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TRA MITO E LEGGENDA: I VAMPIRI AL DI FUORI DELL’EUROPA

“Vedi fuori dell’Europa esistono molte creature che sfuggono alle definizioni canoniche di vampiro o licantropo”                 Il sommo inquisitore

Vediamo in questo articolo come la credenza sui vampiri si è sviluppata in altri paesi che non hanno sentito su di loro la tradizione di una cultura prima slava e poi inglese come noi in Europa.

             ASIA: il ghoul.il bhūta, il nukekubi e gli altri

Radicate in vecchi folclori, moderne credenze si sono poi diffuse in tutta l’Asia, dai ghoul della terraferma fino agli esseri vampireschi delle isole del sudest asiatico.                        In India ci sono sempre state  leggende sui vampiri.                Il bhūta o prét è l’anima di un uomo morto prematuramente. Si muove di notte, animando cadaveri e attaccando i vivi, similmente a un ghoul così temuti da dedicare loro la costruzione di templi votivi nei quali offrire loro in sacrificio degli animali per placare la loro fame ed evitare che si accaniscano sui villaggi. Il bhuta é il più noto demone-vampiro indiano, un essere notturno che di giorno ha la possibilità di riposarsi sulle culle appese al soffitto che trova nei templi e nelle cappelle a lui dedicate(Bunson 1993) Nell’India del nord viene narrato di una creatura simile ai vampiri, il brahmarakShasa , caratterizzato dalla testa cinta di interiora e un teschio da cui beve sangue. Secondo la fede induista, queste creature sono reali. Il loro corpo è costituito da quattro dei cinque elementi: Aria, Materia Oscura (Spazio), Fuoco e Terra ed è l’assenza dell’acqua indica l’imperitura ricerca da parte del vampiro di soddisfare la sua sete con il sangue. I vampiri sono inoltre esseri demoniaci condannati a bere sangue umano, anatema compensato però da altri poteri oscuri. Secondo questo folclore la forza e la durezza dei loro corpi è dovuta alla mancanza di liquidi.                                                                                                         Per ciò che riguarda il Giappone, nonostante i vampiri appaiano nel cinema giapponese sin dagli anni cinquanta, il folclore alla base ha origini occidentali (Bunson 1993). La creatura più simile al vampiro nell’immaginario giapponese è forse il nukekubi, la cui testa e collo sono in grado di staccarsi dal corpo per volare via e andare a caccia di prede umane  (Lafcadio Hearn, Kwadain     stories and studies of strange things).                                                      

Leggende di esseri femminili simili a vampiri esistono però nelle Filippine, in Malesia e in Indonesia. Nelle Filippine, le due maggiori creature sono il mandarugo (letteralmente “succhia-sangue”) del popolo dei tagalog e il mananangal (“creatura che si divide in parti”) dei visayan . La prima è una variazione dell’aswang, il serpente mannaro delle filippine, che prende le sembianze di un’attraente ragazza di giorno, mentre di notte le crescono ali e una lunga lingua concava e fina. La lingua viene usata per succhiare sangue dalle proprie vittime addormentate. La seconda, invece, è descritta come una più matura ma comunque bellissima donna, capace di prendere il volo grazie a enormi ali di pipistrello, che si nutre di donne incinte addormentate e inconsapevoli, usa una lingua lunga quanto una proboscide per succhiare via i feti dai grembi materni. Talvolta si ciba di interiora (specialmente cuore e fegato) e del muco delle persone malate (Ramos, Creatures of Philippine Lower Mythology).

Il malese penanggalan potrebbe essere una giovane o vecchia donna, in ogni caso attraente, che ha ottenuto la sua bellezza per mezzo della magia nera ed è spesso descritta nel folclore come un essere oscuro o demoniaco. È in grado di staccare dal corpo la sua testa zannuta e di farla volare nella notte in cerca di sangue, in genere di donne incinte. I malesi spesso attaccano i jeruju, una specie di cardi sulle porte e sulle finestre delle case, sperando di scacciare il penanggalan.

Il leyak è un essere simile del folclore di Bali. Un kuntilanak in Indonesia, o un pontianak o langsuir in Malesia, è una donna morta di parto divenuta una non morta, che in cerca di vendetta terrorizza villaggi. Appare come una donna attraente con lunghi capelli neri che ricoprono un buco sulla base della nuca, col quale succhia il sangue dei bambini, ricoprire il buco con i suoi stessi capelli la fa scappare via. Per evitare che questi arcani si manifestino si mettono perle di vetro in bocca o aghi conficcati nei palmi delle mani per prevenire che si trasformino.

Gli jiang shi (僵屍 o 殭屍, 僵尸; letteralmente “cadavere rigido”), chiamati anche “vampiri cinesi” dagli occidentali, sono cadaveri rianimati che uccidono i vivi per assorbire la loro linfa vitale (). Si dice che nascano quando un’anima non è in grado di vivere nel corpo del defunto. A differenza dei vampiri, gli jiang shi sono creature senza mente e non hanno ragionamenti propri (Hong Kong: Joint Publishing H.K.)

