
Psicologo nel Trattamento (DSA)
Scritto da Veronica Socionovo il . Pubblicato in Formazione, Salute e Sanità.
Disturbi Specifici dell’Apprendimento 13
Lo psicologo, riveste un ruolo cruciale nel riconoscimento, nella diagnosi e nel trattamento dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), ambito in cui la loro competenza tecnica e la capacità di analizzare le molteplici sfaccettature dell’apprendimento e del comportamento infantile diventano fondamentali per garantire un intervento efficace e personalizzato. Non si tratta soltanto di identificare un problema nelle abilità di lettura, scrittura o calcolo, ma di cogliere l’intero contesto emotivo, cognitivo e sociale in cui il bambino si trova ad operare, considerando ogni singola difficoltà come parte di un sistema complesso che coinvolge processi neurobiologici, psicologici e ambientali.
L’intervento dello psicologo si avvia sempre con una fase di valutazione psicodiagnostica approfondita, che non è mera somministrazione di test, ma un vero e proprio percorso conoscitivo che mira a delineare un profilo preciso e articolato delle capacità e delle fragilità dell’alunno. Tale processo, che costituisce il primo passo imprescindibile per qualsiasi trattamento o programma di supporto, richiede una metodologia integrata e multidimensionale.
La valutazione psicologica non può prescindere da un’osservazione diretta del bambino in contesti diversi, come la scuola e la famiglia, perché le difficoltà di apprendimento non si manifestano solo attraverso le performance scolastiche, ma anche nei comportamenti, nelle reazioni emotive e nelle relazioni sociali. È perciò fondamentale che lo psicologo raccolga informazioni tramite colloqui approfonditi con i genitori, che possono fornire dati rilevanti sulla storia evolutiva, sulle modalità di apprendimento, ma anche su eventuali eventi stressanti o fattori di rischio che possono aver inciso sul rendimento scolastico. Analogamente, i colloqui con gli insegnanti permettono di integrare l’analisi osservando il comportamento del bambino nel contesto specifico dell’aula, l’interazione con i pari, la capacità di concentrazione e la risposta a stimoli didattici.
La somministrazione di test psicometrici standardizzati rappresenta un passaggio fondamentale per misurare in modo oggettivo e scientifico le diverse competenze specifiche implicate nei DSA. Questi test sono strumenti validati che permettono di valutare la capacità di lettura (velocità e correttezza), la scrittura (accuratezza grafica e ortografica) e il calcolo (comprensione e manipolazione di numeri e operazioni). La scelta dei test è accurata e varia in base all’età, al contesto linguistico e al tipo di difficoltà sospettata.
Un aspetto particolarmente importante riguarda la valutazione delle funzioni cognitive di base che sostengono l’apprendimento, come la memoria di lavoro, l’attenzione sostenuta, la capacità di pianificazione e il controllo degli impulsi, ossia quelle funzioni esecutive che regolano il processo di acquisizione delle conoscenze. Questi elementi sono spesso compromessi o rallentati nei bambini con DSA e la loro identificazione è fondamentale per orientare gli interventi successivi.
Non meno importante è il compito dello psicologo di effettuare una diagnosi differenziale accurata, ovvero di distinguere i disturbi specifici dell’apprendimento da altre condizioni che possono presentare sintomi simili. Ad esempio, il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) può manifestarsi con difficoltà di concentrazione e impulsività che interferiscono con la capacità di apprendere, ma la natura del problema è differente rispetto ai DSA. L’ansia scolastica, spesso legata a esperienze negative ripetute, può ridurre la motivazione e le prestazioni del bambino, ma non è un disturbo dell’apprendimento in senso stretto. Anche fattori ambientali, come un contesto familiare instabile o un’istruzione inadeguata, possono ostacolare l’acquisizione delle competenze scolastiche. Solo attraverso una valutazione globale e integrata è possibile distinguere con precisione la natura delle difficoltà e indirizzare l’intervento terapeutico in modo mirato.
È frequente che nei bambini con DSA si riscontrino comorbidità psicologiche o comportamentali, come ansia, depressione, difficoltà emotive o problemi relazionali. Rilevare queste comorbilità è di estrema importanza perché può modificare il quadro clinico e richiedere un approccio terapeutico multidisciplinare, che integri supporti psicologici specifici accanto all’intervento educativo.
La funzione dello psicologo si estende ben oltre la semplice diagnosi: egli svolge un ruolo centrale anche nel supporto emotivo e motivazionale del bambino. I Disturbi Specifici dell’Apprendimento, infatti, spesso comportano per il bambino una serie di esperienze negative e frustranti che possono compromettere l’autostima, la fiducia in sé e il piacere nell’apprendere. La ripetizione di insuccessi scolastici, associata a un senso di incapacità o a giudizi esterni spesso severi, genera ansia, demotivazione e talvolta rifiuto scolastico. Lo psicologo interviene per aiutare il bambino a riconoscere e gestire queste emozioni, sviluppando strumenti cognitivi e affettivi che gli consentano di affrontare le difficoltà con maggiore resilienza.
