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A Roma storie ordinarie di violenze e di mala sanità, rappresentate “In Scena” sul palcoscenico del Teatro 7

STORIE DI ORDINARIA MALA SANITA’:
VIOLENZE VERBALI ED AGGRESSIONI FISICHE AI DANNI DEL PERSONALE SANITARIO

Siamo tutti prede e predatori di una rabbia collettiva e sociale che troppo spesso si trasforma in violenza
ai danni di chi si prende cura di noi
.

 ______________________una analisi di CRISTIAN ARNI

Lunedì 13 Marzo al “Teatro 7” a Roma è andata in scena la “mala sanità”, una rappresentazione, una sorta di psicodramma, per trasferire sul palcoscenico storie di violenza subite da medici ed infermieri, tratte dalla vita reale nei presidi medici e di primo soccorso e presentate sotto forma di quadri da parte dell’AMAD /Odv   Associazione per le  Malattie Ansia e Depressione.
Purtroppo sempre più frequenti sono gli episodi di Cronaca Nera nei Presidi Medici, negli Ospedali, nei Pronto Soccorso, che sempre più spesso diventano Teatri di Reati e atti di violenza, verbale e fisica, nei confronti dei medici e del personale infermieristico, da parte di cittadini adirati contro le lungaggini di un sistema sanitario nazionale, quello italiano, malato, che versa in condizioni preoccupanti, provato da continui tagli di bilancio con pesante ricaduta nella riduzione del personale.

Tutto questo poi si traduce in turni estenuanti ove attività e professionalità vengono esercitate in condizioni difficili, aggravate dai fatti di cronaca legati ad atti di violenza. Le scelte politiche ricadono su chi presidia la famigerata “prima linea”, di cui tanto si è sentito parlare durante la pandemia, periodo in cui il nostro sistema sanitario nazionale è stato messo a dura prova, e durante il quale il personale medico ed infermieristico hanno dato ennesima dimostrazione di efficienza nonostante tutto e a scapito anche della propria salute ed incolumità.

Ma le sciagurate scelte politiche hanno comportato su tutti un “effetto domino” investendo l’utenza, il cittadino e l’assistito che, bisognoso di cure, si rivolge ad un sistema sanitario deficitario di strutture, mezzi, strumenti …,con tempi di attesa che, specie nei Pronto Soccorso, diventano sfiancanti per gli stessi pazienti, con uno stress che si traduce poi in uno sfogo di violenza che non vorremmo mai neanche lontanamente immaginare.
Violenza che ha una ricaduta pesante su chi la subisce, che il più delle volte significa allontanamento dal luogo di lavoro, timore di tornare sul luogo del misfatto, ansia, stress post-traumatico che si trasforma in patologie anche cliniche, malattie per cui a volte non esiste un farmaco, o forse non basta quello.
Rivolgersi allo specialista può dimostrarsi di supporto e sostegno, ma prima di arrivare all’ultima spiaggia occorrerebbe fare prevenzione, formazione ed informazione che non si riduca ai singoli episodi di cronaca cui la stampa ed i media in genere, danno visibilità a seconda delle circostanze. .
Spesso questi atti di violenza causano dei traumi con ripercussioni nella sfera privata e familiare delle vittime e spesso diventa anche difficile denunciare o ancora superare le barriere culturali che delimitano – come per altre situazioni, ad esempio il Mobbing – i confini di comportamenti sconvenienti. Purtroppo è un sintomo diffuso e generalizzato, quello della violenza in generale; tutti la subiamo e tutti la pratichiamo l’un contro l’altro, proprio perché non sono riconosciuti o codificati i comportamenti più subdoli, quanto meno risulta complesso individuare la sensibilità di ciascuno e osservare atteggiamenti consoni, non è questo il momento storico in cui si badi a ciò.