                      AFRICA: l’asanbosam, l’impudulu, l’adze

Varie regioni africane possiedono racconti folcloristici di esseri con caratteristiche simili a quelle dei vampiri: nell’Africa occidentale gli Ashanti dicono che esiste una creatura l’asanbosam, che abita sugli alberi(Bunson 1993, enciclopedia dei vampiri). Questo essere vive nelle foreste, dove spesso incontra i cacciatori locali. Le leggende sostengono che gli Asanbosam siano la reincarnazione di vecchi stregoni malvagi. Di solito l’Asanbosan possiede sembianze umane, ma con due eccezioni: ha denti in acciaio ed uncini al posto dei piedi. In genere colpisce le sue vittime al pollice. Il popolo Ewew (Ghana e Togo) narra dell’adze, che può prendere le sembianze di una lucciola o di una mosca e dà la caccia ai bambini. Nella sua forma primordiale è uno spettro luminoso fuoriuscito da uno stregone, si aggira sotto forma di lucciola e se catturato si trasforma in umano. Secondo le leggende locali, beve sangue, olio di palma e latte di cocco.                La regione orientale del Capo d’Africa tramanda la leggenda dell’impundulu, una creatura possiede le sembianze di un volatile di colore nero e bianco, dalle dimensioni di un essere umano. Viene spesso associato alla stregoneria, avendo il compito di difendere il proprio evocatore e la sua famiglia da eventuali nemici. È inoltre considerato un vampiro, in quanto possiede il potere di tramutarsi in un uomo per sedurre delle donne (vedi Incubo versione maschile della Succube), nutrendosi del loro sangue questa creatura può poi riprendere le sembianze di un grosso uccello con gli artigli che può evocare tuoni e lampi (vedi anche l’uccello del tuono nella mitologia dei nativi americani). Il popolo Betsileo del Madagascar narra la leggenda del ramanga, un bandito o vampiro vivente che beve e si ciba delle unghie dei ricchi.  Il termine Loogaroo, che indica una creatura mitologica simile a un vampiro, probabilmente deriva dal francese loup-garou (che significa ”Licantropo”) ed è molto comune nella cultura delle isole Mauritius, da sempre porto di mare di tutte le culture europee, africane e non solo.

VAMPIRI NELLE DUE AMERICHE: il loogaroo, la soucuyant, la cihuateteo

Attraverso i porti delle Mauritius ma non solo i racconti sui loogaroo sono diffusi anche nelle isole caraibiche e in Louisiana negli Stati Uniti. Simili mostri femminili sono la soucuyant di Trinidad, la tunda e la patasola del folclore colombiano. La Souccuyant è uno spirito mutaforme del folclore caraibico che di giorno appare come una donna di carattere solitario. Di notte si strappa la pelle e la lavora in un mortaio. La sua vera forma è simile a una palla di fuoco che cerca le sue vittime di notte e può entrare dovunque potendo rimpicciolire la sua forma in quello che le serve per entrare nelle case, può bere sangue da qualsiasi parte del corpo e lascia un alone blu qualora non riesca a digerire la vittima. Se la soucouyant beve troppo sangue uccide la vittima e  questo è un modo per creare una nuova creature della sua specie; questo dà la possibilità alla soucouyant la possibilità di possedere e usare inotre la pelle della vittima. Pratica inotre la magia nera ed usa il sangue che toglie alle vittime per avere poteri oscuri dal demone Bazil che risiede nell’albero del cotone( silk cotton tree). I miti Mapuche narrano di Peuchen, un serpente mutaforme che può cambiare forma velocemente e che può succhiare sangue senza lasciare marchi sulle vittime (Vilches, Chiloe Misterioso).  Secondo varie superstizioni sudamericane dell’aloe appesa sulla porta d’ingresso avrebbe la capacità di scacciare i vampiri (Londoño, Testamento del paisa). La mitologia azteca narra dei cihuateteo, detti anche ”donne divine”, spiriti dal viso scheletrico di donne che sono morte di parto, Erano equiparate agli spiriti dei guerrieri morti in un violento conflitto perché nella concezione azteca la nascita era l’equivalente di una grande battaglia.”The Aztecs-Mexica and Death: A Rebirth of Gods and Men”.  Le cihuateteo rubano bambini e intraprendono relazioni sessuali con i vivi, portandoli alla pazzia(Reader’s Digest Association: Vampires Galore!)

L’america del nord è un caso a parte perché qui sono arrivati tutte le leggende del sudamerica e dell’europa già con gli stessi colonizzatori. Durante il tardo XVIII e XIX le credenze sui vampiri cominciarono a diffondersi in parti del New England, specialmente nel Rhode Island e nel Connecticut orientale. Vi sono numerosi casi documentati di persone che dissotterravano i propri cari per rimuovere il loro cuore nella convinzione che il defunto fosse un vampiro e che fosse responsabile di morti e malattie in famiglia. In realtà non veniva mai usato il termine Vampiro per indicare la malattia ma qui si credeva che la malattia mortale della tubercolosi, nota all’epoca come “consunzione”, fosse causata dalle visite notturne da parte di un membro della famiglia morto anch’egli della stessa malattia( Sledzik, Bellantoni, bioarcheogical and biocoltural   evidence for New England  vampire folk belief). Su questo vedi anche il film e il libro di intervista col vampiro (Anne Rice), che ho già citato nel mio primo articolo sui vampiri, in cui si narra appunto della tubercolosi usata come copertura per mascherare il vampirismo. Il più recente e documentato caso di sospetto vampirismo fu quello della diciannovenne Mercy Brown, che morì a Exeter  nel Rhode Island, nel 1892. Suo padre, assistito dal medico di famiglia, la rimosse dalla tomba due mesi dopo la sua morte, le tagliò via il cuore e lo bruciò riducendolo in cenere(vedi Interview with a real vampire stalker, su seacoastnh.com).

foto Credo quia absurdum                                  ©Francesco Spuntarelli

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