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Un Libro/Documento di Bettino Craxi sulla tragedia di Aldo Moro

MISURA PER MISURA. RICORDO DI UNA TRAGEDIA

un libro di Bettino Craxi, con introduzione di Ugo Intini

(ed. Avanti! 1978-86) Relazione alla Commissione d’inchiesta sul caso Moro

 a cura di Raffaele Panico

Il volumetto è composto di tre parti. L’Introduzione, di 13 pagine firmate da Ugo Intini, dal titolo: “Ora che il terrorismo non è più un buco nero – Un documento, una riflessione” – qui, di seguito, un passo significativo di Intini: «A distanza di soli otto anni, le pagine ingiallite sembrano venire da una storia remota, eppure il dolore per quanti hanno seguito da vicino i 55 giorni del sequestro Moro resta vivo, insieme alle passioni e ai dubbi. Non è certo tempo di polemiche […]. È tempo di documentazione storica e, attraverso essa, di riflessione.

E in questo senso fornisce un contributo importante la relazione che fu letta da Bettino Craxi alla commissione di inchiesta Moro. Pubblicata per la prima volta integralmente, oltre che un omaggio al leader scomparso, è la cronaca viva di uno sforzo sfortunato e impotente di buona volontà e di intelligenza critica, nella quale già si trovano quasi tutte le caratteristiche fondamentali della posizione socialista contro il terrorismo: rimaste sempre coerenti».

La “Relazione alla Commissione d’Inchiesta sul Caso Moro” di Bettino Craxi si compone di 36 pagine; in queste lo statista socialista riporta l’impegno del suo Partito sui punti affrontati nel difficile quadro nazionale e del contesto internazionale. Quanta cura e fatiche invano, impegni e congetture a vuoto in quei 55 giorni, devastanti per il futuro di una nazione nel novero dei primi posti nel mondo avanzato e che, già allora, aveva avuto bisogno di grandi Riforme. Energie finite nel macero del tempo. Di tanta parte della relazione, qui di seguito si riportano questi passi: «Dopo la tragica conclusione della vicenda, di fronte al Comitato Centrale del Psi, dalle colonne dell’Avanti! e di fronte all’opinione pubblica ho sempre rivendicato la legittimità della nostra condotta in quei terribili giorni. […] Riconfermare ciò che scrissi allora: «non voglio riaprire la spirale delle polemiche, molte delle quali hanno passato ogni limite legittimo e tollerabile, se non per dire che la nostra iniziativa è stata definita impropriamente una iniziativa umanitaria. Proprio perché essa aveva a fondamento la nostra concezione umana della Repubblica è stata piuttosto una iniziativa costituzionale. Non abbiamo mai preteso una superiorità di sentimenti umanitari rispetto ad altri.

Senza titolo[…] Semmai, sul piano umano non abbiamo potuto nascondere la nostra ripugnanza verso atteggiamenti e manifestazioni di cinismo e di inconsapevole crudeltà cui abbiamo purtroppo assistito. Il prigioniero che avesse potuto ascoltare, dopo aver udito la sentenza dei suoi carcerieri, la cinica sentenza di chi scriveva “sacrificare un uomo o perdere lo Stato”, o le implicite accuse di viltà. O i più o meno velati inviti al suicidio per i quali è stato scomodato Socrate e la sua cicuta, o il viatico del tutto improprio della rilettura delle Lettere dei condannati a morte della Resistenza, o le interpretazioni più esasperatamente restrittive delle leggi di un Paese  dove nell’arco di un settennio presidenziale erano state erogate migliaia e migliaia di grazie, oppure ancora le diagnosi certamente scientifiche della sua inconfutabile pazzia, sarebbe stato certamente indotto a ragionare come Claudio, il personaggio shakespeariano, condannato a morte in “Misura per Misura”: “Ma il nuovo governatore riesuma per me tutte le pene scritte nei codici che erano come armature appese al muro per tutto il tempo che dicianove zodiaci hanno roteato attorno al globo e mai più indossate. È certamente per farsi un nome” (Avanti! Maggio 1978)».

La terza parte si conclude con il titolo “Cronaca di una tragedia”, la cronologia dei 55 giorni della vicenda del Caso Moro, corredata di foto documenti e immagini… E una lettera di Aldo Moro indirizzata al segretario del Psi, Bettino Craxi.