Ma bisognerebbe ripartire da la famiglia e la scuola, dall’educazione civica, perché la barbarie di questo nostro tempo sta raggiungendo profondità abissali. E allora accade che uno studente malmena un professore e che un paziente aggredisce un medico od infermiere. [Trattasi oramai di comportamenti consuetudinario assunti da una “collettività becera”, non accettabili da una “comunità identitaria” con ben altri valori di riferimento a cui si ispira la Consul -Press”  (ndr)]
Siamo tutti vittime e carnefici, in un certo senso, e conduciamo una battaglia anche contro noi stessi, purtroppo inutile se non mutiamo atteggiamento.

Tornando alla serata al Teatro 7, sono questi gli argomenti presentati dall’A.M.A.D. che grazie ad un mezzo efficace di comunicazione ed empatia sociale quale “il Teatro” (…da ricordare la sua funzione catartica collettiva svolta nell’Antica Grecia per esorcizzare paure e sentimenti contrastanti) ha dato voce a chi voce non ha: il personale sanitario.
L’efficienza ed i presidi garantiti, allora come oggi, però vengono da una caparbietà ed unione di intenti da parte del personale sanitario tutto, il quale si muove ed esercita la propria professione, destreggiandosi in condizioni spesso e volentieri critiche: mancanza di mezzi, farmaci, personale, turni di lavoro estenuanti, infrastrutture sovente fatiscenti, dove accolgono i cittadini che necessitano di cure mentre, quando trattasi di salute, si vogliono risposte concrete e certe.
I lunghi tempi di attesa per un esame di alta diagnostica presso le strutture pubbliche impediscono di accedere a cure immediate; il più delle volte occorre intervenire tempestivamente e così, chi può permetterselo si rivolge ai privati, o nei casi più fortunati, chi possiede un’assicurazione medica può rendersi “autonomo” dal sistema di prenotazione sanitaria nazionale, con il quale per altro non è facile mettersi in contatto e parlare con un operatore ….anche costui relegato a lavorare in condizioni di criticità.

E allora accade che i cittadini, esasperati da questa situazione, manifestano il proprio malessere e la propria rabbia prendendosela con chi hanno di fronte, unico referente che materializza la loro ira, perché effettivamente il problema è a monte, quasi sempre. Quindi sarebbe doveroso aprire un tavolo con le Istituzioni per “risanare la sanità”, ma i miracoli sono difficili da ottenere in tempi brevi, quindi l’unico percorso dovrebbe privilegiare il dialogo con le Istituzioni per ricercare soluzioni soddisfacenti e sostenibili per le controparti,  in  quanto tutte componenti di una stessa “Comunità”.

Noi la violenza, naturalmente, desideriamo bandirla dal nostro vocabolario, avvicinandoci a quei medici e al personale sanitario che subiscono vessazioni e rabbia, quando non più precisamente, violenza fisica, ma d’altro canto comprendendo anche coloro che – ritenendosi abbandonati, non sapendo più cosa fare e a chi rivolgersi – fanno sentire, nel modo peggiore, le proprie ragioni, trasformandole poi in comportamenti condannabili in quanto errati e violenti.
Purtroppo come anticipato in apertura, le conseguenze di tale violenza e comportamenti provocano effetti ancor più gravi per coloro che restano colpiti direttamente con riscontri negativi sulla salute psico-fisica, od anche indirettamente, se malauguratamente solo testimoni di fatti simili.

Va inoltre ricordato che senza presidi delle Forze dell’ordine, invece un tempo presenti, viene a mancare un deterrente o se non altro viene meno quella figura istituzionale che può agire perché ne ha facoltà, in primis i Carabinieri, perché le guardie giurate, da quanto affermato dal palcoscenico del Teatro 7, sono a difesa di cose ed oggetti ma non di persone; quindi figurarsi una scena di violenza nei confronti di qualcuno ed un contesto in cui nessuno, pur volendo intervenire, non può agire o non sa come agire.

