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Vlad Tepes, l’uomo dietro Dracula

Mi è capitato recentemente di rivedere un film capolavoro di Francis Ford Coppola: il “Dracula di Bram Stoker”, che riprende il romanzo dello scrittore omonimo e narra la storia del cavaliere romeno appartenente al Sacro ordine del Drago, Vlad Drăculea noto come “l’impalatore” per la fine che facevano le sue vittime, che si eleva a protettore della Chiesa dopo la concquista di Costantinopoli da parte dei turchi. 

Tornato in patria scopre che la moglie Elisabetta, ritenendolo ormai morto si suicida condannandosi così alla dannazione eterna. Vlad non ci sta e così ripudia Dio e la Chiesa trasformandosi nel corso del tempo in un essere senza anima, che si nutre del sangue dei poveri malcapitati. 

Il romanzo a cui si ispira è incentrato sui racconti e le leggende centroeuropee sui vampiri e nonmorti che già erano starti trattati dai contemporanei di Stoker come John Polidori, e il medico e compagno di viaggio di lord Byron. E proprio indagando su questo genere di storie che Stoker venne a conoscienza del personaggio storico vissuto nel XV secolo in Transilvania che si nasconde dietro queste storie dell’orrore, Vlad Drăculea appunto. 

Ma chi era Vlad? 

Nato nel 1431 a Sighisoara secondogenito di Vlad II (Dracul) principe della Valacchia e membro del sacro ordine del Drago, Ordine fondato dall’Imperatore Sigismondo nel 1418, con il compito di proteggere la cristianità del sacro romano impero dalle continue minacce della potenza Ottomana. 

Vlad appresa la notizia dell’assassinio del padre e del fratello promise di vendicarsi e sale al potere come Vlad III Dracula, principe di Valacchia nel 1457. 

Trovato il sostegno dei turchi e del cugino Stephan, principe della Moldavia conquista la Transilvania e porta avanti la sua vendetta per l’omicidio del padre che proseguì per moltissimo tempo. 

Nel 1461 Vlad III dichiarò guerra ai turchi, ma non avendo l’appoggio di nessuno fu costretto a scappare e rifugiarsi nel suo castello di Arges, fuggito dal castello, tentò di entrare in Transilvania dove fu arrestato e imprigionate  a causa di una falsa accusa di alto tradimento. Dopo 12 anni di prigionia una volta libero, tentò la riconquista della Valacchia dove nel frattempo sedeva al potere il potente Voivoda Basarab III. Vlad III morì nel 1476 proprio nella battaglia contro Basarab III nel tentativo di spodestarlo dalla Valacchia, probabilmente fu proprio il Voivoda Basarab III ad uccidere Vlad III il cui corpo giace sepolto nel monastero di Snagov. 

Gli abitanti dell’isola erano certi che la presenza del cadavere di Vlad III Tepes fosse una presenza oscura che infestava l’isola tanto da esortare i monaci del Monastero di Snagov ad aprire la tomba, la quale inasteppatamente era vuota. Il suo corpo non venne mai trovato. 

Ma facciamo un passo indietro, da dove deriva Dracula?

L’origine del nome Dracula è da attribuirsi al padre, Vlad II il quale, come il protagonista della nostra storia, era membro di un ordine chiamato Sacro Ordine del Drago, per questo erano noti come “Dracul”. Vlad III Draculea in romeno significa letteralmente “figlio del diavolo” perché “Drag” non è altro che un sostantivo che significa (Drago o Diavolo),  “UL” è un articolo determinativo ( il ) mentre “EA” significa (figlio di) perche il nome gli deriva dal padre, quindi “Figlio del Diavolo”.

Spaziando tra realtà e fantasia, la storia di Vlad è una delle più interessanti e affascinanti. Si guadagnò l’appellativo di Tepes (impalatore) a causa del suo passatempo preferito di impalare i nemici dopo la battaglia. 

Alcune storie narrano di quando a 6 anni fu catturato dall’esercito turco, in guerra con il padre insieme al fratello. Nonostante la fama dei carcerieri noti per crudeltà, si dice che lo temessero in quanto sviluppò in quel periodo un carattere ribelle, crudele e perverso. 

O ancora, all’età di dicessette anni, nel 1448 quando riuscì a scappare in circostanze del tutto inspegabili dal carcere turco. Leggenda vuole che ci fu la mano niente meno che del diavolo in persona, il quale in cambio della sua anima gli concesse il potere e la libertà.

