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Il futuro dei bus turistici tra sostenibilità e lavoro:
il convegno AN.BTI a Marina di Pietrasanta

TURISMO: BUS TURISTICI – AN.BTI
“UNA SINERGIA CON ISTITUZIONI, IMPRESE E SPONSOR
E’ DECISIVA PER IL NOSTRO FUTURO”

 

Alla Consul Press è pervenuto il seguente Comunicato riguardante il Convegno svoltosi lunedì 19 giugno a La Versiliana – Marina di Pietrasanta, come trasmessoci dall’Ufficio Stampa AN.BTI – tramite il Dr. Danilo Stancato, Responsabile del suddetto Ufficio, che qui di seguito riportiamo integralmente.
A seguire – e separatamente – sono state inserite alcune note della nostra Redazione che ha sempre dimostrato una sua attenzione per il Comparto “Turistico/Alberghiero e della Ristorazione”.

an.bti, riccardo verona

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La pizza italiana riconosciuta Patrimonio Immateriale dell’Umanità

Il 17 gennaio si è celebrata la Giornata mondiale della pizza. La festa è stata istituita nel 2017 quando l’Unesco ha inserito “l’arte del pizzaiolo napoletano” e dunque la pizza napoletana nel Patrimonio Immateriale dell’Umanità. Questa data è stata scelta perché vi cade la festa di Sant’Antonio abate, il patrono dei pizzaioli. Secondo un’antica usanza napoletana, in tale giorno essi chiudevano le loro attività, si riunivano e accendevano un falò di ringraziamento per il loro santo protettore.

arte del pizzaiuolo, cucina italiana, Giornata mondiale della pizza, Unesco

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Credito d’Imposta per Cuochi Professionisti:
finalmente in applicazione con il 2023

CREDITO D’IMPOSTA PER I CUOCHI PROFESSIONISTI
– Comunicato Stampa de
ll’on. Maria Spena pervenuto alla Redazione di Consul Press

Roma – “Finalmente è stato attivato il cosiddetto “bonus cuochi”, previsto dal Decreto interministeriale del 1 luglio 2022. Grazie a questo provvedimento, che ho presentato e seguito durante la scorsa legislatura in tutte le fasi del suo iter, verrà garantito un credito d’imposta, fino a 6 mila euro, a beneficio dei cuochi professionisti”.

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Digital Index sulle aziende vitivinicole italiane

O.D. – Osservatorio Digitale presenta la prima ricerca
sulla digitalizzazione delle aziende vitivinicole italiane

_________ALESSANDRO P. BENINI

L’Osservatorio Digitale ha reso pubblica la ricerca dedicata alle prime 106 aziende del settore vitivinicolo (65 private e 41 cooperative) con più di 10 milioni di fatturato*.
La ricerca si basa su 37 kpi che analizzati hanno restituito volumi quantitativi e qualitativi che hanno portato alla valutazione delle performance delle attività indagate e hanno stabilito, attraverso l’utilizzo di un algoritmo proprietario dell’Osservatorio Digitale, il Digital Index che ha decretato lo stato di digitalizzazione delle aziende. L’indagine ha riguardato l’intero 2021.

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Il “Made in Italy” ed il “Sistema Italia”
in una visione identitaria della Consul-Press

IPOTESI & PROPOSTE
per la Redazione di specifici Servizi Giornalistici 

L’Agenzia Giornalistica Consul-Press è da tempo impegnata in ambito economico, professionale e culturale, dedicando una specifica attenzione al “MADE IN ITALY” e, di conseguenza, alle molteplici eccellenze del nostro “Bel Paese” in tutti i settori riguardanti l’imprenditoria, la creatività ….e non solo. 
La nostra Agenzia, infatti, si ispira anche ad una visione identitaria collegata a determinati ideali, a valori e a punti di riferimento enunciati nella propria “Linea Editoriale”, come correttamente e doverosamente indicata in home-page.   

