Skip to main content

Anjali Lama debutta alla Lakme Fashion Week

Anjali Lama, il debutto della prima modella transgender alla settimana della moda indiana. Un’edizione storica quella della Lakme Fashion Week di quest’anno, infatti per la prima volta una modella transgender ha sfilato per un evento di primo piano della moda in India.

Si chiama Anjali Lama, Nabin Waiba per l’anagrafe, nata in Nepal, un’ infanzia difficile dalla quale nacque la decisione di andarsene. Si trasferisce a 17 anni nella capitale indiana dove trova il sostegno della Ong “Società del diamante azzurro” e la forza di cambiare la sua identità da Nabin a Anjali per trovare finalmente se stessa. Per tre anni Anjali si propone per le passerelle della settimana della moda ma viene respinta a causa della sua identità di genere.

Quest’anno finalmente, dopo aver superato tre difficili casting, l’occasione che aspettava da sempre. La sua speranza è che la sua partecipazione riesca a far crollare questa barriera ed aprire ai transgender la porta delle sfilate anche in uno paese “difficile” per certi aspetti, come il suo.

fonte rainews.it

Auguri alle Fettuccine Alfredo

Le famosissime Fettuccine Alfredo si celebrano oggi 7 febbraio facendo unire nei “festeggiamenti”, per uno dei piatti italiani più amati, Roma e l’America con il National Fettuccine Alfredo Day,

Un piatto apparentemente semplice, fettuccine con burro e parmigiano, ma difficilissimo da realizzare, e conteso ancora oggi tra due locali romani, “Alfredo alla Scrofa” (via della scrofa 104/a) e “Il Vero Alfredo” (piazza Augusto Imperatore 30). 

Continua a leggere

Royal Babies

George e Charlotte, i meravigliosi figli di Kate Middlton e William d’Inghilterra non sono gli unici royal babies. Saranno i più chiacchierati ed i più conosciuti ma dobbiamo ricrederci. Infatti, esiste un altro bambino coronato altrettanto fascinoso, che diventerà re in un Paese molto meno chiacchierato della Gran Bretagna.

Si tratta di Dragon Prince Jigme Namgyel Wangchuck, nome alquanto curioso del piccolo principino della famiglia reale del Bhutan, lo stato più felice del mondo, nel quale appunto la “felicità interna lorda” conta più del valore del pil. Il piccolo Dragon non ha proprio nulla da invidiare ai più blasonati Charlotte e George nostrani, infatti mostra un sorriso pieno di gioia e delle guance deliziosamente paffutelle nel calendario di cui è protagonista. La madre, del resto, ha mostrato più volte il piccolo regale sul suo profilo Facebook ed Instagram, facendo sciogliere i cuori dei sudditi e del mondo intero.

15542131_1182027911845235_3105161249415543356_n

Il sito Yellow, che è testata di Stato, offre una magnifica foto del principino in download, per tenere l’immagine di Jigme sempre con sé. Lo scatto ufficiale è stato realizzato per celebrare il primo compleanno del bimbo, ieri 5 febbraio. Ora George e Charlotte sanno di avere un rivale in fatto di beltà e “paffutaggine”.

31812352093_1cbe090ffb_o

 fonte huffinghtonpost

Sushi al Kit Kat

Il sushi fatto con il KitKat, un’idea molto kawaii e molto giapponese. Oltre al rapporto di folle amore tra il paese del Sol Levante e KitKat (che solo là ha più di 300 varianti), l’iniziativa  è stata lanciata per promuovere l’apertura nuovo negozio nel quartiere di Ginza a Tokyo.

Una nuova serie limitata composta da tre speciali cioccolatini ispirati all’arte del sushi; si tratta di tre dolcetti messi a punto ispirandosi ai classici nigiri di tonno, ai gunkan con ricci di mare e ai tamagoyaki, con frittata e riso. Il primo propone una tavoletta ricoperta al lampone su riso soffiato al cioccolato bianco; il secondo unisce mascarpone e il pregiato melone Yubari King, avvolto dalla tradizionale alga; il terzo ha il gusto di pudding alla zucca sul riso soffiato al cioccolato bianco. Questi piccoli capolavori di food design saranno disponibili dal 2 al 4 febbraio nel negozio di Ginza, ma solo ed esclusivamente per quei clienti che spenderanno almeno 25 euro in KitKat vari ed eventuali.

fonte wired.it

Franca Sozzani e Anna Piaggi in mostra

È un omaggio alle amiche Franca Sozzani e Anna Piaggi la mostra di Manolo Blahnik The art of shoes che apre oggi, 26 gennaio, a Palazzo Morando.
“Le donne milanesi mi rendono orgoglioso” ha detto il 74enne designer di scarpe presentando la sua collezione personale che, dopo Milano, approderà all’Hermitage di San Pietroburgo e poi a Praga, Madrid ed in Canada.
Nei due anni di preparazione sono state selezionati 212 scarpe e 80 disegni realizzati in 46 anni di carriera, dalle calzature ispirate all’arte di Goya o Picasso a quelle realizzate per il film Marie Antoinette.

