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Autore: Alessandro P. Benini

Giornalista, esperto di finanza e geopolitica, già dirigente bancario,

Boldrini docet: “Integrazione forzata per gli Italiani”

IN  ITALIA …

La DENATALIZZAZIONE degli “AUTOCTONI”  imposta dalla democrazia e dal globalismo

Mentre volano le ultime, poco credibili promesse che hanno contraddistinto tutto lo scontro preelettorale, un fatto rimane al centro del dibattito: senza alcuna proposta concreta ed attuabile, un sola formazione “populista” sembra avviarsi ad una grande vittoria, l’astensione.     Si è parlato tanto e di tutto fuorché della realtà: abbiamo ascoltato gli inutili discorsi del potere, un potere in sella da tempo e sempre più avulso dalle vere necessità popolari; non è con la sfilza di piccole mance buttate lì a pioggia battente che si tranquillizzano gli animi quando appare ormai chiaro il temibile sfilacciamento della società italiana, a cominciare dalla quasi scomparsa natalità (nel 2017 il saldo nascite/decessi è negativo di 200.000 unità) e l’età media della popolazione supera i 45 anni, con una percentuale di bambini( 0-14 anni) di appena il 12%.

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Bitcoin in altalena – Investitori in pena

C’è dell’altro nel grande calderone del mercato monetario, ed è un qualcosa, che, al confronto, derivati, obbligazioni strutturate e subordinate, note per aver messo in pericolo e peggio ancora, i portafogli di banche e finanziarie, per non parlare di quella moltitudine di risparmiatori un tempo definite “parco buoi”, ed è una bomba ad orologeria piazzata nel bel mezzo di un mercato dove l’incertezza domina sovrana: la valuta virtuale, più nota tra gli addetti ai lavori come Bitcoin.

Quando sia nata, questa moneta che vola nell’etere, non è molto chiaro; l’inventore, secondo alcune fonti asiatiche, sarebbe stato Satoshi Nakamoto, un giapponese estraneo ai grandi mercati borsistici che nel 2008 ha lanciato l’idea di una criptovaluta capace, senza spostamenti di capitali reali, di polarizzare l’attenzione degli investitori. All’inizio dell’anno, un Bitcoin, nell’Impero del Sol Levante, valeva duemilionitrecentomila yen, pari a circa ventimila euro, che, nel giro di due settimane, ha subito un dimagrimento del 50%.

Insomma, se è vero che una valuta digitale non è poi così concreta, è altresì vero che la sua eterea sostanza è estremamente volatile. A determinare la pesante erosione sono state le misure decise da Cina e Corea del Sud, tendenti a regolarizzare in modo restrittivo il mercato delle criptovalute finora fiorente nelle Borse del Sud Est asiatico e non solo.

Ma la temerarietà degli investitori ha varcato i confini, facendo affluire una massiccia domanda di criptovalute sui mercati nipponici, con la conseguenza di un rafforzamento dello yen sulla valuta cinese. A sostenere, dopo il tracollo di gennaio, indirettamente la speculazione sul virtuale circolante, l’immissione nel sistema di forte liquidità da parte dell’Istituto di emissione giapponese, allo scopo precipuo di alimentare, in primis, il comparto immobiliare, poi, finito in secondo piano a fronte della preponderante speculazione sulle valute virtuali.

Un mercato, questo, che, pur nell’attuale volatilità, ha creato, in Estremo Oriente ed ora anche negli Stati Uniti, una nuova, brillante categoria di milionari. Tra questa immaginifica valuta, rappresentata con diversi appellativi – ripple, ether, e nem – tanto per citarne alcuni, si muovono i grandi gruppi finanziari con l’apporto discutibile dei piccoli risparmiatori, il tutto in assoluta libertà.

Eppure, il rischio globale è sempre più evidente, se il postulato liberista prevede la più grande indipendenza dei mercati, non si può comunque lasciare i risparmiatori, più scommettitori che investitori, al loro incauto destino: qui le regole occorrono e sono urgenti. Per quanto ci riguarda il nostro Ministero dell’Economia e Finanze sta approntando un decreto normativo teso al controllo del nuovo fenomeno finanziario, che, da quanto è dato sapere, è più formale che sostanziale: si tratterebbe, in breve, d’istituire un registro anagrafico delle persone fisiche e giuridiche, che, pena una serie di sanzioni, dovrebbero, in qualità di prestatori di servizi inerenti l’utilizzo di valuta virtuale, comunicare al Ministero, non oltre la data dell’entrata in vigore del decreto, la loro attività.

