Skip to main content

TRA MITO E LEGGENDA: IL VAMPIRO

“Cosa è un uomo? Solo una miserabile e piccola pila di segreti”

Dracula Castlevania Simphony of the Night.

Il vampiro è un essere mitologico o folcloristico che sopravvive nutrendosi del sangue o meglio dell’essenza vitale di altre creature, ed è diventato il protagonista principale del genere horror. Entità di tipo vampirico siano diffuse in numerose culture ed epoche, il termine “vampiro” si cominciò a usare solo agli inizi del XVIII secolo, dove le leggende sui vampiri erano molto diffuse, soprattutto i vampiri erano noti come βρυκόλακας (vrykolakas) in Grecia e strigoi in Romania.

La superstizione nei confronti dei vampiri crebbe dagli inizi del XVIII secolo a tal punto da far nascere una grave isteria collettiva che in alcuni casi portò a piantare paletti nei cadaveri e ad accusare e uccidere persone colpevoli di vampirismo. I folcloristici vampiri dell’Europa dell’est presentavano una notevole varietà di rappresentazioni, in una prospettiva che va dall’essere simile agli umani al cadavere putrefatto. Il romanzo Dracula, pubblicato nel 1897 da Bram Stoker, arrivò a essere considerato la quintessenza del romanzo vampiresco e ad fornì le basi per le opere moderne. Dracula diede in qualche modo voce allo stato d’ansia di un’epoca in forte cambiamento. A parte queste derivazioni moderne spiriti con le caratteristiche dei vampiri già esistevano in tempi antichi: gli antichi greci credevano che alcuni corpi morti potessero rianimarsi e che per tenerli nelle loro tombe, dovessero essere ritualmente uccisi o intrappolati all’interno in qualche modo, come bloccare il corpo con frammenti di anfora o grandi pietre, come è stato fatto nella necropoli di Passo Marinaro in Sicilia. Questa necropoli è ritenuta molto particolare perché detiene i resti dei redivivi, una figura non-morta che è da considerarsi come l’antenato di un vampiro o uno zombi moderno, i corpi qui sepolti hanno grosse pietre sul corpo per impedirne il movimento

                       IL VAMPIRO NEL FOLCLORE

Il concetto di vampirismo esiste da sempre in tutte le culture come quella ebraica, greca e romana, allora infatti concepirono demoni e spiriti che possono essere considerati precursori dei moderni vampiri anche se non è detto che dovessero avere caratteristiche che gli diamo noi oggi. In tutte le leggende di ogni civiltà passata e presente però, i diversi tipi di vampiri vengono tutti accomunati da una sola caratteristica, cioè quella di nutrirsi in qualsiasi diversa maniera dei loro simili, una sorta di antropofagia ”differente” (sull’antropofagia guardate il mio articolo sul Windigo/Wendigo, spirito dei nativi d’America). Anche se la presenza di creature simili ai vampiri in queste antiche civiltà, il folclore sui vampiri così come lo conosciamo oggi si è originato esclusivamente nell’Europa dell’est ( Silver e Ursini: I film sui vampiri: da Nosferatu a Dracula di Bram Stoker) perché fu allora che queste credenze furono messe per iscritto e pubblicate per un vasto pubblico. I vampiri sono normalmente creature malvagie, streghe e affini, ma possono anche essere cadaveri posseduti da spiriti malevoli o umani trasformati dopo essere stati morsi da altri vampiri. La credenza in tali leggende generò un isteria di massa che causò non poche esecuzioni di persone innocenti ma credute vampiri dai loro carnefici.

