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Osservazioni sulla posizione della Chiesa Cattolica da parte del Comitato Tecnico Scientifico dell’ UCID

“LA CHIESA NON RINUNCI ALLA SUA OPERA DI TESTIMONIANZA
E DI RAPPRESENTANZA DI TUTTO IL MONDO CATTOLICO 

Riportiamo il seguente comunicato stampa pervenutoci in Redazione da parte del Comitato Tecnico Scientifico dell’ UCID – Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti, presieduto dal Senatore Riccardo Pedrizzi.  
A seguire, nelle “Note a Margine”, alcune nostre personali riflessioni e precisazioni. 

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“La Chiesa ha il diritto dovere di pronunciare giudizi morali sulle questioni politiche, sociali, economiche e culturali, preoccupandosi però di non dare la sensazione di essere legata a un particolare modello di vita sociale, o ad un determinato sistema politico o ideologico di parte, proprio per conservare meglio la propria libertà d’azione nell’opera di evangelizzazione ed evitare di creare inutili divisioni nel Popolo di Dio”.
Lo dichiara Riccardo Pedrizzi, Presidente nazionale del Comitato Tecnico Scientifico dell’U.C.I.D. – Unione Cristiana Imprenditori, Dirigenti e Professionisti,  in merito al dibattito in corso sul ruolo della Chiesa in politica e sulle polemiche originatesi in campagna elettorale.
Secondo Pedrizzi, la Chiesa “non può tralasciare il suo ruolo di rappresentanza di tutti i suoi fedeli in ogni ambito politico, di qualsiasi posizione esse siano. Diversamente si rischia di creare disorientamento nella comunità cristiana che chiede di essere rappresentata in tutte le sue sensibilità e di dialogare con tutti, a prescindere da chi stia al governo”.

E, precisa sempre Riccardo Pedrizzi, nel merito delle posizioni del Vaticano sulla questione dell’immigrazione e dell’inclusione sociale  “bene fa la Chiesa a ricordare che bisogna praticare nei fatti e nei comportamenti la carità cristiana e la solidarietà, garantendo un trattamento umano e civile agli immigrati la cui dignità di persona non deve mai e per nessuna ragione essere disconosciuta, ma è necessario anche conciliare lo spirito di accoglienza con il realismo e la responsabilità di chi, anche da cristiano, è chiamato a garantire il rispetto delle leggi, dell’ordine pubblico, delle regole della civile convivenza, della salvaguardia della salute dei cittadini italiani e della vita degli stessi immigrati”.

Infine il Senatore Riccardo Pedrizzi sottolinea come “sia fondamentale evitare che i convincimenti espressi da taluni esponenti ecclesiastici possano apparire come ispirati da posizioni ideologiche, anziché dal messaggio evangelico e dal magistero della Chiesa. È pertanto necessario che la stessa fermezza utilizzata sul tema dell’immigrazione sia esercitata allorquando partiti o esponenti politici promuovano provvedimenti o visioni in contrasto con la difesa della vita a partire dal suo concepimento, della famiglia naturale fondata sul matrimonio e della persona umana nella sua integralità secondo l’insegnamento della Dottrina Sociale della Chiesa. Ciò in quanto è in gioco il ruolo stesso della Chiesa come guida e fonte di ispirazione nelle scelte dei Cattolici Italiani”.

                                                                                      Segreteria Nazionale  Comitato Tecnico Scientifico  U.C.I.D.
                                                                                         LATINA – Piazza Roma, 4 #  ROMA – Via delle Coppelle, 35 

 

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NOTE A MARGINEDa parte mia – ed anche a nome di parte della Redazione – desidero precisare che determinate “prese di posizione” assunte da vari Esponenti delle Alte Gerarchie Ecclesiastiche e/o sbandierate dallo Stato Città del Vaticano lasciano molto perplessi. E personalmente, come Cattolico Ghibellino, vorrei evidenziare come il concetto di ospitalità, quasi sacrale nella Antica Roma, sia stato tramandato in gran parte al nostro Popolo Italico, le cui origini storiche ed il cui dna spirituale risultano entrambi ricollegabili alla “Idea di Roma”. Mi riferisco alla Roma dei Consoli e dei Cesari – che nei secoli è stata portatrice di Civiltà in tutto il mondo; mi ricollego a quella stessa Roma – a quei tempi Caput Mundi – ove Gesù di Nazaret inviò i suoi Apostoli e Discepoli per far diffondere il Suo Messaggio Universale  al mondo intero, allora conosciuto. 
A volte mi è difficile comprendere alcune omelie od interventi ecclesiastici in materia di accoglienza e di ospitalità, intesa attualmente a senso unico ed indiscriminatamente, senza alcuna condanna verso “coloro” (Gruppi di Potere, Istituzioni, Ong, Multinazionali, Lobby) che provocano esodi in massa di tante popolazioni, sradicandole dai loro territori.
Sembrerebbe essere in via di estinzione quello spirito o vocazione che animava i missionari (sacerdoti, frati, suore) ad assistere, aiutare ed educare i Nativi nei loro Paesi. E forse è altresì non comprensibile come una parte di questa Chiesa preferisca riservare critiche ostili verso l’Italia – da quando si è iniziato a bloccare parzialmente una immigrazione massiva – e non verso i respingimenti e l’indifferenza di altri Paesi limitrofi ben più agiati ed opulenti della nostra Nazione.