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Farfa, nella Sabina, è in lutto per la scomparsa
di Gustavo Scipioni

Aquilano d’origine, ha reso famosa nel mondo l’impresa tessile fondata nel 1937 dai genitori

 di Goffredo Palmerini

 RIETI – Ai piedi del monte Acuziano, nel cuore della Sabina, risplendono l’antica abbazia benedettina e il suggestivo borgo di Farfa. Un luogo suggestivo, ricolmo di pace e di singolarità artigianali. L’abbazia, fondata nella seconda metà del VI secolo, ebbe il suo maggiore sviluppo costruttivo con l’abate Sicardo, che aveva un’affinità parentale con Carlo Magno. Tuttora l’abbazia conserva le tracce architettoniche della sua lunga storia, dal carolingio al romanico gotico al rinascimentale, testimonianza d’una magnificenza e d’una rilevanza che dalla fondazione ha percorso ben quindici secoli, con numerose visite di re, imperatori e papi, fino a quella di Giovanni Paolo II, il 19 marzo 1993. Ancor oggi l’abbazia di Farfa è un centro di cultura e di spiritualità. Migliaia i visitatori frequentano la basilica e il monastero benedettino per ammirarne il patrimonio di cultura e di arte, e il grazioso borgo di Farfa che la contorna, con le caratteristiche botteghe artigiane.

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Carnevale un viaggio tra i dolci (rigorosamente fritti) dell’Italia

A Carnevale ogni scherzo vale, in questo caso ogni fritto vale!

La parola d’ordine in questo periodo è appunto fritto, perchè è così che si presentano la maggior parte dei dolci tipici di Carnevale.

L’origine

Il Carnevale non ha una data fissa, dipende da quando cade Pasqua. Bisogna tornare parecchio indietro nel tempo per cercare le origini di questa festività, arrivando addirittura ai Saturniali dell’Antica Roma e alle feste dionisiache del periodo classico greco. Occasioni dove ci si abbandonava ai vizi, al gioco e allo scherzo e per non essere riconosciuti si usavano le maschere.

Per quanto riguarda l’origine del nome, invece,  è di derivazione latina dal termine carnem levare levare la carne, un’espressione che rimanda direttamente alle restrizioni quaresimali

Sinonimo di carnevale è Venezia, ma i dolci tipici di questo periodo non sono esclusivamente veneti. Cambiano gli ingredienti, le consistenze e le forme ma la caratteristica comune a tutti è che sono sempre rigorosamente fritti.

I dolci tipici di Carnevale veneziani 

Si dividono in tre “grandi” categorie: frittelle, chiacchiere e castagnole

Le FRITTELLE o fritoe

Non solo a Venezia, ma spopolano in tutta la regione, e appaiono molto prima che il Carnevale cominci. Sono così famose in Veneto che nel ‘700 vennero proclamate Dolce Nazionale dello Stato Veneto.
Le classiche, chiamate proprio veneziane, hanno solo l’uvetta, poi ci sono le ripiene, che sono poco più grandi e vengono farcite con vari tipi di creme.

I CROSTOLI ovvero le CHIACCHIERE (ma anche cenci, bugie e frappe)

In epoca romana si chiamavano frictilia e si preparavano proprio in occasione dei Saturniali. Sembrano molto semplici ma prepararli a regola d’arte non è per nulla scontato. Pasta stesa sottilissima e fritta in olio bollente.

Gli ingredienti sono gli stessi in tutta Italia ma quello che cambia in questo caso è il nome. Infatti ne hanno moltissimi: bugie in Piemonte e Liguria, rosoni a Modena e Romagna, merveilles ad Aosta, maraviglias in Sardegna, frappe nel Lazio. 

A Venezia li chiamano galàni, mentre in terra ferma sono semplicemente crostoli. L’unica differenza tra i due sta nella forma, i galàni sono strisce di pasta tagliata a forma di nastro, mentre i crostoli hanno la tipica forma rettangolare.

Le CASTAGNOLE

Sono palline fritte e ricoperte di zucchero. Anche questo dolce corre da nord a sud un po’ in tutt’Italia. In alcune regioni si trovano anche aromatizzate e ripiene di crema o ricotta. 

I dolci tipici di Carnevale in giro per l’Italia

I KRAPFEN dell’Alto Adige

Si tratta di un dolce tipico tedesco di antiche origini. C’è chi dice che siano stati inventati nel ‘600 dalla pasticciera viennese Cäcilie Krapf e chi sostiene che risalgano alla fine del 1400. Comunque sia sono delle bombe fritte, farcita con marmellata, crema o cioccolato.

frapfen

I TORTELLI milanesi

A Milano il Carnevale Ambrosiano dura ben 4 giorni in più, e si conclude non con il martedì ma con il sabato grasso.
Tipico fritto di milanese (oltre alla più nota cotoletta) sono le farsòe, dei bignè molto lievitati e fritti, farciti con creme, marmellata, uvetta e cubetti di mela (questi ultimi chiamati làciàditt).