                        CARATTERISTICHE DEI VAMPIRI

Nonostante sia difficile dare un’unica, definitiva descrizione del vampiro folcloristico, vi sono tuttavia alcuni elementi che sono comuni a molte delle leggende europee. I vampiri sono generalmente descritti come gonfi, con una carnagione scura, o sanguigna; queste caratteristiche erano spesso attribuite alla nutrizione a base di sangue. Il vampiro, nella sua tomba, tendeva a perdere sangue dalla bocca e dal naso mentre il suo occhio sinistro rimaneva spesso aperto (secondo il trattato di Paul Barber: Vampiri Morte e sepoltura: folclore e realtà 1988). Le zanne al posto dei canini superiori non facevano parte delle sue caratteristiche alle sue origini. Specialmente nelle zona di influenza greca e slava si mettevano anche due monete sugli occhi, secondo le possibilità in argento, per fare in modo che se il cadavere si fosse rianimato quelle gli avrebbero bruciato gli occhi o comunque impedito il cambiamento

                               CREAZIONE DEI VAMPIRI

Le cause della creazione di un nuovo vampiro erano molte. I cadaveri che non venivano trattati con acqua in ebollizione erano considerati a rischio. Nel folclore russo si diceva che i vampiri fossero un tempo streghe o persone che si erano ribellati contro la Chiesa quando erano ancora in vita (fonte: Reader’s Digest).  Secondo la tradizione slava e cinese, qualsiasi cadavere che fosse stato calpestato da un animale aveva la possibilità di diventare un non morto. Era inoltre assai diffuso seppellire i morti a testa in giù e collocare oggetti terreni del deceduto vicino alla tomba sia per soddisfare i demoni che tentavano di possedere il morto sia per mitigare quest’ultimo e prevenire la sua resurrezione dalla tomba. Questo metodo  deriva in un qualche modo dall’usanza greca di appoggiare un obolo sulla bocca del defunto per pagare il dazio e poter attraversare il fiume Stige nell’oltretomba. Questa tradizione persiste nel folclore greco del vrykolakas, il loro ”tipo” di vampiro, in cui una croce di cera e un pezzo di porcellana con l’iscrizione “Gesù Cristo vince” sono posizionati sul corpo del defunto per prevenire che questi diventi un vampiro (John Cuthbert Lawson: folclore greco moderno e religione nell’antica Grecia).

In Europa inoltre si praticava  la rottura dei tendini all’altezza del ginocchio o il posizionamento di semi di papavero, di miglio o di sabbia sul terreno sopra la tomba di un presunto vampiro; questa pratica intendeva lasciare i vampiri occupati tutta la notte a contare i granelli che cadevano all’interno della bara, e li associava quindi all’aritmomania (fissazione a contare piccoli oggetti, come il protagonista della serie detective Monk). Secondo una leggenda cinese, se una creatura simile a un vampiro si trovasse davanti a un sacco di riso, si metterebbe a contare tutti i chicchi; altre storie equivalenti sono presenti sia nel subcontinente indiano così come nell’America del Sud (Agustín Jaramillo Londoño, Testamento del paisa).

                                      IDENTIFICAZIONE

Erano utilizzati molti rituali per identificare un vampiro. Un metodo per trovare la tomba di un vampiro consisteva nel far cavalcare un ragazzo vergine su uno stallone nero vergine anch’esso all’interno di un cimitero: il cavallo si sarebbe fermato sopra la tomba in questione (questo fa pensare all’unicorno nel mito greco che può essere cavalcato solo da un vergine o da un puro di cuore). Cadaveri creduti vampiri erano generalmente descritti come più sani del dovuto, gonfi ma con pochi o nessun segno di decomposizione. In alcuni casi, quando una tomba sospetta veniva aperta, i presenti descrivevano il cadavere con la faccia ricoperta del sangue di una sua vittima. La morte di bestiame, pecore, parenti o vicini di casa era la prova dell’attività di un vampiro nella zona ( il vampirismo sugli animali viene descritto da Anne Rice in Intervista col Vampiro).  Alcuni vampiri nel folclore, inoltre, potevano testimoniare la propria presenza tramite attività simili a quelle dei fantasmi, come scagliare o muovere piccoli oggetti e provocando incubi a chi dormiva.

