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Serialmirrors, le storie delle donne assassine in mostra al BOOMing di Bologna

Dal 12 al 15 maggio a BOOMing l’artista Elena Pizzato espone specchi che raccontano storie di donne assassine. Da Madame La Voisin, la celebre protagonista dello scandalo dei veleni alla corte di Luigi XIV a Madame Popova, la vendicatrice delle mogli. “Cattive e spietate nella difesa della propria libertà”.

 

Donne assassine che hanno lasciato un segno nella storia. Donne fatali, forti, dominatrici che non subiscono, ma agiscono per difendersi, come anche per uccidere. Dal 12 al 15 maggio alla fiera d’arte contemporanea BOOMing che si svolge presso lo spazio Dumbo di Bologna, la galleria romana Supermartek presenta la mostra personale dell’artista Elena Pizzato. Bassanese classe 1979,  pone l’accento sul potere femminile nelle sue declinazioni più estreme. Una serie di specchi antichi lavorati con tessuti, cinghie e borchie, riflette alcune delle più famose storie di serial killer donne che in epoche passate hanno sconvolto l’opinione pubblica e a volte creato leggende.

C’è Madame Popova, la russa nota come la giustiziera delle donne, famosa per aver ucciso oltre 300 uomini su commissione. Catherine Deshayes, meglio conosciuta come Madame La Voisin, la celebre protagonista dello scandalo dei veleni alla corte di Luigi XIV in cui furono coinvolte alcune tra le dame più in vista del regno. Ci sono anche le giovani Papin, coppia di sorelle assassine che sconvolse la Francia nel 1933, il cui caso noto come l’Affaire Papin sollevò questioni sociali come lo sfruttamento sul lavoro e molti scrittori trassero ispirazione da questa vicenda.

Tutte le storie provengono dalla cronaca nera. Tutte tranne una: Beatrix Kiddo, l’assassina impersonata da Uma Thurman e protagonista dei film della serie Kill Bill, che proviene dall’immaginario cinematografico di Quentin Tarantino, ma che racchiude tutti gli elementi narrativi affrontati dall’artista. Primo tra tutti, il concetto che anche la donna può fare male, se necessario. E di certo questa affermazione non può essere interpretata come il perdono della violenza, ma come la possibilità di essere cattive e spietate nella difesa della propria libertà, della propria unicità, dei propri sogni.

Il filo rosso che lega l’attività artistica di Pizzato è il ruolo e il potere femminile nelle sue caleidoscopiche sfaccettature, anche le più spinte, in questa mostra i suoi specchi-feticcio urlano Girl power. Perché anche il “gentil sesso” in certe situazioni di disagio o oppressione può essere letale.Questa mostra sembra quasi un avvertimento, un simbolo di forza e rivalsa femminile che ribalta i ruoli, estremizzandoli.

L’artista ha approfondito il fenomeno del feticismo e il potere “magico” del feticcio, di come un semplice oggetto possa avere una tale forza attrattiva su di noi, come se vivesse di vita propria. In questo progetto è lo specchio il feticcio prescelto, che sia di pelliccia, damascato o borchiato, diviene una sorta di warmhole che proietta il fruitore in vite altre, rubate alla realtà come alle favole. “Vado alla ricerca di specchi e specchiere antichi – racconta Elena – perché già essi stessi rappresentano degli oggetti che racchiudono molteplici storie di vita, hanno riflesso chissà quanti volti e situazioni nella storia che noi non potremo mai conoscere e questo è il loro fascino. Alle pagine di questi misteriosi “libri” io non faccio che cucire storie reali, racconti familiari, favole nere”.
 

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