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Storia del vino

Parlare del vino e della sua storia conduce alla zona di penombra tra mito, Bibbia e documentazione storica vera e propria. Il vino è una bevanda alcolica che si ottiene dalla fermentazione dell’uva che proviene dalla Vitis vinifera. È un prodotto vivo, poetico, frutto della terra e del lavoro dell’uomo che rimanda ad un’infinità di suggestioni.

Bisogna accostarvisi con una certa attitudine perché i vini raccontano della diversità dei territori, dei climi e microclimi, delle geologie, delle epoche e dei tempi diversi. Il vino si fa ricordare attraverso le sensazioni dell’olfatto, per i molteplici profumi e del gusto, perché tanti sono gli aromi, e si lega a emozioni che richiamano tempi e luoghi del passato.

La Vitis vinifera è una pianta rampicante che cresce verso l’alto cercando i raggi del sole e la sua comparsa e attestata già 300.000 anni fa. La storia dell’uva è quindi molto antica ma anche il succo che se ne ottiene ha origini remote. Le prime prove certe della fermentazione alcolica dell’uva risalgono alla preistoria in particolare al periodo che va dal mesolitico al neolitico ossia tra gli 8000 e i 5000 anni a. C. nelle zone del Caucaso, dell’Armenia e della Georgia. Fu “scoperto” molto probabilmente per caso: l’uva messa in un contenitore per diverso tempo avrà cominciato a fermentare.

A partire dal II millennio a.C. il consumo del vino si diffuse stabilmente ma strettamente legato a riti religiosi e manifestazioni sacre. Erodoto, lo storico greco, descrive le feste degli egizi con orge e ubriachezza collettive in onore di Hathor, la dea del cielo, della gioia, della danza e dell’amore. L’Antico Testamento, dal canto suo, contiene molteplici riferimenti al vino e nel Nuovo Testamento esso diviene simbolo della Nuova Alleanza tra Dio e il suo popolo, al punto che Gesù Cristo lo sceglie come segno del suo sangue da trasformare nel sacrificio eucaristico.

La sua importanza è attestata anche in Cina dove si conosceva la vite già nel 7000 a.C. anche se le prime vinificazione risalgono al I millennio d.C. Il vino fu uno degli assi portanti dei rituali pagani della Grecia classica e la vite assunse importanza decisiva con l’Impero romano poiché si diffuse in tutta Europa, come testimoniano Plinio, Cesare e Virgilio. La bevanda ottenuta dalla fermentazione del vino era all’epoca molto diversa da quella odierna: era un liquido dolciastro molto forte, mai consumato puro ma allungato con acqua o aromatizzato con salse di pesce, spezie o resine. Nel I secolo a.C. godeva comunque di un grande prestigio e proprio in questo periodo fecero la sua comparsa la botte di legno per conservarlo, invenzione dovuta ai Galli.

Il Medioevo, in particolare tra il IV e il IX secolo d.C. vide un periodo di crisi nella produzione e nel consumo di vino. Le popolazioni germaniche che invasero il Mediterraneo erano infatti estranee alla cultura della vite poiché erano popoli nomadi e per questo impossibilitati alla coltivazione di una pianta che necessitava di lunghi tempi di produzione. I barbari, saccheggiando e causando carestie, distrussero gran parte del panorama viticolo europeo. Si deve agli ordini ecclesiastici il mantenimento delle conoscenze e delle pratiche enologiche soprattutto durante l’Alto Medioevo.

I monaci benedettini e cistercensi custodirono nei loro monasteri, terreni e cantine le viti e le conoscenze vinicole, continuando a produrre vini per uso e consumo interno. Fu proprio grazie al contesto di nascondimento e salvaguardia che vennero fatte scoperte importanti, come quella della cantina sotterranea per custodire botti che in genere erano tenute nelle soffitte;  grazie al buio, alla temperatura e all’umidità la conservazione del vino venne affinata.

La rinascita del mercato e della produzione del vino la si vede nuovamente intorno all’anno Mille quando la viticoltura torna ad essere una delle attività agricole principali e il vino riacquista il ruolo di bevanda prestigiosa, sebbene il liquido è ottenuto da miscele di uve bianche e rosse che poco hanno a che vedere con il vino che conosciamo noi.

Durante il Rinascimento il vino è considerato la bevanda nobile degustata da Papi e da Re ma anche la bevanda ordinaria consumata dal popolo per sostentarsi. Comincia proprio in questo periodo la differenziazione dei vini in base alle condizioni climatiche; in particolare acquista notevole prestigio le zone dello Champagne e di Bordeaux,  favorite dagli scambi commerciali con gli inglesi, i veri creatori del mercato del vino.

Il XVII secolo vede una nuova crisi nei consumi poiché si affacciano sul mercato altre bevande alcoliche concorrenti ossia la birra e i superalcolici, oltre al fatto che l’acqua comincia a diventare potabile. Nello stesso tempo si assiste a nuove acquisizioni enologiche come l’uso dello zolfo in cantina, la colmatura delle botti per impedire l’acidificazione del vino, l’utilizzo della bottiglia di vetro e il ritorno all’uso del tappo di sughero che dall’epoca romana era stato abbandonato.

Nella prima metà dell’Ottocento aumentano le conoscenze scientifiche e tecniche relative al vino e in Francia già nel 1855 appare una sorta di classificazione delle Denominazioni di Origine Controllata. La Francia ha senza dubbio dominato il mondo del vino tra il 1600 e il 1800; l’Italia invece ha continuato a produrre vino da tavola di scarso pregio, usato come accompagnamento del cibo e non come simbolo di una civiltà.

Solo a partire dagli anni ‘80 molte aziende vinicole italiane hanno avviato una riconversione qualitativa, sfruttando l’enorme potenziale offerto dalle condizioni geografiche e climatiche delle aree viticole della penisola e si è avviato un movimento socio-economico molto ampio che ha ridotto il consumo quantitativo di vino in Europa e nel mondo e ha sviluppato spazi di utilizzo qualitativo. Al giorno d’oggi il “bere meno ma bere meglio” è diventata un’importante tendenza di costume.

Il mondo del vino è un mondo ricco, affascinante e in costante evoluzione. Le variabili che lo caratterizzano dipendono dai luoghi, dai suoli, dalle altimetrie, dall’influenza del mare e delle montagne, dalle differenti esposizioni al sole e dai particolari vitigni che ogni zona possiede: infinite sono le combinazioni che danno carattere al vino.

Veronica Tulli

Foto © Vita Da Calice

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