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“Sorelle per sempre” di Mauro Caporiccio

 

Le pagine di “Sorelle per sempre” scorrono in modo fluido e leggero.

Una semplice battuta della maestra di una scuola materna a Mazara del Vallo bastò per stravolgere la vita di due famiglie. Questa è la storia, vera, raccontata nel libro. Apparentemente un normalissimo primo giorno di scuola, uno come tanti, ma che cambiò tutto in un istante.

Anche se non è un termine che si utilizza per uno scritto, questo testo si potrebbe definire “morbido”. Mauro Caporiccio ha saputo raccontare la storia in modo dolce ed emozionante. Parola dopo parola si entra nella trama e, quasi, si vive il tormento delle due famiglie e di tutte le difficoltà, pratiche ed emozionali, che hanno affrontato. richiami in siciliano danno la possibilità di immergersi veramente nel protagonista, di far vivere la lettura immedesimandosi nelle loro vite. I personaggi sono sviluppati in modo chiaro e completo, e soprattutto sono raccontati tutti. Il vero dramma poteva essere riportato anche solo dal punto di vista delle madri, che, di solito, sono le più colpite. Invece no, in “Sorelle per sempre” si dà luce anche alla parte emozionale dei padri e voce alla fondamentale presenza dei nonni.

Sensibilità e delicatezza per raccontare la storia di un errore umano, che, per fortuna, non si è trasformato in un incubo. L’amore e l’unione delle due famiglie hanno trionfato sullo sconforto e l’insicurezza. E ora sono una grande famiglia in cui c’è posto per tutte, sorelle di sangue e di cuore.

Un inizio insolito

La prima particolarità di questo libro è proprio il principio. Mauro Caporiccio racconta lo stato d’animo della maestra, Annalisa Portone, e i suoi forti sensi di colpa per aver pronunciato quelle fatidiche parole. Ma non è di certo sua la responsabilità di quello che accadrà dopo.

Prosegue con la presentazione dei due componenti principali di ogni famiglia per far capire come sono e come sono arrivati alla vita che fino a quel momento conducevano.

L’evento che nessun genitore vorrebbe mai vivere accade nella città siciliana nel 1998. Era la notte di capodanno quando le due donne, Maria Marino, detta Marinella e Gisella Paladino si ritrovarono insieme in ospedale per partorire. Le bambine, Caterina e Melissa, nascono a soli quindici minuti e a pochi metri di distanza l’una dall’altra.

L’autore

«Ho scritto prima il film assieme ad altri colleghi per poi dedicarmi al libro. Mi dispiaceva non raccontare i risvolti più intimi di due intere famiglie passate dagli abissi di un dramma esistenziale al lieto fine della rinascita. A distanza di 18 anni i protagonisti della storia hanno infatti trovato la forza e il coraggio di parlare a cuore aperto. Si sono confidati con me raccontando emozioni, aneddoti e particolari forse mai confessati. Sono così venuti alla luce il film e, subito dopo, la fedelissima trama del libro». Con queste parole Mauro Caporiccio spiega cosa lo ha portato a raccontare la storia delle due famiglie. Ma il lavoro per la costruzione di questo progetto è iniziato 20 anni fa da parte sua, quando è venuto a conoscenza della storia.

Classe ’63 è autore televisivo e sceneggiatore. Ha legato gran parte della sua vita professionale alla Rai (La vita in diretta, Uno Mattina, Petrolio, Città segrete, Techetechetè). Da sceneggiatore ha scritto film e miniserie spesso ispirate a storie realmente accadute, tra cui ricordiamo: “Sorelle per sempre” (2021), “Al di là delle frontiere” (2004), “Il figlio della luna” (2007), “Mister Ignis” (2014), “I nostri figli” (2018), “Ero in guerra ma non lo sapevo” (2021).

Giorgia Iacuele

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