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Tutela del Patrimonio Culturale, i Carabinieri restituiscono beni ecclesiastici a 11 anni dai furti

Oggetti d’arte recuperati da ben 55 furti compiuti sull’intero territorio nazionale
da Bolzano a Catania in prevalenza provenienti da chiese e abitazioni private

Due busti in legno intagliato, raffiguranti gli apostoli “San Paolo” e “San Pietro”, sono stati restituiti, il 28 giugno 2021, dal Comandante del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Napoli, Magg. Giampaolo Brasili, al Parroco Don Gerardo Battaglia prima della celebrazione della messa in suffragio dei menzionati santi nella Chiesa San Carlo del comune di Cave – Roma. Alla restituzione, erano presenti il Vescovo della Diocesi di Palestrina e Tivoli, S.E. Mons. Mauro Parmegiani e il Sindaco di Cave, Angelo Lupi, oltre ad autorità locali e studiosi d’arte.  I busti furono asportati il 18 novembre 2010 dalla Chiesa San Carlo.

                   

Nella stessa occasione sono stati riconsegnati, due beni ecclesiastici, un calice e una pisside, al Responsabile dell’Arciconfraternita di “Santa Croce”, Frate Massimo FUSANELLI, asportati il 9 novembre 2010 dalla Chiesa di Artena – Roma.

                  

Ed una pisside al Parroco della Chiesa dell’Assunta della frazione Castello di Alvito (FR), Don Francesco DEL BOVE, trafugata il 26 ottobre 2010 dalla Chiesa Santa Maria Assunta di Alvito – Frosinone.

                                       

Il tutto grazie ad una complessa investigazione condotta dal Nucleo TPC Tutela del Patrimonio Culturale di Napoli, coordinata dalla Procura della Repubblica partenopea, che ha permesso di individuare ventinove persone facenti parte di un’organizzazione criminale con base logistica in Campania, che ricettava beni preziosi rubati da luoghi di culto e istituti religiosi collocati sull’intero territorio nazionale. Le indagini hanno permesso di accertare che la banda era attiva già da molti anni nel settore dell’antiquariato e dei beni ecclesiastici […] Di fondamentale importanza, per l’individuazione dei beni, è risultata la comparazione delle immagini degli oggetti sequestrati con quelle contenute nella “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, il più grande database di opere d’arte rubate al mondo, gestito dal Comando TPC e che ha permesso di ricondurre i beni ai furti avvenuti entrambi nel 2010.

Gli oggetti recuperati, derivanti da 55 furti compiuti sull’intero territorio nazionale, da Bolzano a Catania, provengono in prevalenza da chiese e abitazioni private. Tra i più rilevanti da ricordare, l’intero tesoro di San Donato, asportato dalla Chiesa di Santa Maria degli Angeli di Acerno – Salerno, e due busti in legno raffiguranti “San Paolo” e “San Pietro”, rubati dalla Chiesa di San Carlo a Cave sopracitati.

La restituzione avvenuta nel quadro della collaborazione fra l’Arma dei Carabinieri e i titolari degli Uffici Diocesani preposti al patrimonio religioso, segue di poco l’operazione compiuta dal Nucleo TPC di Cagliari, che aveva smantellato un gruppo di finti restauratori dediti a raggiri ed estorsioni ai danni di parroci e responsabili di altri luoghi di culto.

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