Mercoledì delle ceneri, comincia il tempo liturgico “forte” della Quaresima
Con il Mercoledì delle ceneri che quest’anno cade il prossimo 22 febbraio inizia il periodo liturgico di quaranta giorni, la Quaresima, cammino di conversione e penitenza rituale che prepara alla Pasqua. I quaranta giorni ricordano il tempo trascorso in preghiera da Gesù nel deserto prima di cominciare i tre anni di predicazione.
La celebrazione ricorre quaranta giorni prima della Pasqua, escludendo dal conteggio le domeniche in cui si celebra la risurrezione del Signore, pertanto non considerate giorni di digiuno.
Essendo basata direttamente sul calcolo della Pasqua la sua data cade ogni anno in un giorno diverso, compreso in un periodo che va dall’inizio di febbraio alla prima decade di marzo.
Storicamente la liturgia era contrassegnata dall’inizio della penitenza pubblica che aveva luogo proprio in questo giorno ed era caratterizzata dall’intensificazione dell’istruzione dei catecumeni che dovevano essere battezzati durante la veglia di Pasqua.
Simbolicamente il rito della cenere sparsa sulla testa esprime la conversione al Signore; le ceneri nella cultura religiosa rappresentano il momento della conversione: la Sacra Scrittura lega la cenere con la polvere e ricorda che il cammino di conversione deve portare alla morte cui segue la resurrezione con Cristo.
L’aspetto della Quaresima è quindi quello dell’ascesi, dell’esercizio delle virtù per dire che nessuna cosa si ottiene senza “allenamento”: l’obiettivo è una nuova vita.
Il Messale indica nella liturgia della Parola le “pratiche” dell’esercizio: nel Vangelo viene letto il testo di Marco sull’elemosina, sulla preghiera e sul digiuno, tutte da praticare senza ostentazione per ottenere la ricompensa dal Padre che vede nel segreto. Anche le Letture e il Salmo hanno carattere penitenziale: il testo del profeta Gioele invita a lacerare il cuore e non le vesti; il Salmo recita il Miserere, la preghiera penitenziale del re Davide; e San Paolo esorta a riconciliarsi con Dio.
Tre sono dunque le pratiche ascetiche del tempo di Quaresima: carità, preghiera e digiuno. La carità è la regina delle virtù; ognuno deve praticarla secondo la grazia ricevuta. Questo è un campo immenso: ci sono le opere di carità materiale e le opere di carità spirituale.
Le prime sono estrapolate dal Vangelo: dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire i nudi, ospitare i pellegrini, curare gli infermi, visitare i carcerati, seppellire i morti.
Elaborate dalla teologia in base agli insegnamenti evangelici, le seconde: consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti.
Il brano del Vangelo esorta a non praticare le opere di misericordia per essere ammirati dagli altri, poiché questa sarebbe già una ricompensa.
La seconda pratica è la preghiera che deve essere personale, chiusi nella stanza della propria anima, anch’essa fatta per esigenza d’amore e non per essere ammirati. Pregare vuol dire fermarsi, fare silenzio e ascoltare perché la preghiera è un dialogo e nel silenzio si percepiscono le risposte.
Si può pregare meditando il Vangelo del giorno, meditando un libro spirituale, ma anche la sola lettura attenta può diventare preghiera.
Infine il digiuno, oggi svalutato, per capire che nella vita bisogna puntare alle cose essenziali. Allenarsi alla rinuncia di ciò che è permesso vuol dire un giorno saper rinunciare a ciò che è proibito o dannoso.
La pratica del digiuno, nota lungo la storia ai fedeli di diverse religioni e filosofie orientali, mette i cristiani sulle orme di Gesù, rinunciando ai beni e alle seduzioni del mondo; ridurre il nutrimento del corpo è segno della disponibilità all’azione dello Spirito Santo.
Il digiuno porta ad uno stile di vita più sobrio. Diceva san Pier Crisologo che con il digiuno e la carità si ottiene quanto con la preghiera si chiede.
La celebrazione del Mercoledì delle ceneri è caratterizzata dal particolare rito dell’imposizione delle ceneri: i sacerdoti pongono sulla fronte e sul capo dei fedeli un po’ di cenere a simboleggiare la polvere che ciascuno tornerà ad essere, con l’esortazione alla conversione personale.
La formula recita: Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai oppure Convertiti credi al Vangelo. Il segno è ricco di significato; e la cenere è realizzata con le Palme e i rami d’ulivo benedetti in occasione della Domenica delle Palme dell’anno precedente, bruciate e ridotte in cenere.
La liturgia penitenziale del periodo quaresimale prevede il digiuno in due giorni particolari, il Mercoledì delle ceneri il Venerdì Santo, e l’astinenza dalla carne tutti i venerdì di quaresima.
Questa tradizione risale all’Antico Testamento e al mondo pagano perché favoriva l’ascesi e il dominio dello spirito sul corpo. Durante il Medioevo l’astensione dalla carne era accompagnata anche dall’astensione dalle carni ossia durante la Quaresima era proibito avere rapporti sessuali.
A queste disposizioni ecclesiastiche in epoca medievale si devono il carnevale e il martedì grasso: il primo viene dal latino carnem levare cioè eliminare la carne e il secondo indicava l’ultimo giorno di carnevale in cui si può mangiare di grasso, perché vigilia delle Ceneri.
Veronica Tulli
Foto © Aleteia