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A Firenze, il salto “quantico” necessario all’Antimafia
segnalato dalla Fondazione Antonino Caponnetto

A Firenze,  il XXXIV Vertice Antimafia
della Fondazione Antonino Caponnetto

______________a cura di  Cristiana Rossi *

Sabato 30 novembre scorso ho avuto il piacere di intervenire al 34° Vertice Antimafia della Fondazione Antonino Caponnetto dal titolo “Dalla mafia 4.0 all’antimafia 4.0” tenutosi a Firenze presso la Sala Capitolare del Convento Santo Spirito  (nella foto d’apertura: il bellissimo chiostro del Convento).
Il Vertice ha rappresentato un’importante occasione di confronto riflessivo e propositivo con la consapevolezza della forte necessità dell’antimafia di rimanere di pari passo con le organizzazioni criminali di tipo mafioso seguendone tempestivamente l’evoluzione.

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“La sicurezza a partire dai banchi di scuola”:
una conversazione con l’Ing. Gianluca Giagni

“La sicurezza a partire dai banchi di scuola”

Gianluca Giagni: “Serve un cambiamento culturale per una maggiore consapevolezza e responsabilità collettiva nei confronti della sicurezza”
La sicurezza non è solo una questione normativa, ma un valore culturale da promuovere, sottolineando l’importanza della formazione e della consapevolezza individuale nel ridurre gli incidenti. 

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Tra Cultura e Mito:Mitomania

 Un’Analisi Antropologica della Creazione di Realtà Alternative

La mitomania, un fenomeno patologico complesso, solleva interrogativi profondi sulla natura della verità, della narrazione e sulle dinamiche culturali e sociali. Questo disturbo spinge l’individuo a creare storie esagerate, fantasiose o addirittura deliranti, senza uno scopo pratico immediato, ma rispondendo a bisogni emotivi complessi. L’analisi della mitomania coinvolge diverse discipline, dalla mitologia all’antropologia alla storia, rivelando un legame profondo tra la creazione di realtà alternative e le tradizioni culturali. Sebbene la mitomania si inserisca nella tradizione narrativa che include i miti, essa si distingue nettamente per il suo carattere patologico e individuale, creando una realtà separata da quella condivisa dalla comunità.

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La Mitomania nelle Testimonianze Antropologiche

Metodologiche, Etiche e Impatti sulla Memoria Collettiva

La mitomania, fenomeno psicologico che induce l’individuo a raccontare storie false o esagerate, rappresenta una delle principali sfide metodologiche ed etiche nell’ambito dell’antropologia, una disciplina che si fonda sull’ascolto e sull’interpretazione delle testimonianze orali per esplorare e comprendere le dinamiche culturali, sociali e storiche di una comunità. La mitomania può variare dall’esagerazione di eventi quotidiani alla completa invenzione di esperienze straordinarie, influenzando profondamente l’affidabilità delle narrazioni raccolte sul campo. La questione della veridicità delle testimonianze solleva interrogativi non solo metodologici, ma anche etici, soprattutto per quanto riguarda il rispetto delle tradizioni orali e la gestione della “verità” in contesti culturali complessi.

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La Mitomania e Implicazioni Antropologiche

Distorsione della Memoria Storica

La mitomania è un fenomeno complesso che si manifesta come un bisogno patologico di narrare storie false, che possono spaziare dalla semplice esagerazione di eventi realmente accaduti fino alla totale invenzione di episodi inesistenti. Questo disturbo non si limita a essere un mero inganno volontario, bensì si configura come una dinamica psicologica profondamente radicata, dove l’individuo cerca attraverso la costruzione di narrazioni mendaci di colmare vuoti interiori, di ricostruire o rafforzare la propria identità, di ottenere riconoscimento sociale o di difendersi da esperienze emotivamente dolorose, traumatiche o frustranti. Lungi dall’essere solo un comportamento disonesto, la mitomania rappresenta un meccanismo complesso e stratificato di difesa psichica, una strategia di adattamento e una modalità di rielaborazione del sé che coinvolge la sfera emotiva, cognitiva e sociale dell’individuo.

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Il Genitore con Disturbo Istrionico della Personalità (DIP)

La Famiglia come Ambiente Rischioso

Un genitore con DIP è per il bambino una figura emotiva instabile. Questo genitore tende ad alternare comportamenti di euforia e tristezza in modo imprevedibile, con sbalzi emotivi che creano incertezza e confusione. La persona con DIP ricerca costantemente l’attenzione e la validazione degli altri per sentirsi sicura e apprezzata, ma spesso è incapace di gestire il proprio stato emotivo in modo equilibrato. La sua identità dipende dalla reazione altrui, soprattutto dalla percezione che gli altri hanno di lui o di lei. In un contesto familiare, questa instabilità si traduce in un flusso continuo di altalene emotive, in cui l’affetto e la sicurezza sembrano dipendere esclusivamente dalle esigenze emotive del genitore.

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