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Tempi di “Saldi” ….. la Sabina in vendita ?

Si vuole vuole cancellare una “VALLE dell’ EDEN”, con un progetto inquietante sulle sponde del FARFA  

un reportage della Redazione della Consul Press da Sant’ Ilario sul Farfa

I primi giorni di gennaio la popolazione di Castelnuovo di Farfa, paesino di circa mille anime, situato in Sabina a pochi chilometri dall’abbazia di Farfa ha appreso, grazie ad un architetto di Roma che vive a Toffia, sempre  molto informato sugli eventi che riguardano la zona, l’ intenzione di un privato di affittare, dietro più che lauto compenso, ventimila euro di canone mensile, ad una società che costruisce impianti fotovoltaici, un terreno agricolo ”di pregio” di sette ettari e mezzo con possibilità di estensione  a quindici ettari al centro della valle del fiume Farfa, a duecento metri dal fiume e dalle sue rinomate “Gole del Farfa” nel corso medio alto in Zona Speciale di Conservazione –ZSC IT 6020018, a cento metri dal sito archeologico, nominato da qualche anno patrimonio dell’Unesco, di Grotta Scura. Affacciati  ed adiacenti alla vallata, oltre a Castelnuovo di Farfa, i borghi medievali di Mompeo, Salisano, Castel San Pietro, Casaprota, Frasso, Monte S.Maria e Poggio Nativo, nonché un susseguirsi di aziende agricole ed abitazioni.


Sentiamo sempre più parlare di tutela ambientale e di ritorno all’agricoltura biologica e di qualità anche per favorire l’occupazione di quei giovani che lentamente, grazie anche alla possibilità di accedere al credito, seppure con notevoli difficoltà, per avviare attività agricole, stanno tornando a credere nell’ agricoltura e ci troviamo a dover affrontare queste storture che convengono economicamente solo e soltanto al proprietario del terreno ed alla società incaricata  alla realizzazione dell’impianto fotovoltaico senza alcun beneficio per gli abitanti della zona, ma con una ricaduta catastrofica per il lavoro e la serenità dei tanti che si sono adoperati per decenni nella salvaguardia di un territorio a vocazione esclusivamente agricola e turistica, che crea un indotto fondamentale per l’economia  dei paesini circostanti. Quale descrizione potrebbero fare i turisti italiani e stranieri che visitano questi luoghi se al posto della splendida vallata trovassero un impianto di quelle dimensioni?

Oltre all’ impatto paesaggistico mostruoso è indispensabile valutare quello ambientale di gravità assoluta: movimenti terra per spianare la collina per permettere l’inclinazione ”giusta” dei pannelli solari, inserimento nel terreno di pali giganteschi per sorreggere l’impianto e diserbo del terreno sottostante i pannelli, con conseguente inquinamento delle falde acquifere che confluiscono nel vicinissimo fiume Farfa, utilizzo continuo di topicidi che avvelenerebbero, oltre  ai topi, animali selvatici ed uccelli (il motivo dell’utilizzo è evitare che vengano danneggiati i rivestimenti in plastica dei cavi di rame), inquinamento luminoso,  poiché i suddetti cavi di rame devono essere protetti da eventuali furti e per questo si andrebbe ad illuminare una zona ricercata proprio dagli astrofili in quanto adeguata alle osservazioni di costellazioni, luna ecc.. A questo proposito l’Osservatorio di Frasso con l’ Associazione Astrofili Romana ha aderito alla raccolta di firme per impedire questo scempio. Infine e non meno rilevante, l’esempio negativo, soprattutto per i giovani, che darebbe tale realizzazione: chiunque ha un ettaro di terra, invece di faticare, affitta il terreno sul quale viene costruito  un impianto fotovoltaico, vende l’energia, si arricchisce senza fatica sottraendo terreno agricolo!

Nessuno, ovviamente, è contrario all’ energia alternativa, ma gli  impianti fotovoltaici possono essere realizzati sui tetti dei capannoni industriali, degli edifici pubblici i cui gestori possono rivendere l’energia non utilizzata e comunque su territori meno impattanti sotto l profili paesaggistici ed ambientali.

In pochi giorni, poiché i tempi si sono rivelati stretti, i Comuni di Castelnuovo di Farfa e di Mompeo, gli abitanti della zona, riunitisi in Comitato, si sono adoperati affinché venga scongiurata questa vera e propria sciagura. In prima persona alcuni promotori del Comitato hanno scritto al Governatore della Regione Lazio, ai Presidenti della C.C.I.A.A. di Rieti, della DOP Sabina (denominazione di origine protetta dell’olio), a televisioni e radio, informato giornalisti che svolgono il loro lavoro nella provincia di Rieti, raccolto più di 300 firme; altri hanno fatto altrettanto, ma soprattutto il lavoro dell’architetto Pettinari e di Stefano Fassone, presidente di Italia Nostra, sono stati determinanti per presentare alla Regione le controdeduzioni riguardo il progetto presentato dalla Resit s.r.l., la società che vorrebbe realizzare l’impianto. Il Comitato è pertanto in attesa delle decisioni degli uffici regionali preposti ad un parere, auspicando che sia negativo. Ovviamente anche la politica si è palesata con il Movimento 5 stelle che ha presentato un’interrogazione al consiglio regionale circa la fattibilità dell’impianto. Il PD, con l’ex sindaco di Poggio Mirteto Refrigeri, si è mostrato solidale con il comitato ed anche Fratelli d’Italia ha preso posizione contro questo scempio.

_________SUSANNA SERAFINI

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Al termine di questa panoramica, la Redazione della Consul Press desidera esprimere la propria solidarietà nei confronti sia degli Abitanti della zona, del Comitato e dei Comuni impegnati nella salvaguardia di un bene comune, sia delle Istituzioni che operano sul Territorio. E si dichiara ben disponibile a dare ampio risalto, tramite tale Testata, a tutte le istanze ed iniziative per tutelare questa ” Valle dell’ Eden”.