Copyright © 2017 ANSA. All rights reserved.

La crisi della sfogliatella

“Aiuto, salviamo la sfogliatella riccia”, titolava con grande preoccupazione la Gazzetta dello Sport nelle pagine riservate al cibo.

Una tradizione secolare quella della sfogliatella, dolce simbolo della pasticceria napoletana, che rischia di perdersi a causa dei “tappi“, i gusci semilavorati delle sfogliatelle ricce, impiegati in gran segreto da parecchi pasticcieri.

A Conca dei Marini, antico borgo della Costiera Amalfitana, c’è il Monastero di Santa Rosa, oggi un bellissimo albergo, che un tempo ospitava le monache benedettine di clausura. Nel XVIII secolo, una suora del convento mettendo insieme due semplici sfoglie di pasta diede vita a un dolce che aveva la forma del cappuccio del saio di un monaco e lo farcì con un ripieno composto da semola, zucchero e frutta secca.

Era nata la sfogliatella Santarosa.

sfoglliatella santa rosa

Agli inizi dell’Ottocento in via Toledo, di fronte a Santa Brigida, c’era (e c’è ancora) la bottega di un pasticciere, tale Pasquale Pintauro che a quanto pare aveva una zia monaca che probabilmente gli passò la ricetta. In seguito con una dovuta modifica alla ricetta della suora creò quella che poi è stata denominata sfogliatella napoletana.

Ancora oggi c’è chi sostiene che la vera sfogliatella sia quella fatta dal Pintauro, e chi invece è convinto che sia la Santarosa di Conca dei Marini.

Oggi distinguiamo tra riccia e frolla; la prima è una specie di conchiglia di pasta sfoglia sovrapposta in strati sottili resi croccanti dalla cottura, e all’interno si trova una crema consistente ottenuta per amalgama di semolino, ricotta, uova e zucchero, con aggiunta di canditi, acqua di fior d’arancio, vaniglia e cannella. Nella frolla quello che cambia è solo il guscio, che sempre più un raviolo, a parità di ripieno

Direttamente dalla sfogliatella Santarosa proviene la coda d’aragosta: pasta sfoglia con la caratteristica coda allungata farcita con panna e cioccolato, o crema chantilly e cioccolato. Oggi sfogliatella Santarosa e code d’aragosta sono diffuse in tutto il territorio campano, mentre a Napoli e dintorni prevalgono le classiche versioni riccia e frolla, quasi sempre con identico ripieno.

sfogliatella-coda-d-aragosta

Un tempo Carraturo a Porta Capuana era il posto preferito dei napoletani amanti delle sfogliatelle, ma è opinione comune che non siano più quelle di un tempo, purtroppo. Discorso simile per gli attuali eredi del leggendario Pintauro. Le interpretazioni migliori, quelle che rendono onore alla sfogliatella napoletana, appartengono oggi a Attanasio, nei pressi della Stazione Centrale e a Bellavia in zona Vomero. Per gli studenti universitari Capparelli resta il mito di sempre. Poco fuori dal perimetro cittadino, a San Giorgio a Cremano, l’indirizzo su cui puntare a colpo sicuro è quello di Sabatino Sirica.

Ma da un po’ di tempo si sta registrando una vera e propria crisi che sta portando attentatando l’ortodossia della sfogliatella con esperimenti che prevedono forme kitsch e ripieni poco convenzionali, ibridi e mash-up anticonformisti.

Alcuni anche interessanti, come la “sfogliacampanella“, una sfogliatella ripiena di babà che è schizzata in cima alle preferenze dei napoletani, insieme alla loro glicemia.

sfogliacampanella

L’impasto della sfogliatella riccia viene lavorato a forma di campana e farcito con uno strato di crema al cioccolato, ricotta e all’interno un mezzo babà.

La sfogliacampanella è un’invenzione di Vincenzo Ferrieri, rispettabile pasticciere di Sfogliate Lab, uno dei format che, insieme a Cuori di Sfogliatella (proprietà di un altro Ferrieri, stavolta Antonio) prepara sfogliatelle alternative, dai ripieni quasi eretici ma amati dai napoletani: alla crema di pistacchio, di limone, di frutti rossi (e per Natale anche quella di panettone).

Oppure, ripieni salati come salsiccia e friarielli, e addirittura una sfogliatella al baccalà.

L’altro cruccio, come già detto, sono i semilavorati. I pasticcieri che preparano le sfogliatelle ricce senza l’ausilio di gusci già pronti e surgelati, che fanno risparmiare tempo e denaro, diminuiscono a vista d’occhio.

 [Crediti | Link: Gazzagolosa, immagini: La cuoca del presidente, SfogliateLab, dissapore.com]