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Papa Bergoglio e Padre Sorge ripetono brutte storie

Papa Bergoglio e Padre Sorge, entrambi gesuiti, a volte sembrano parlare con una unica voce a difesa dei migranti puntando il dito verso le leggi di un paese sovrano, quasi a lanciare una “scomunica” come nelle storiche contese fra papato e impero dei secoli passati. Dietro un senso dell’accoglienza estremo che si spinge fino a giustificare gli scafisti, e quasi a benedirli, spicca un idea di cristianesimo in contrasto con uno degli insegnamenti basilari di Cristo, che divide in maniera netta le competenze della chiesa con quelle dello stato, quando dice “date a Cesare quello che è di Cesare a a Dio quello che è di Dio”.

Un concetto semplice. Chiaro senza se e senza ma. E nasce quindi spontaneo pensare, o per lo meno avere il legittimo dubbio di quanto può pesare, dietro questo pensiero, il “business dell’accoglienza” che vede molte associazioni cattoliche, emanazioni dirette della stessa Chiesa, nonché direttamente interessate a questa succulenta mucca da mungere.
Non vuole il mio essere un attacco alla millenaria istituzione della Chiesa Cattolica, che rispetto, ma una riflessione come credente, anche se non praticante, su alcuni indirizzi che non comprendo. Che mi lasciano basito da parte di una chiesa che sembra aver perduto negli ultimi anni il vero senso della vita sua esistenza, di una chiesa che si occupa più di politica, di affari, che non di anime.
Ma ancora più destabilizzante per un credente che fa politica – posizionandosi a destra –  è sentirsi accusato, da chi guida la Chiesa, di essere razzista e di essere lontano da Dio.
Rispettare le leggi della nazione in cui vivo, tutelare la sicurezza dei miei concittadini ed anche di chi, disperato, sale sui barconi di coloro che di questa accoglienza ne hanno fatto un enorme giro di affari, non è accettabile.
Sono convinto che regole certe, sanzioni più severe contro coloro che non rispettano le leggi, avere un idea di come governare questa emergenza diversa da chi vede solo un buonismo universale senza regole, non mi allontani da Dio.
Sicuramente mi allontana da una chiesa dove al centro non c’è Dio e l’immortalità dell’anima di ognuno di noi, ma altri interessi molto più terreni, pratici ed immediati. 

*Patrizio La Pietra, senatore

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