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Senato approva la legge di bilancio

Con l’approvazione del Senato alla legge di bilancio 2023 il Governo ha scongiurato il rischio di superare la scadenza del 31 dicembre. La legge di bilancio dev’essere infatti approvata da entrambe le Camere e promulgata dal presidente della Repubblica entro la fine dell’anno, altrimenti il Governo deve far ricorso al famigerato “esercizio provvisorio”, uno strumento dai confini non chiarissimi che permette allo Stato di spendere soldi sulla base delle previsioni di spesa presentate nella legge di bilancio, ma non ancora approvate, fino a che il Parlamento non riesce a mettersi d’accordo. Sono previsti 35 miliardi di cui la maggior parte alle misure per l’energia

«Missione compiuta» afferma il ministro dell’Economia e della Finanze, Giancarlo Giorgetti. «Il bilancio che abbiamo presentato rispetta gli impegni presi con gli elettori e ha maturato prima la fiducia dei mercati e delle istituzioni europee e ora ancora più importante, quella del Parlamento. Prudenza, coerenza e responsabilità costruiscono fiducia».

La manovra destina la gran parte delle risorse (21 miliardi) alle misure contro il caro–bolletta, innanzitutto prorogando fino al 31 marzo e in alcuni casi rafforzando le misure dei precedenti decreti Aiuti:

  • rinnovato il bonus sociale per le bollette di gas e luce per chi è più in difficoltà alzando il limite Isee a 15 mila euro;
  • azzeramento degli oneri di sistema in bolletta;
  • rifinanziamento del credito d’imposta sulle bollette elettriche e alle utenze gas per le imprese salirà dal 30 al 35%, per le energivore e gasivore dal 40 al 45%.
  • Passa inoltre dal 22% al 5% l’aliquota Iva per le fatture dei consumi nel primo trimestre del 2023 dei servizi di teleriscaldamento e dal 22% al 10% quella del pellet per tutto il 2023.
  • La tassa sugli extra–profitti delle imprese energetiche prevede un contributo del 50% sull’imponibile Ires e sull’incremento medio superiore al 10% sui quattro anni precedenti (2018-2021).
  • Esteso a 8 mila euro il bonus per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici di determinate classi energetiche

“Quota 103” è il nome della riforma pensionistica che sarà attiva per tutto il 2023, quindi temporanea, ed eviterà il ritorno alla legge Fornero. Prevede il pensionamento con almeno 41 anni di contributi e 62 anni di età, per un totale di 103 anni. “Opzione Donna” mantiene la possibilità solo per chi ha almeno 60 anni, l’età è ridotta di uno o due anni solo in caso di figli. Confermato l’aumento fino a 600 euro delle pensioni minime, ma solo per gli ultra settantacinquenni e con una copertura limitata al 2023.

Il Governo Meloni si avvia verso l’abolizione del reddito di cittadinanza nel 2024. Per il nuovo anno è stata introdotta una sostanziale modifica: continuerà a essere previsto per le categorie in oggettiva condizione di povertà e che non possono lavorare, mentre chi è giudicato “occupabile” continuerà a riceverlo solo per un periodo limitato di tempo nel 2023. Dal 2024 dovrebbe essere tolto solo a quest’ultima categoria di persone, ma comunque non sarà abolito del tutto. Per “occupabili” si intendono le persone tra i 18 e i 59 anni che possono “oggettivamente” lavorare e che non abbiano nel proprio nucleo familiare persone disabili, minori o persone a carico con almeno 60 anni. Sono escluse dalla definizione di occupabile anche le donne in gravidanza, che quindi non perderanno il sussidio.

Il periodo il cui si riceverà il reddito di cittadinanza passa da 18 a 7 mesi. Durante questo periodo dovranno frequentare corsi obbligatori di formazione o riqualificazione professionale. Il sussidio decadrà se queste persone non frequenteranno i corsi o nel caso in cui rifiuteranno la prima offerta di lavoro, qualunque essa sia.

Parte con la legge di Bilancio 2023 la sperimentazione del “reddito alimentare” per chi è in povertà assoluta: la manovra stanzia un fondo da 1,5 milioni nel 2023 e 2 milioni nel 2024 per distribuire pacchi alimentari con i prodotti invenduti.

Continuità col Governo Draghi per i lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi: cuneo contributivo ridotto di due punti per chi ha un reddito fino a 35 mila euro. Le buste paga di 13,8 milioni di lavoratori, quindi, manterranno l’aumento ottenuto quest’anno, che va da 178 euro netti (per chi ha un reddito lordo annuo di 12 mila euro) a 435 euro netti per chi ha un reddito di 35 mila euro. Per i lavoratori con redditi fino a 25 mila euro, taglio del cuneo potenziato a 3 punti percentuali, uno in più rispetto a quello del 2022.

Per gli autonomi, la flat tax al 15% sale da 65 a 85mila euro di soglia di fatturato. Quella “incrementale”, sempre per le partite Iva: tassata al 15% una quota dell’incremento di reddito registrato quest’anno rispetto al maggiore tra i redditi dichiarati nei tre anni precedenti e che sono assoggettati alle aliquote ordinarie dell’Irpef.

Come già annunciato nei giorni scorsi, è stata introdotta una modifica della cosiddetta “18App”, cioè il buono da 500 euro per i neo diciottenni da spendere in consumi culturali come libri, spettacoli e visite ai musei, che era stato introdotto nel 2016 dal Governo di Matteo Renzi. Il buono rimarrà in vigore nel 2023, ma dal 2024 sarà sostituito da due carte: una “Carta cultura giovani” del valore di 500 euro, riservata solo ai neomaggiorenni il cui nucleo familiare ha un Isee inferiore ai 35mila euro, e una “Carta merito”, sempre di 500 euro, per gli studenti delle scuole superiori che ottengono un voto di 100/100 all’esame di maturità. Le due carte saranno cumulabili, per chi rispetta entrambi i requisiti.

Superbonus 110% anche per il 2023 ma in casi specifici che riguardano i condomini, per gli altri scenderà al 90%. Durante il prossimo anno si potranno detrarre al 50% le spese fino a ottomila euro per frigoriferi e similari con il prolungamento del bonus mobili. Sui finanziamenti per l’acquisto, si allungano le misure a vantaggio dei giovani e torna la possibilità di passare dal variabile al fisso.

Restano le sanzioni per i commercianti che non accettano pagamenti con il pos per acquisti di cifre inferiori a 60 euro. Soppresso, infatti, il comma dell’articolo 69 che prevedeva lo stop alle multe. Sul fronte multe e tasse non ci sarà più la cancellazione automatica per le cartelle esattoriali dal 2000 al 2015 inferiori ai 1.000 euro: saranno cancellati solo gli interessi ma la decisione se stralciare o meno l’imposta e le sanzioni spetterà agli enti locali e sarebbe operativa dal 31 marzo 2023.

Il congedo parentale sale dal 30 all’80% e potranno beneficiarne anche i padri, per i figli fino a 6 anni. L’assegno unico sarà più alto per il primo figlio entro un anno d’età e per le famiglie da 3 figli in su con età fino a 3 anni. Dal quarto figlio è prevista una nuova maggiorazione. Ridotta al 5% l’Iva sui prodotti per la prima infanzia, scende al 5% anche quella sugli assorbenti femminili.

Giorgia Iacuele

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