Interventi psicoterapeutici, come la terapia cognitivo-comportamentale, possono essere adottati per rafforzare l’autoefficacia, ovvero la percezione che il bambino ha di poter influenzare positivamente la propria situazione, e per lavorare sulle distorsioni cognitive negative che spesso accompagnano i DSA. Attraverso un percorso di sostegno psicologico, il bambino impara a gestire l’ansia da prestazione, a strutturare strategie di problem solving e a sviluppare un’immagine di sé più positiva e motivante.
Il ruolo dello psicologo si estende anche alla famiglia, che spesso vive con preoccupazione e incertezza le difficoltà del bambino. Il professionista supporta i genitori nel comprendere la natura del disturbo, nel gestire l’ansia e le aspettative, e nel creare un ambiente domestico che favorisca l’apprendimento, l’autonomia e il benessere emotivo. La collaborazione con la famiglia è fondamentale, perché l’efficacia dell’intervento dipende anche dalla coerenza e dal sostegno che il bambino riceve fuori dalla scuola.
Lo psicologo si occupa anche di ideare e implementare interventi psicoeducativi personalizzati, finalizzati a sviluppare abilità specifiche e strategie compensative che facilitino l’apprendimento. Questi interventi possono includere l’insegnamento di tecniche di memorizzazione, l’utilizzo di supporti visivi, l’addestramento all’attenzione e alla concentrazione, e la gestione dell’ansia e dello stress collegati ai compiti scolastici. Lo scopo è potenziare le risorse del bambino, fornendo strumenti concreti per superare o compensare le difficoltà legate al disturbo.
Spesso, parte integrante di questi interventi è anche la promozione della motivazione e dell’impegno scolastico, due fattori che possono risultare compromessi nei bambini con DSA. Attraverso tecniche motivazionali e di rinforzo positivo, lo psicologo lavora per contrastare l’evitamento e la passività, incoraggiando il bambino a vedere l’apprendimento come una sfida possibile e gratificante. Stimolare la motivazione intrinseca è essenziale per garantire la continuità e la qualità del percorso educativo.
L’azione dello psicologo, tuttavia, non può esaurirsi in un intervento isolato. La complessità dei DSA richiede infatti un lavoro di rete e di collaborazione multidisciplinare, che vede coinvolti anche neuropsichiatri infantili, logopedisti, pedagogisti, tutor dell’apprendimento e, naturalmente, insegnanti. In questo contesto, lo psicologo funge da punto di raccordo tra le diverse competenze professionali, facilitando lo scambio di informazioni e la condivisione di strategie comuni.
La costruzione di un Piano Didattico Personalizzato (PDP) efficace si basa sulla capacità del team multidisciplinare di integrare i dati della valutazione psicologica con le osservazioni cliniche, educative e neuropsichiatriche, al fine di definire obiettivi realistici e strategie didattiche mirate. Lo psicologo contribuisce a questo processo fornendo indicazioni su quali adattamenti possono essere più utili per il bambino, sia a livello cognitivo che emotivo.
La collaborazione con gli insegnanti è fondamentale, perché sono loro a gestire quotidianamente l’ambiente di apprendimento e a mettere in pratica le strategie indicate nel PDP. Lo psicologo può fornire formazione e supervisione agli educatori, aiutandoli a riconoscere i segnali di difficoltà, a modulare l’approccio didattico e a creare un clima scolastico inclusivo e motivante. Il lavoro sinergico tra psicologo e scuola permette di costruire percorsi educativi flessibili, capaci di valorizzare le potenzialità individuali e di ridurre al minimo il disagio.
Il coinvolgimento attivo della famiglia nella condivisione del progetto educativo e nel monitoraggio dei progressi favorisce un sostegno continuo e coeso, indispensabile per il successo degli interventi. La comunicazione costante e trasparente tra famiglia, scuola e specialisti crea un contesto di sicurezza e fiducia per il bambino, che può così affrontare le sfide con maggior serenità.
L’attenzione rivolta al benessere psicologico dell’alunno con DSA sottolinea come il trattamento debba essere olistico e multidimensionale. Non si può pensare di intervenire solo sulle difficoltà di lettura o calcolo senza considerare le ricadute emotive, relazionali e motivazionali che ne derivano. Lo psicologo, grazie alla sua formazione e competenza, è l’esperto in grado di lavorare su tutti questi livelli, promuovendo uno sviluppo armonico e integrato.
Il lavoro con i DSA, pertanto, rappresenta per lo psicologo una sfida complessa e stimolante, che richiede aggiornamento continuo e capacità di adattamento a situazioni sempre nuove e diverse. La ricerca scientifica nel campo delle neuroscienze cognitive e dell’educazione speciale offre strumenti preziosi per migliorare la comprensione dei meccanismi sottostanti ai DSA e per sviluppare interventi sempre più efficaci e innovativi.
Il ruolo dello psicologo nel trattamento dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento non si limita alla diagnosi, ma comprende un insieme articolato di attività che spaziano dalla valutazione accurata, alla consulenza educativa, al sostegno emotivo, fino alla collaborazione multidisciplinare. Solo integrando queste funzioni è possibile garantire a ogni bambino con DSA un percorso di crescita che valorizzi le sue potenzialità, supporti le sue difficoltà e promuova il suo benessere complessivo, all’interno di una scuola e di una società più inclusive e attente alle differenze.
©Veronica Socionovo