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“Una Rosa sola” di Muriel Barbery

Una rosa sola di Muriel Barbery, stessa autrice de L’eleganza del riccio, è un romanzo affascinante e che ti fa viaggiare con la mente.

Un testo molto descrittivo e denso di significato, un viaggio interiore alla ricerca di se stessi attraverso templi e giardini. “I muri non sono niente senza il giardino, né il tempo degli uomini senza l’eternità del dono”.

E poi ci sono le sale da te dove la protagonista si immerge in sapori e gusti mai provati che sono descritti in modo tanto accurato da far venir voglia di provarli mentre si prosegue nella lettura.

La storia narra di una giovane donna, protagonista indiscussa di “Una Rosa sola”, che vive a Parigi, fa la botanica ma non guarda mai veramente i fiori. La caratteristica principale di Rosa è la tristezza, si può affermare che sia una donna depressa. Non ha relazioni stabili ma solo avventure perché i rifiuti avuti durante la sua vita la fanno allontanare da tutti per paura di esserlo di nuovo. Poi arriva in Giappone, a Kyoto, per la lettura del testamento del padre che lei non ha mai conosciuto, e qui tutto inizia a trasformarsi.

Sembra uscire dal torpore in cui era rinchiusa e inizia a osservare le cose e le persone che la circondano. Pian piano rivaluta se stessa e tutto ciò che le è accaduto. Guarda con altri occhi le vicissitudini e si rende conto che quelle che lei considerava disgrazie non sono così tremende. Rosa, grazie anche a Paul che la scorta in giro per Kyoto su richiesta del padre defunto, conoscerà un nuovo concetto di bellezza che la porterà a elaborare una diversa versione dell’amore e quindi di vita.

“Una Rosa sola” è un romanzo calmo, tranquillo e dalla lettura lenta. Non ci sono colpi di scena che colgono di sorpresa il lettore. Tutto è soppesato e scandito da un ritmo a volte contemplativo. Caratteristica principale del romanzo è la bellezza, che stona un po’ da Rosa dato che lei non se ne cura. Invece in Giappone, dove sono convinti che ogni forma estetica è fonte di cambiamento di se stessi perché la bellezza porta con sé emozioni profonde, la protagonista inizia a guardare tutto con occhi diversi.

“La cameriera portò due ciotole su un vassoio e le posò sul tavolo accanto. Rigirò la prima nel palmo della mano, poi la mise davanti a Beth con un inchino. Era di un bruno chiaro, decorata con un coniglio bianco dai tratti delicati. A Rosa piacque la prima ciotola, ma fu addirittura sconvolta dalla seconda, dalle sue regolarità, dal craquelé grigio su una patina chiara, dalla sobrietà torturata, dall’impertinenza di quelle cicatrici pazze”.

Muriel Barbery nasce a Casablanca il 28 maggio 1969. Scrittrice francese ha esordito con il romanzo “Une gourmandise“, pubblicato in Italia da E/O nel 2008 con il titolo “Estasi culinarie”. Nel 2006 scrive “L’Élégance du hérisson” – “L’eleganza del riccio” che si è rivelato un grande caso letterario in Francia e non solo. Il romanzo è stato infatti uno dei successi editoriali più importanti degli ultimi anni e ha venduto più di 2 milioni di copie, restando in classifica per più di tre anni.

Ha conquistato molti premi: nel 2006 il Prix Georges Brassens; nel 2007 il Prix Rotary International, il Prix des libraires, il Prix des Bibliothèques pour Tous, il Prix Vivre Livre des Lecteurs de Val d’Isère, il Prix de l’Armitière (Rouen), il Prix «Au fil de mars» (Université de Bretagne-Sud), il Prix littéraire de la Ville de Caen.

Muriel Barbery vive da alcuni anni in Giappone. Altri suoi libri pubblicati in Italia sono “La vita degli elfi” (2016), “Uno strano Paese” (2020) e “Una Rosa sola” (2021).

Giorgia Iacuele

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