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Imaginari Archetipici nelle Religioni e Mitologie

Un Viaggio di Integrazione Psichica nella Formazione Personale in Gruppo

La psiche umana è da sempre oggetto di studio e di riflessione da parte di psicologi, filosofi e spiritualisti, che hanno cercato di comprendere le forze profonde che la governano. Tra le teorie più affascinanti e influenti in questo ambito, quella degli archetipi proposta da Carl Gustav Jung si distingue per la sua capacità di integrare le dimensioni psichiche individuali e collettive, offrendo una comprensione dell’essere umano che travalica i confini della singola esperienza. Gli archetipi, per Jung, sono modelli universali che abitano l’inconscio collettivo, una sorta di “banca di immagini” psicologiche che tutte le persone, indipendentemente dalla cultura o dall’epoca, condividono.

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L’Etica della Cura Psicologica

L’approccio multidimensionale alla cura psicologica rappresenta una visione complessa e articolata che si prefigge di affrontare le problematiche psicologiche da una prospettiva che va oltre il trattamento dei sintomi, mirando a restituire un equilibrio duraturo non solo nell’individuo, ma anche nella collettività. Questo approccio si fonda sul concetto di Oikonomiká, che origina dal greco antico e si riferisce storicamente alla gestione delle risorse domestiche ed economiche. Tuttavia, nel contesto della cura psicologica, questo termine viene reinterpretato come una potente metafora per comprendere e gestire le risorse psicologiche interne, come emozioni, pensieri, impulsi e comportamenti. Il termine, che tradizionalmente implica un’attenzione all’amministrazione delle risorse materiali, viene qui trasposto a una dimensione immateriale, legata all’equilibrio psicologico e alla gestione delle proprie risorse interne.

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Tra Cultura e Mito:Mitomania

 Un’Analisi Antropologica della Creazione di Realtà Alternative

La mitomania, un fenomeno patologico complesso, solleva interrogativi profondi sulla natura della verità, della narrazione e sulle dinamiche culturali e sociali. Questo disturbo spinge l’individuo a creare storie esagerate, fantasiose o addirittura deliranti, senza uno scopo pratico immediato, ma rispondendo a bisogni emotivi complessi. L’analisi della mitomania coinvolge diverse discipline, dalla mitologia all’antropologia alla storia, rivelando un legame profondo tra la creazione di realtà alternative e le tradizioni culturali. Sebbene la mitomania si inserisca nella tradizione narrativa che include i miti, essa si distingue nettamente per il suo carattere patologico e individuale, creando una realtà separata da quella condivisa dalla comunità.

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La Mitomania nelle Testimonianze Antropologiche

Metodologiche, Etiche e Impatti sulla Memoria Collettiva

La mitomania, fenomeno psicologico che induce l’individuo a raccontare storie false o esagerate, rappresenta una delle principali sfide metodologiche ed etiche nell’ambito dell’antropologia, una disciplina che si fonda sull’ascolto e sull’interpretazione delle testimonianze orali per esplorare e comprendere le dinamiche culturali, sociali e storiche di una comunità. La mitomania può variare dall’esagerazione di eventi quotidiani alla completa invenzione di esperienze straordinarie, influenzando profondamente l’affidabilità delle narrazioni raccolte sul campo. La questione della veridicità delle testimonianze solleva interrogativi non solo metodologici, ma anche etici, soprattutto per quanto riguarda il rispetto delle tradizioni orali e la gestione della “verità” in contesti culturali complessi.

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La Mitomania e Implicazioni Antropologiche

Distorsione della Memoria Storica

La mitomania è un fenomeno complesso che si manifesta come un bisogno patologico di narrare storie false, che possono spaziare dalla semplice esagerazione di eventi realmente accaduti fino alla totale invenzione di episodi inesistenti. Questo disturbo non si limita a essere un mero inganno volontario, bensì si configura come una dinamica psicologica profondamente radicata, dove l’individuo cerca attraverso la costruzione di narrazioni mendaci di colmare vuoti interiori, di ricostruire o rafforzare la propria identità, di ottenere riconoscimento sociale o di difendersi da esperienze emotivamente dolorose, traumatiche o frustranti. Lungi dall’essere solo un comportamento disonesto, la mitomania rappresenta un meccanismo complesso e stratificato di difesa psichica, una strategia di adattamento e una modalità di rielaborazione del sé che coinvolge la sfera emotiva, cognitiva e sociale dell’individuo.

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Il Genitore con Disturbo Istrionico della Personalità (DIP)

La Famiglia come Ambiente Rischioso

Un genitore con DIP è per il bambino una figura emotiva instabile. Questo genitore tende ad alternare comportamenti di euforia e tristezza in modo imprevedibile, con sbalzi emotivi che creano incertezza e confusione. La persona con DIP ricerca costantemente l’attenzione e la validazione degli altri per sentirsi sicura e apprezzata, ma spesso è incapace di gestire il proprio stato emotivo in modo equilibrato. La sua identità dipende dalla reazione altrui, soprattutto dalla percezione che gli altri hanno di lui o di lei. In un contesto familiare, questa instabilità si traduce in un flusso continuo di altalene emotive, in cui l’affetto e la sicurezza sembrano dipendere esclusivamente dalle esigenze emotive del genitore.

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