In occasione della Giornata Nazionale Contro la Violenza su Operatori Sanitari e Socio Sanitari, si è cercato pertanto di sensibilizzare l’opinione pubblica su un argomento il più delle volte dimenticato, o trattato “di striscio” solo quando il fatto di cronaca degenera. Al contrario, invece, occorrerebbe fare prevenzione, informazione, trattare l’argomento con attenzione per sensibilizzare la  popolazione al problema.
Con il D.M. 27.01.2022 è stata istituita questa giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari. Ma nonostante tutto, le aggressioni al personale sanitario – specie nei Pronto Soccorso – non si fermano e le denunce di violenze verbale e fisiche proseguono incessantemente.
Noi della Consulpress ci auguriamo che questa iniziativa, argomento per altro a noi caro e trattato anche in altre numerose occasioni, possa davvero contribuire a diffondere una cultura del rispetto ma ancor di più sensibilizzare un po’ tutti: istituzioni e cittadini, a questo dilagante, increscioso fenomeno che dimostra solo tanta barbarie collettiva.

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Al termine di quanto sopra esposto, si desidera anche elogiare l’attività e le iniziative del Teatro Sette che, con la direzione di Michele La Ginestra, si è sempre distinto per la sua programmazione ed offerta di spettacolo dal vivo coniugando divertimento e solidarietà nella Città di Roma.
La sala teatrale si trova in Via Benevento, proprio di fronte al Reparto di Ematologia del Policlinico Umberto I, fondato e diretto per molti anni dal Prof. Franco Mandelli, con un reparto di pediatria che rappresenta una delle eccellenze della sanità italiana, grazie alla sua equipe di medici, ricercatori e personale infermieristico di primo livello, oltre ad un nutrito numero di volontari che negli anni hanno sempre prestato un servizio impeccabile.
Il Teatro Sette si trova proprio dirimpetto al centro ematologico e spesso offre al pubblico, oltre a stagioni teatrali con nomi noti della scena italiana, anche momenti di promozione sociale e solidarietà diffusa attraverso donazioni, iniziative proprie o di altri enti no profit, associazioni con serate tematiche, come quella di cui vi abbiamo riferito in questo nostro intervento.
Solitamente il Lunedì, giorno di riposo per i teatri, vengono offerte al pubblico attività di correlate alla normale programmazione che negli anni si è avvalsa di nomi noti della scena italiana tra i quali lo stesso Michele La Ginestra, nella doppia veste di attore e regista oltre che direttore artistico, consolidando nel tempo la sua notorietà, specie al pubblico romano, con alcuni classici del suo repertorio e anche con le sue “trasferte” nel prestigioso Teatro Sistina, presentando un parterre di nomi tra cui: Marco Zadra, Ugo Dighero, Paola Tiziana Cruciani, Massimo Wertmuller, Sergio Zecca, commedie di Greg e Lillo, Roberto Ciufoli e molti altri.

Ritornando alla specifica rappresentazione scenica del 13 marzo organizzata dall’Associazione A.M.A.D-Odv, ai cui comunicati ed iniziative molto spesso la CONSUL-PRESS ha dedicato una dovuta attenzione (pubblicando le relative petizioni e varie interviste rilasciateci dalla Dr.ssa Marina Cannavò), desideriamo segnalare che l’incontro si è svolto con il patrocinio dell’OMCeOOrdine Medici Chirurghi e Odontoiatri (sia a livello di Federazione Nazionale, sia con l’adesione della Federazione Provinciale di Roma), dell’Ordine degli Psicologi, nonché con il supporto del CSV-Lazio ETS.

Si desidera segnalare anche un altro articolo redatto su “SANITA’-Informazione”, periodico online d’informazione sanitaria con Direttore Responsabile Cesare Buquicchio.
L’articolo, a firma di Giovanni Cedrone, con una descrizione delle scene ed i relativi interpreti è visionabile direttamente sul  sito del periodico o anche tramite il PDF qui di seguito riportato:

________________  Salute 14 Marzo 2023 17