Per il direttore d’orchestra, dunque, la gente avrebbe bisogno di altro tipo di nutrimento e non di tutto questa cucina. Secondo Muti, “il pubblico ormai applaude a comando” e specifica: “Questa non è cultura, è narcotizzare la gente che ne avrebbe, invece, bisogno, poiché è la colonna vertebrale della nostra storia per non perdere l’identità di chi siamo”.

Gli risponde il cuoco televisivo Alessandro Circiello, per cui “la cucina italiana è cultura”. Il maestro, in tournée in Europa con la Chicago Symphony Orchestra, ha da ridire, però, sullo stato culturale del nostro Paese. “Le nuove generazioni – afferma – devono combattere contro l’obnubilamento generale. Si tratta di una battaglia resa ancora più impervia in quanto l’apparato statale rema contro”.

Riccardo Muti non è l’unico ad aver espresso critiche contro i fornelli in tv, qualche tempo fa anche Piero Chiambretti ha dichiarato di fare indigestione di programmi di cucina televisivi. “C’è probabilmente un desiderio da parte degli italiani di godere partendo dalla gola. Ma il troppo stroppia”, secondo lo showman.

Fonte: Il Messaggero