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Autore: Fabiana Luca

Il Movimento 5 Stelle si riorganizza introducendo il “Mandato Zero” ed Alleanza con le Liste Civiche

LA PIATTAFORMA ROUSSEAU E LE SCELTE DEL POPOLO GRILLINO 

___________ di FABIANA LUCA
 
L’aveva annunciata il vicepremier, Luigi Di Maio, diverse settimane fa e ieri è stata approvata dagli iscritti M5S tramite piattaforma Rousseau, con 123.755 preferenze: la riorganizzazione del Movimento 5 Stelle si fa concreta e passa attraverso l’introduzione del mandato zero, delle alleanze con le liste civiche alle amministrative e dell’individuazione su base nazionale e regionale dei “facilitatori”. La riorganizzazione interna al Movimento – illustrata nel corso delle scorse settimane dal leader politico M5S, Luigi Di Maio – porterà ad alcune importanti modifiche strutturali, pensate soprattutto all’indomani della sconfitta alle ultime elezioni amministrative in Sardegna, quando il Movimento 5 Stelle non è riuscito ad accaparrarsi alcun comune.

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Passa alla Camera la legge promossa dalla Lega a sostegno delle piccole librerie

È passata in prima lettura alla Camera dei deputati la proposta di legge a prima firma dell’onorevole Daniele Belotti (Lega) che punta a modificare la legge Levi (legge 27 luglio 2011, n.128) in materia di “nuova disciplina del prezzo dei libri”, pensata per andare incontro alle piccole librerie che soffrono la concorrenza dell’e-commerce. La discussione alla Camera del provvedimento era iniziata lo scorso 8 luglio e si è conclusa il 16 con l’approvazione da parte dei deputati. 

Il disegno di legge Belotti prevede un abbassamento dal 15% al 5% dello sconto massimo applicabile al prezzo di copertina di un libro, il divieto per i “venditori di effettuare svendite di libri a catalogo, non recentissimi (pubblicati da almeno venti mesi)” e l’affidamento alla Polizia Postale e al corpo della Guardia di Finanza del compito di vigilare sulle vendite effettuate online (per ora affidato ai Comuni). Dopo il primo passaggio alla Camera dei deputati, il progetto di legge nelle prossime settimane dovrà approdare al Senato per proseguire l’iter legislativo ed essere definitivamente approvato.

Il provvedimento – affidato in Commissione Cultura, Scienza e Istruzione – era fortemente auspicato anche dall’ALI (Associazione Librai Italiani), alla ricerca di una legge attenta e organica per il libro e più in generale per la lettura. La Consulpress aveva intervistato il presidente dell’ALI, Paolo Ambrosini, che aveva ribadito l’auspicio che la legge fosse approvata velocemente, per fornire al libraio “qualche arma in più per competere con gli altri attori sul mercato”. In questa occasione, Ambrosini aggiunse che per intervenire organicamente sulla promozione della cultura e dei libri è importante “che ogni scelta non sia rimessa in discussione al mutare delle maggioranze e si abbia la consapevolezza che la promozione alla lettura sia una valore che prescinda dalle maggioranze”.

Si parla di un approccio finalmente organico al tema in quanto dal 21 febbraio alla Camera dei deputati, insieme alla proposta di legge Belotti si stanno discutendo, in Commissione referente, altri due progetti di legge: una proposta promossa dalla deputata del Partito democratico, Flavia Piccoli Nardelli, che mira alla promozione e al sostegno del libro e della lettura, approvata il 16 luglio in prima lettura al Senato e trasmessa alla seconda Camera due giorni dopo; e un provvedimento a firma del deputato di Fratelli d’Italia, Federico Mollicone, dedicato all’innovazione tecnologica delle imprese editoriali e all’editoria digitale scolastica, approvato anch’esso in prima lettura lo scorso 16 luglio.

FABIANA LUCA

NOTE A MARGINE –  Con l’occasione desideriamo lanciare un piccolo consiglio a tutte le persone – ivi compresi anche tutti i nostri  lettori – che volessero compiere un gesto simbolico (…ma non solo !)  a favore delle “Piccole Librerie”, a fianco delle quali la Consul Press è da sempre schierata. La “Libreria” – piccola, media o grande – non è solo uno spazio fisico ove visionare o sfogliare un libro … è, o dovrebbe anche essere, un centro di aggregazione sociale e culturale, una sorta di piccolo “Caffè Letterario”. 
Quando dobbiamo
acquistare uno o di più libri …..evitiamo di farlo tramite Amazon & Soci ! Cerchiamo invece di effettuarlo personalmente e direttamente in Libreria e, con l’occasione, scambiare un’ opinione con il Libraio.  Alla stessa stregua, anche i Quotidiani ed i Periodici dovrebbero essere acquistati in Edicola, scambiando due parole con l’ Edicolante …. evitando di leggerli tramite tablet. 
Riappropriamoci dei nostri contatti umani e dei rapporti interpersonali, attualmente sempre più marginalizzati ed emarginati dalla tecnologia.________G.M.