                               PROTEZIONE DAI VAMPIRI

Vi son diverse cose che si possono usare se si vuole avere un’effetto apatropaico (dal greco αποτρέπειν apotrepein :allontanare) con i vampiri. L’aglio la rosa selvatica, il biancospino e principalmente la verbena sono dannosi nei confronti dei vampiri, si credeva inoltre che spargere semi di senape sul tetto di una casa li avrebbe tenuti lontani. Oggetti esorcizzanti possono essere considerati gli oggetti sacri o la stessa acquasanta. Si dice che i vampiri non siano in grado di camminare su un terreno consacrato, come quelli di chiese e templi o attraversare acqua corrente    (vedi i trattati di Dagmar Burkhardt). Anche gli specchi venivano usati per allontanare i vampiri, ad esempio posizionandone uno sulla porta d’ingresso, infatti secondo alcune culture, i vampiri non possono riflettersi e talvolta non proiettano la propria ombra, forse per via della mancanza dell’anima. Questa caratteristica non è universale non essendo presente nel vrykolakas greco ad esempio ma divenne comunque popolare e venne ripresa da numerosi scrittori e registi in quanto usata da Bram Stoker in Dracula. I vampiri non possono entrare in una casa ma una volta invitati a farlo possono farlo poi a loro piacimento (vedi film Ammazzavampiri 1985). I vampiri nel folclore classico sono più attivi la notte, ma non sono considerati vulnerabili alla luce del sole.

                             COME UCCIDERE UN VAMPIRO

Uno dei metodi spesso definiti efficaci per uccidere un vampiro è impalarlo, specialmente nella cultura slava. In Russia e negli stati Baltici si preferisce il legno di frassino in Serbia, quello di biancospino e quello di quercia nella Slesia. Potenziali vampiri venivano spesso impalati attraverso il cuore, con l’eccezione di Russia e Germania, dove venivano impalati attraverso la bocca. e della Serbia, dove venivano impalati attraverso lo stomaco. Bucare la pelle del petto era un modo per “sgonfiare” i vampiri (ritenuti più “gonfi” degli umani); i cadaveri venivano talvolta seppelliti con oggetti pungenti, di modo che se il corpo si fosse trasformato in vampiro e quindi gonfiato, gli oggetti lo avrebbero bucato e sgonfiato, bisogna poi vedere il fatto se questo inibisse la trasformazione o uccidesse l’essere. La decapitazione era il metodo più usato in Germania e nelle aree slave dell’ovest, con la testa seppellita tra i piedi, dietro le natiche o lontano dal corpo. Talvolta la testa, il corpo o i vestiti di un vampiro venivano inchiodati per prevenire la rinascita. I nomadi , dal canto loro, schiacciavano aghi di acciaio o di ferro nel cuore dei cadaveri e infilavano pezzi di ferro nella bocca, sugli occhi, nelle orecchie e tra le dita nel momento della sepoltura. A volte mettevano del biancospino in una calza del defunto o trafiggevano le sue gambe con un paletto di legno. In una tomba risalente al sedicesimo secolo, ritrovata nei pressi di Venezia nel 2008, gli archeologi trovarono un cadavere di una donna con un mattone conficcato a forza nella bocca; l’atto veniva considerato come un rituale contro i vampiri(Ariel David, Usa Today). Altre misure contro i vampiri includevano bagnare la tomba con acqua bollente o la completa incinerazione del corpo. Nei Balcani un vampiro poteva anche essere ucciso con un colpo di pistola o affogato, spruzzando acqua santa sul suo corpo o con un esorcismo, ma comunque ripetendo  la sua cerimonia funebre per convalidare la sua dipartita . In Romania poteva essere inserito dell’aglio in bocca, e fino al diciannovesimo secolo veniva presa la precauzione di sparare al corpo nella bara. In casi eccezionali, il cadavere veniva dismembrato e i pezzi bruciati, mischiati ad acqua e somministrati ai membri della famiglia come cura. Nella regione della Sassonia, in Germania, veniva messo un limone nella bocca dei sospetti vampiri (Bunson 1993).