Questa Chiesa, a mio parere, sembrerebbe ignorare o sottovalutare proprio qui in Italia le tante difficoltà in cui versa molta parte del “Nostro Popolo” ed impegnandosi, invece, solo a favore degli “Altri”, specie se appartenenti a diverse Fedi e Religioni. Così come una parte della Chiesa sembrerebbe minimizzare le persecuzioni patite da Cristiani o Cattolici, specie se compiute da Fondamentalisti appartenenti ad altri Credo.
Forse potrò sbagliarmi ma, sempre a mio giudizio, tale nostra “Madre Chiesa” sembrerebbe troppo impegnata in un suo suo stravagante ecumenismo mondialista, sempre più allineata su posizioni care al pensiero unico dominante molto e molto carente, invece, di amore materno verso la Gens Italica, quasi perseguendo una vocazione anti-Italiana e/o comunque in pretestuosa antitesi con alcune posizioni e decisioni dello Stato.

Va rilevato, tra l’altro, come – durante il lungo “periodo risorgimentale” e nei precedenti secoli medioevali/rinascimentali – la Chiesa abbia sempre assunto spesso un comportamento ondivago ed egocentrico, più preoccupata per i propri interessi e possedimenti che non per la cura delle anime. E con riferimento a tale contesto storico, mi piace esprimere tutta la mia ammirazione verso un Grande Pontefice …. Giulio II della Rovere, il Papa Guerriero, sia per aver  osato gridare “fuori i Barbari !”, sia per il suo illuminato mecenatismo e per aver fatto realizzare – in onore al nostro Dio e come lascito alla intera umanità – la Cappella Sistina.  
Né, d’altra parte, si può fingere di ignorare una dicotomia spesso esistente tra lo S.C.V. ed altri Stati-Nazioni, così come tra Credo Religioso e Credo Ideologico/Politico, poiché entrambi riescono ad assurgere al valore di una vera e propria “Fede”, con i propri Combattenti, Martiri e Mistici.  Purtroppo il Credo Religioso – e specie quello Cattolico – se non amalgamato con il corpo sociale della Nazione, può assumere una non auspicabile connotazione anti-Nazionale e di contestazione con lo stesso Stato, ruoli spesso congeniti anche alla Massoneria, pur se diversificata in varie Logge ed Obbedienze.  
Personalmente – pur consapevole di poter errare, ma fiducioso di non incorrere in anatemi o scomuniche – ho sempre ritenuto che solo quando la Chiesa Cattolica interviene – come più volte è già avvenuto negli ultimi 3 secoli – con le sue Encicliche in materia di Dottrina Sociale, riesce a riconquistare un respiro comunitario/nazionale, riproponendo – forse senza rendersene conto – le teorie su “l’ Umanesimo del Lavoro” ed abbandonando la sua atavica contrapposizione con l’entità Stato/Nazione, che a mio giudizio dovrebbe costituire un binomio indissolubile. 
E, ad onore degli accadimenti, della storia e della verità, si dovrebbero e potrebbero comunque segnalare numerosi esempi di “spiriti eletti” che sono riusciti a coniugare la Fede Religiosa con la Fede Ideologica/Politica e che hanno suggellato il loro percorso umano e terreno, comportandosi, pensando ed agendo come Combattenti, Martiri e Mistici.
Non vorrei riferirmi solamente a determinati Santi celebri e venerati o ad alcuni Nobili Cavalieri, ispirati alle tradizioni ed insegnamenti di San Bernardo di Chiaravalle, ma anche ad alcuni loro discendenti spirituali quasi nostri contemporanei, Tra questi GianFranco Maria Chiti, nato nel 1921 e ritornato alla Casa del Padre nel 2004 – indossando sotto il Saio di Cappuccino la sua  Divisa di ex Soldato e Generale –  ed il cui processo di Beatificazione è terminato solo circa 2 mesi fa, il 30 marzo 2019 e a cui sulla Consul Press sono stati dedicati numerosi articoli (Giuliano Marchetti)

 

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