concetto fondamentale di ciascun capitolo con una frase estrapolata da opere e da scritti di filosofi, poeti, scrittori statisti del passato è vincente; naturalmente questi incipit collimano con il pensiero dell’autore sull’argomento trattato nel capitolo e stanno a dimostrare che ciò che dice il generale Vannacci non è poi tanto peregrino se illustri uomini del passato la pensavano come lui.
Uno dei capitoli che ha suscitato molto scalpore è senza dubbio quello dedicato al variegato mondo LGBTQ+ con questo acronimo quasi impronunciabile perché privo di vocali, si intende l’insieme delle persone le cui preferenze sessuali non rientrano nel concetto tradizionale del rapporto uomo-donna; nei giornali si è dato molto risalto a questo capitolo del quale sono stati pubblicati ampi stralci, a scapito di altri capitoli che trattano argomenti ben più importanti.

L’autore non si permette di denigrare, né tanto meno di giudicare la famiglia LGBTQ+ per ciò che avviene nell’intimità; ciascun essere umano, omo o etero che sia, è libero di esprimersi sessualmente come meglio crede, ciò che invece disturba la sensibilità del generale e di quelli che la pensano come lui non è assolutamente la scelta di vita ma l’ostentazione ossessiva, la richiesta di diritti che tutti abbiamo già dal momento che siamo nati; non possono esistere categorie protette o intoccabili.

Il libro in pochissime settimane dalla sua pubblicazione su Amazon, ha raggiunto la vetta della classifica dei libri più venduti; fin dal titolo il  lettore viene intrigato e si chiede: “Perché il mondo è al contrario?” Risposta: perché tanti valori, certezze con cui siamo cresciuti e siamo diventati uomini e donne, si sono, se non sgretolati, quanto meno capovolti. Il tutto viene detto con una terminologia diretta, chiara, a volte anche ruvida e con uno stile asciutto ed essenziale che non ci aspetteremmo perché banditi dalla prepotenza di ristrette cerchie di minoranze.

Una sola lettura non è sufficiente per capire a fondo l’opera in quanto ciascun capitolo rappresenta un “piccolo mondo” di spunti su cui riflettere, la riflessione ha bisogno di tempi lunghi affinché dia i suoi frutti, d’altronde un quadro lo ammiri e lo riammiri; un brano musicale lo ascolti e lo riascolti; una poesia la leggi e la rileggi; una rosa la annusi e la riannusi; un bel film lo vedi e lo rivedi e così anche il libro del generale Vannacci lo leggi e lo rileggi per condividerne o anche per disapprovarne il multiforme intreccio di contenuti vari che abbracciano la vita sociale dell’umanità destinata a vivere in un mondo che nel corso del tempo si è capovolto, senza però cadere nel vuoto.

Il Mondo al Contrario, Roberto Vannacci