dolci tipici Carnevale farsòe

TAGLIATELLE FRITTE dell’Emilia Romagna

Bologna viene chiamata “la grassa”, e mangiare tagliatelle con il ragù da quelle parti  è un dovere morale. A Carnevale il ragù viene lasciato da parte per lasciare il posto al fritto. Ed ecco la tagliatella fritta e “condita” con zucchero e scorza di limone.

dolci tipici Carnevale tagliatelle fritte

ARANCINI marchigiani 

Niente riso, piselli o ragù, gli arancini tipici di Ancona sono ben diversi dai classici siciliani. Sono infatti delle girelle di pasta lievitata, arricchita con scorza d’arancia e poi passata nel miele.
Ne esiste una variante con scorza di limone, li chiamano limoncini.

dolci tipici Carnevale arancini

La PIGNOLATA messinese

Una montagna di palline di pasta, ovviamente fritta, e ricoperta da due tipi di glasse: una bianca, aromatizzata al limone e una nera, al cioccolato. Dolce tipico della zona di Messina che, oltre al Carnevale, si trova tutto l’anno.

Baci Perugina, cent’anni di storia celebrati dalla nuova veste firmata Dolce & Gabbana

Luisa Spagnoli, imprenditrice e fondatrice della Perugina insieme a Giovanni Buitoni, compagno di vita e di lavoro, ideò nel 1922 la ricetta dei famosi cioccolatini quasi per caso. L’idea nacque dall’esigenza di utilizzare la granella di nocciole avanzata dalle altre preparazioni. Così un ripieno morbido, a base di nocciole tritate, farciva una pralina sormontata da una nocciola intera, tutto ricoperto da cioccolato fondente Luisa. Ed ecco il cazzotto, un cioccolatino con il nome e la forma curiosa che ricordava le nocche di un pugno. Fu Giovanni Buitoni che in seguito cambiò il nome, ritenendolo poco adatto per un cioccolatino e poi, trovava più elegante che nei negozi venissero chiesti baci non cazzotti.

Qualche anno dopo, Federico Seneca, l’illustratore dell’azienda, realizzò l’incarto argento con le scritte blu e la confezione con i due amanti ispirati a celebre dipinto di Hayez. Merito di Seneca sono anche i famosi cartigli, ispirati, secondo la leggenda, dai veri bigliettini d’amore che Luisa inviava a Giovanni, nascondendoli proprio nei Baci.
Nel 1939 con l’apertura del primo punto vendita a New York i Baci diventano internazionali. Negli anni, accanto alla classica scatola, vennero affiancate nuove confezioni dai vari formati fino ad arrivare a quella a forma di tubo nel 1981: “Tubiamo?”

Anche la ricetta, che rimane sempre la stessa dell’epoca, si arricchisce aggiungendo delle interessanti varianti. Nel 2011 entrano ufficialmente nella famiglia dei Baci le versioni al cioccolato bianco, al latte ed il fondentissimo, successivamente le limited edition ruby, gold e l’ultima arrivata in collaborazione con Dolce & Gabbana la Dolce Vita con un interessante granella al gusto di limone.

Per celebrare questo traguardo le iniziative partono proprio da Perugia dove lo stabilimento si farà portavoce delle celebrazioni, attraverso un’installazione luminosa che avvolgerà la “Fabbrica dei Baci”. Parteciperanno anche i Maestri della Scuola del Cioccolato con la realizzazione di una torta speciale ed il Museo del Cioccolato Perugina, con l’allestimento di un’intera area dedicata proprio alla storia centenaria dei Baci. Tutto supportato da una campagna pubblicitaria che vedrà protagonista un nuovo spot sulle note di “Per un’ora d’amore” dei Matia Bazar, con la rinnovata creatività di Dolce & Gabbana.

Ovviamente, per il centenario, non poteva che rinnovarsi la collaborazione con Dolce & Gabbana. Il duo stilistico ha già realizzato la collezione per la Linea 100 Anni, che vestirà la versione classica della pralina durante tutto l’anno. Dall’incarto color argento a stelle blu si passa a quello con stelle oro su un fondo blu notte, mentre le confezioni riprendono l’elemento iconico delle maioliche mediterranee, celebrando la storia, l’artigianalità e l’eccellenza del saper fare italiano. Oltre a questa linea continuativa, sono appena uscite due novità pensata appositamente per San Valentino: la collezione speciale 100 anni Cupido con pralina classica racchiusa in una elegante confezione bianca e oro e la limited edition Amore e Passione, con il cioccolatino dal nuovo gusto e vestito di rosso.