Alla luce di quanto negli ultimi dieci anni è accaduto nei mercati mobiliari, questa normativa appare, sempre se entrerà in vigore, poco attenta alla sorte di coloro che sceglieranno l’irrealtà di una valuta inesistente.

Alessandro P. Benini

Le elezioni di marzo ed il problema degli immigrati

                                                                       Basta buonismi e falsità

                                     Vogliamo  casa nostra!

_______________di ALESSANDRO PUBLIO BENINI *

Con le elezioni finalmente alle porte e con l’anno nuovo appena iniziato, è giunto il tempo dei programmi e dei propositi, ed, anche, il momento delle considerazioni sullo sfascio italiano, non visibile solo da chi non vuole vedere.  Si canta vittoria per quei pochi decimali in positivo registrati dall’ISTAT, ma, a ben guardare, soffermandosi su quanto rileviamo attorno a noi, questi infinitesimali progressi ci spingono, per quanto riguarda le ultime statistiche, a riconsiderare il famoso pollo di Trilussa, consumato a metà tra due persone o, in modo più veritiero, una digiuna e l’altra fa la parte del leone.

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A Macerata sibilano proiettili / 1

Intervento N.1 / a cura della Redazione della CONSUL PRESS

Chi difende i cittadini?

Molti campanelli d’allarme avevano, negli ultimi tempi, suonato invano: aggressioni in periferia ad extracomunitari, roghi d’incerta natura, interi quartieri all’assalto di centri per rifugiati, mentre, quotidianamente, ad opera di immigrati illegali e no, si moltiplicavano una serie di fatti criminosi sulla pelle dei cittadini italiani, dalla Sicilia alla Lombardia. Oggi, invece del trillo di un allarme sono risuonati, nel pieno centro di Macerata, numerosi colpi d’arma da fuoco, che, come obbiettivo avevano persone di varia nazionalità, tutti accolti nella tranquilla città marchigiana.

Numerosi feriti, alcuni seriamente, è il bilancio della sparatoria, un bilancio provvisorio dal momento che qualcuno tra le vittime ha scelto di fuggire evitando una possibile identificazione. In poche parole, nell’ultima settimana, Macerata, da sempre lontana dalla violenza, ha dovuto assistere ad un orrendo femminicidio con smembramento del corpo di una povera, indifesa ragazza, ed, a distanza di poche ore, ad una sparatoria che avrebbe potuto, oltre ai previsti bersagli, riempire di piombo ignari passanti.

L’assassinio di Pamela, come già è stato definito, è un “Omicidio di Stato”: il presunto responsabile è un giovane nigeriano, con precedenti per spaccio e senza permesso di soggiorno, che, alla faccia della giustizia, ha vissuto tranquillamente, si fa per dire, nella città marchigiana, e, com’è ovvio, ci chiediamo come mai, in un centro di cinquantamila abitanti, dove gli stranieri non passano certo inosservati, un giovane pregiudicato abbia potuto soggiornare senza la benché minima attenzione delle Istituzioni.

Nel nostro Paese entra di tutto e succede di tutto nell’assoluta indifferenza di chi deve proteggere la gente, sola e disarmata davanti all’arroganza ed alla violenza. Di questo passo escono dall’anonimato soltanto i “giustizieri”.

Alessandro P. Benini

Programmi Kulturali del “M-5 Stelle”

Evviva l’ignoranza: ABOLIAMO IL CONGIUNTIVO!

È vero, i volti che ci propongono per la guida d’Italia non sono proprio il massimo della competenza ed, in alcuni casi, sono addirittura gli artefici dell’attuale disastro nazionale. L’onestà proclamata non è stata una priorità per quel sottobosco politico che ha prosperato all’ombra di un potere, comunque debole, che ha permesso più volente che nolente il dilagare di una corruzione, che, in cifre vale di più di due-tre finanziarie messe insieme, ma il dilettantismo che contraddistingue il Movimento 5-Stelle, che, nei sondaggi, ha raggiunto il traguardo di primo partito.

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L’Italia, tra invasioni ed esodi

Gli Immigrati vanno via… ma anche gli Italiani

Anche Israele, dopo decenni di favorevole accoglienza dell’immigrazione da numerose regioni del mondo, si è visto costretto, per il sensibile aumento della criminalità, a trovare un accordo con Uganda e Ruanda, trasferendo nei due paesi africani, almeno quarantamila immigrati dei tanti che affollano il territorio israeliano. Una decisione, questa di Netanhiau, che ha saputo risolvere quelle problematiche dell’immigrazione, magari solo in parte, accantonando le polemiche, le ipocrisie, nonché i trattati internazionali che dovrebbero imporre l’aiuto umanitario, peraltro disatteso, a differenza di quanto avviene nel nostro Paese.

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