                        ETIMOLOGIA DELLA PAROLA VAMPIRO

L’esatta etimologia del termine vampiro non è chiara. Ecco cosa scrive Sergei Aleksandrovich Tokarev, nel suo ”Miti dei popoli del mondo”:

In lingua albanese ghega “Dham-(dente)+Pirs(che beve)” significa”che beve per mezzo del dente” ma potrebbe derivare dal serbo вампир/vampir e che sia successivamente passato al tedesco Vampir, al francese vampyre, all’inglese vampire (la cui prima apparizione del termine nell’Oxford English Dictionary risale al 1734) e all’italiano vampiro. Un’altra teoria, meno popolare, sostiene che il termine slavo derivi dal turco ubyr, che significa “strega”. Da notare che successivamente la maggior parte di queste lingue adottarono forme come “vampir/wampir” dall’Occidente (dizionario etimologico della lingua francese). In russo antico, il vampiro è detto inoltre Упирь (Upir’).

            IL LATO PSICOLOGICO: ANTICO E MODERNO

La necrofobia, o paura dei morti, è un concetto presente nella cultura greca sin dal Neolitico. Al centro di questa fobia c’è la convinzione che i cadaveri abbiano la capacità di rianimarsi ed esistere in uno stato che non è né vita né morte, ma piuttosto ‘non-morte’ (Sulosky Weaver).I greci immaginavano situazioni in cui corpi rianimati si rialzavano dalle loro tombe, si aggiravano furtivamente per le strade e pedinavano vittime ignare, spesso per reclamare giustizia per un torto subito mentre erano in vita. Persino coloro che non potevano fisicamente lasciare le loro tombe rappresentavano una minaccia, perché i medium potevano facilmente invocare spiriti irrequieti e indurli a commettere atti atroci.

Nel suo trattato del 1931 ”On the nightmare” lo psicoanalista gallese Ernest Jones scrisse che i vampiri sono il simbolo di numerosi meccanismi di difesa inconsci. Amore, senso di colpa e odio sono emozioni che spingono il defunto a uscire dalla propria tomba. Poiché coloro che si ritrovano in lutto desiderano ricongiungersi con i propri cari estinti, potrebbero proiettare l’idea che anche il defunto voglia lo stesso. Di qui sarebbe quindi nata la credenza che i vampiri facciano visita ai loro familiari, in primis le mogli. Nei casi però in cui si era radicato nel rapporto un profondo senso di colpa, il desiderio di riunificazione venne sostituito da uno stato d’ansia, che portò a una rimozione, meccanismo psicologico che lo stesso Sigmund Froid collegò alla paura dell’occulto(Jones, patologia dell’ansietà morbida); Jones suppose che in questo caso l’originale desiderio di un riavvicinamento (sessuale) si fosse tramutato drasticamente in paura; l’amore è sostituito dal sadismo, e l’oggetto o la persona amata è sostituita da un’entità sconosciuta. L’aspetto sessuale potrebbe essere presente come non esserlo. L’innata sessualità del succhiare il sangue è legata al cannibalismo e a comportamenti simili a quelli dei demoni incubi o succubi, ma ci sono molte leggende narrano di esseri che succhiano i liquidi ad altre creature. Infine Jones notò che, mentre normali aspetti della sessualità sono repressi, forme regresse, come il sadismo, vengono invece espresse e  il sadismo orale in particolare fosse parte integrante dell’immaginario sui vampiri. Per altre documentazioni sui vampiri o su ciò che oggi viene chiamato vampirismo scriverò presto un articolo sui vampiri nelle altre parti del mondo.

Fonti foto ©Etsy ©bombagiù     mymovies                                   © Francesco Spuntarelli

Lascia un commento