La storia dei Baci è legata alla città di Perugia. Da 100 anni si realizza un prodotto rimasto inalterato nel tempo, sempre nello stesso stabilimento di San Sisto e sempre con soli otto ingredienti. Un prodotto, nato in un piccolo laboratorio, che è riuscito continuamente ad innovare, senza mai rinunciare alla ricetta originale. I Baci oggi non sono soltanto una delle realtà industriali più importanti del Paese ma sono considerati anche un’eccellenza in tutto il Mondo.

M3 KNITWEAR, la maglieria trevigiana diventa moda in Francia e Belgio

Una storia familiare che dura da sessant’anni, la scelta di materiali d’eccellenza e la capacità di creare i prototipi più ambiti (anche per le case reali). Gli ultimi trend: aumentano le richieste per il Mohair elasticizzato e certificato. I titolari: “Operiamo dietro le quinte per le grandi griffe” 

Durante le ultime fiere della moda al centro dell’attenzione c’è stata M3 Knitwear, azienda veneta specializzata nella produzione di capi in maglia con filati di altissima qualità sempre più cercati dai marchi premium per il Mohair certificato ed elasticizzato. Merito di una storia aziendale che dura da sessant’anni e di una gestione famigliare che di fatto rende l’azienda con sede a San Vendemiano, nel Trevigiano, un unicum nel panorama della moda a livello nazionale, capace di servire le grandi griffe mondiali pur rimanendo dietro le quinte.
 
Tra i brand che oggi collaborano con l’azienda trevigiana va citato Natan, marchio storico di abbigliamento in Belgio, una maison celebre a livello globale per eleganza e stile, tanto che le donne della casa reale belga vestono da anni le sue produzioni , imitate dalle donne dell’high society europea. Per loro M3 Knitwear realizza e produce una parte importante del prêt-a-porter di maglia a completamento dei capi di haute couture.
 
Ma l’azienda trevigiana è stimata anche in Francia. La stilista Katia Sanchez, dopo aver lasciato un’attività ben avviata (Des Petits Hauts) ed essersi presa una pausa di un anno, oggi a Parigi propone un brand di maglieria ecosostenibile ad altissima qualità. La sua attività è nata proprio per creare un prodotto che rispetti l’ambiente, un brand green in ogni passaggio della filiera. M3 Knitwear è stata scelta durante il Pitti Filati, grazie al filo puro di Mohair seta che ha saputo proporre. Ne nascono capi di abbigliamento de-stagionalizzati proprio per evitare il consumo di materiali poco durevoli e proporre al contrario capi che devono durare nel tempo. Dalla prima collezione ad oggi i capi venduti (tutti in pre-ordine e on line) sono triplicati, segno di una qualità che viene riconosciuta in tutto il mondo.
 
Tra i fiori all’occhiello dell’azienda c’è la proposta di filati di Mohair certificati e controllati. L’azienda è tra le poche ad essere specializzata nella produzione di maglieria realizzata sia con il filo “fermo” che con quello elasticizzato, molto difficile da gestire. È noto che il Mohair è una fibra tessile di origine animale, ricavato dal pelo della capra d’Angora, prodotta soprattutto in Africa del Sud. La tutela e il rispetto delle capre in quei territori è diventata una priorità dopo i maltrattamenti scoperti e denunciati dal film dell’associazione di animalisti Peta. Per questo le certificazioni che M3 Knitwear propone sono apprezzate: tutelano l’ecosistema dando valore al prodottoÈ questo l’ultimo prodotto di punta del maglificio M3 Knitwear, rifondato dalla seconda generazione nel 1992 come risposta al desiderio di quattro fratelli di dare continuità all’attività di famiglia, il maglificio Sapam, che già era diventato, a partire dagli anni Settanta, una delle attività più rappresentative del settore tessile veneto. Il successo era arrivato già negli anni Ottanta, quando la loro maglieria finì su alcune copertine di Vogue.
 
Oggi l’azienda ha 20 dipendenti. Prosegue la dinastia familiare, iniziata dai genitori ancora giovanissimi. Sono infatti in quattro della famiglia Saccon al timone: all’amministrazione c’è Michele; responsabile produzione è Reginetta; manager della tessitura è Mauro e referente per il prodotto e rapporti coi clienti Marzia. Il fatturato nel 2020 è stato di 3 milioni di euro, dovrebbe essere confermato nel corso di quest’anno nonostante la crisi che il settore moda vive a causa del Covid.