Divenuto principe di Valachia infatti dominò con terrore macchiandosi di crimini indicibili e proprio in questo periodo ottenen l’appellativo di Tepes.

Alcuni racconti narrano che proprio sotto il dominio di Vlad Tepes, passò sulla Valachia la cometa di Halley, considerata l’opposto rispetto alla cometa di Betlemme,nel modo dell’occultismo rappresenta un simbolo nefasto a cui seguono eventi oscuri che annuncerebbero alla venuta dell’Anticristo.

Intorno alla morte di Vlad poi ci sono molte curiosità, una in particolare lega questo personaggio al Belpaese e nello specifico a Napoli. Ma come è possibile? 

Secondo alcuni ricercatori dell’università di Tallinn in Estonia, ci sarebbero le prove che nella terra di Partenope è sepolto niente meno che il leggendario conte Dracula, si proprio quello della leggenda anche se, a differenza dei suoi pronipoti cinematografici, non aveva denti affilati, né tanto meno andava a mordere sul collo i malcapitati per la sete di sangue, questo è il Dracula di fine Ottocento.

Il suo corpo non è stato mai ritrovato e una serie di connessioni, che avremo modo di vedere più avanti, portano alla presunta sepoltura nel chiostro dell’antico complesso di Santa Maria la Nova nel cuore di Napoli.

L’avvio di questa scoperta comincia da una foto scattata da una studentessa italiana che, facendo una ricerca per la sua tesi su questo chiostro, fu colpita dalle strane figure incise in bassorilievo su una lapide. Grazie ad internet, spedì la foto ad altri studiosi nel mondo per sapere se qualcuno poteva interpretare quei misteriosi segni, fino ad arrivare all’università estone di Tallin e qui comincia la nostra avventura.

Tre studiosi, Orest Kormashov dall’Università statale e i fratelli italiani Giandomenico Glinni, anch’egli ricercatore a Tallinn, con il fratello Raffaello, studioso di storia, rimangono sconvolti nel vedere questa immagine perché da anni erano sulle tracce della tomba del conte e ora, grazie alla foto di una ragazza, avevano finalmente trovato la traccia che cercavano.

Il loro interesse nasceva dal fatto che Dracula, nonostante le dicerie, non era morto in battaglia, ma catturato dai Turchi e salvato da sua figlia Maria.

La giovane, fatta fuggire molti anni prima per metterla in salvo dai nemici del padre, riparò in Italia dove fu adottata da una nobildonna napoletana, in seguito sposò il rampollo di una delle più antiche e ricche famiglie partenopee, Ferrillo, e in questo modo poté riscattare il papà prigioniero e portarlo in Italia.

Alla sua morte lo fece seppellire nella sua nuova patria, a Napoli, nella tomba dei Ferrillo e i misteriosi bassorilievi sulla tomba sono proprio gli emblemi della casata dei Carpazi. Al centro troviamo un elmo con il trofeo di un drago, Dracula in rumeno, e ai lati sono raffigurate due sfingi contrapposte che rappresentano il nome della Atta di Tebe che gli egiziani invocavano come Tepes. Due simboli egizi, è bene ricordare, che fino ad allora non erano stati mai adoperati in Europa per una tomba. Ma torniamo alla “traduzione” della lapide un po’ come un rebus e troveremo il Drago, Dracula, e Tepes, il nome del conte: Vlad Tepes III, conte Dracula.

L’idea c’è, non possiamo negarlo, almeno da semplici osservatori, anche perché abbiamo appreso che curiosamente il nostro conte apparteneva anche all’Ordine del Dragone proprio come il re di Napoli Ferrante d’Aragona.

Le prove, anche se intuitive, ci sono, ma ciò che manca è la prova decisiva, il corpo che giace dietro a quella lapide è proprio quella di Dracula?

Per questo prima di rendere ufficiale la scoperta, gli studiosi estoni hanno spedito una lettera alla direzione museale per chiedere il permesso di esplorare il monumento e nel frattempo tutta la documentazione comincia ad avere un ordine per ricostruire il percorso dell’indagine e dare concretezza alle ipotesi.

Se questa cosa si dovesse rivelare vera, sarebbe da annoverare nei tanti segrete che questa città ricca di contrasti cela gelosamente.

 

Gianfranco Cannarozzo