Il nostro dna è quello di una piccola azienda, a conduzione famigliare, che ha sempre lavorato per brand principalmente stranieri, ma anche italiani, tutti di una certa importanza”, spiegano i titolari. “Il nostro tessuto produttivo è fatto sì di grandi aziende conosciute a livello mondiale, ma anche di piccole e medie aziende che nel silenzio si confrontano da sempre con le esigenze di marchi, stilisti e brand di caratura elevatissima che si rivolgono a noi proprio perché siamo capaci di creare un prodotto dalle loro idee. È anche merito di aziende come la nostra, sempre rimasta nell’ombra, se la moda non è solo fast fashion: garantiamo l’esistenza di capi bellissimi, venduti a prezzi medi per i quali i concetti di qualità e del ben fatto sono aspetti prioritari”

 
 
UFFICIO STAMPA VELVET MEDIA
press@velvetmedia.it    
 

Le Città in Italia dove si vive meglio ….
due specifiche indagini a fine 2021

UN’ANALISI di  “ITALIA OGGI” e “IL SOLE 24 ORE”

con note e commenti a cura di Alessandro Benini

Anche alla fine di quest’anno – come già per il 2020 ed i precedenti anni, essendo oramai in tempi di bilanci e di resoconti – sono pervenute anche le analisi dai due più importanti quotidiani economici italiani e, precisamente, a novembre da “Italia Oggi” e a Dicembre da “Il Sole-24 Ore”, con la pubblicazione delle loro rispettive classifiche, riguardanti circa un centinaio di  città italiane variamente graduate, da quelle che occupano la top ten fino a quelle delle posizioni più basse.

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Bottega Veneta, pasta e olio in vetrina per valorizzare il made in Italy

Bottega Veneta  ha appena lanciato un simpatico progetto per valorizzazione il made in Italy. Il marchio di proprietà del gruppo Kering ha deciso di intraprendere una collaborazione con alcune eccellenze sia della tradizione italiana dando così visibilità a dodici botteghe del settore. Quale occasione migliore se non quella del Natale?! Ed ecco che il marchio essendo nato come bottega ha dato vita a‘Bottega for Bottegas’, iniziativa a sostegno di attività che incarnano il meglio della creatività nazionale, sia in patria sia all’estero, e meritano di essere conosciute nel mondo. Ognuna delle botteghe è stata selezionata considerando realtà locali, prodotti unici e legati al territorio di appartenenza come l’Antica Cioccolateria Gay Odin di Napoli, la Cartiera Amatruda di Amalfi, i Krumiri Rossi, la Cantina Bisson, il pastificio Famiglia Martelli, la liuteria Respighi e la celebre Orsoni di Venezia, una vetreria di Murano risalente al 1888.

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Un “Libro/Guida” sui Carnevali più belli d’Italia

“Maschere e Coriandoli” di Antonio Castello, 
un nuovo Libro/Guida sui Carnevali  più belli d’Italia 

 

A Roma, nella storica struttura della Domus Sessoriana, è stato presentato martedì 30 novembre il nuovo libro del giornalista Antonio Castello. (*1)
 “Maschere e Coriandoli” – Guida ai Carnevali più belli e caratteristici d’Italia – vede la luce dopo la pubblicazione di due altri volumi (“Almanacco dei Giorni di Feste” e “Viaggio nel Tempo”) per completare una trilogia sulle feste più importanti che hanno luogo in Italia dopo quelle Religiose e le Rievocazioni Storiche.
A presentare il libro, il giornalista, Carlo Sacchettoni, già Caporedattore del TG2-RAI, Ivana Jelenic, Presidente FIAVET (*2) -Federazione Italiana delle Agenzie di Viaggio) e Stefano Landi, grande esperto di turismo, già Direttore Generale del Ministero.

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Al Sole del Mongibello il “Made in Sicilia”

Narriamo le eccellenze dell’azienda agricola “ARCOBIO” primazia
della tavola e degli elementi tra “Tradizione & Innovazione”

Raffaele Panico

Il Mongibello è il vulcano terrestre più attivo ed è il più alto della placca euroasiatica, tanto esclusivo, da essere inserito, dal giugno 2013, nell’elenco dei beni Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO. In Sicilia sono ad oggi sette i luoghi di interesse culturale e naturale da tutelare e da scoprire. È da millenni un immaginario compagno tra il mito e il lavoro e fino ad oggi, il vulcano buono, è anche un logo del patrimonio italiano nel Mondo.

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