Amministrative: domani al ballottaggio 136 comuni

Sono 136 i comuni italiani che domani torneranno alle urne per scegliere il proprio sindaco. Domenica 26 maggio, in cui si votava contemporaneamente per le elezioni europee e per quelle amministrative in 3654 comuni, non tutti i candidati sindaci hanno raggiunto la maggioranza dei voti richiesti per essere eletti. Nelle elezioni amministrative, il ballottaggio si rende infatti necessario se nessun candidato sindaco ottiene la maggioranza: nel caso dei comuni con più di 15 mila abitanti, serve la maggioranza assoluta dei voti validi, ovvero la metà più uno; mentre nei comuni con meno di 15 mila abitanti si vota al secondo turno solo se i due candidati hanno ottenuto lo stesso numero di voti.

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Elezioni Europee: intervista a Tiberio Graziani, Presidente di VISION & GLOBAL TRENDS

 CONVERSAZIONE   a 360° con  TIBERIO GRAZIANI  

La mancanza di una politica estera condivisa, i possibili scenari futuri, una campagna elettorale che risulta poco attenta ai contenuti, ma incentrata sulla personalizzazione del momento elettorale. Di questo e di altri aspetti del ruolo europeo nello scacchiere internazionale abbiamo parlato con Tiberio Graziani, esperto di geopolitica e presidente di “Vision & Global Trends” – Istituto Internazionale di Analisi Globali.
Antecedentemente alla fondazione di “Vision”, Graziani è stato presidente dello IsAG – Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie, che aveva però una dimensione più nazionale, al pari di altri istituti italiani come lo IAI – Istituto Affari Internazionali o l’ ISPI – Istituto per gli Studi di Politica Internazionale.

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L’Europa alla vigilia delle elezioni: dal convegno di Vision Global Trends al Senato

#EUROPA – #EUROPAE

Sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema delle elezioni europee e far confrontare la società civile con le istituzioni della Repubblica italiana: è con questo spirito che l’istituto Vision & Global Trends in collaborazione con l’intergruppo parlamentare Federalista Europeo ha deciso di organizzare il seminario ‘Europa-Europae. L’Europa tra frammentazione neo-nazionalista e integrazione continentale‘, che si è svolto lo scorso 9 maggio. Un incontro organizzato a ridosso dell’appuntamento elettorale che formerà il nuovo Parlamento europeo e a cui va riconosciuto il merito di aver scaldato il dibattito pubblico, spingendoci ad interrogarci su cosa sia realmente l’Europa oggi.

La scelta della data non è stata casuale: il 9 maggio è notoriamente celebrata la festa dell’Europa in ricordo di quel 9 maggio 1950 in cui la dichiarazione dell’allora ministro degli Esteri francese Robert Schuman gettava le basi per il primo nucleo effettivo di integrazione europea proponendo la creazione di una Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA) che si realizzò concretamente con il Trattato di Parigi stipulato l’anno successivo. Italia, Francia, Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi, Germania sono i paesi che presero parte a questo primo piccolo passo verso l’unificazione.

“La scelta della data non è stata solo un atto celebrativo, ma la volontà di fare un ragionamento comune e collettivo che vada oltre gli schieramenti politici per spronarci in vista delle elezioni e per capire quale potrà essere l’Europa del domani e come continuare il processo di integrazione”, ha spiegato la senatrice Laura Garavini, presidente del gruppo interparlamentare Federalisti europei, in apertura ai lavori del convegno.

Dal 1950 ad oggi di passi ce ne sono stati tanti: trattati, accordi e convenzioni hanno portato all’unificazione dei paesi che oggi costituiscono l’Unione Europea, nata ufficialmente con il Trattato di Maastricht del 1992. Un’unificazione di fatto, certamente, che ha portato il piccolo nucleo della comunità del carbone e dell’acciaio a rafforzare progressivamente i propri legami e a diventare un gruppo di paesi sempre più nutrito (che oggi conta 28 stati), unito dal desiderio di rispondere alle sfide globali come un fronte compatto e unitario. L’unificazione che dalle macerie della seconda guerra mondiale ha preso vita come una scelta quasi obbligata, non ha tuttavia impedito l’insorgenza di criticità e fragilità che rendono oggi l’Unione europea un progetto politico debole e non pienamente realizzato. 

Da più fronti, durante questo dibattito tra istituzioni e società civile, è emersa la necessità di restituire un’immagine più positiva dell’istituzione europea, in quanto “si registra un enorme gap tra quello che fa l’Europa e come essa viene percepita dai suoi cittadini”, dice Garavini. Di fatto, l’Europa è stata ed è sempre di più considerata non come “la soluzione ai nostri problemi ma come l’ostacolo principale alla piena realizzazione della sovranità nazionale” dei singoli stati che la costituiscono. Come ha suggerito anche Paolo Ponzano, segretario generale del Movimento Europeo Italia, è proprio su questo che fanno leva le “forze del cosiddetto nazionalismo o populismo che tendono a sottolineare costantemente gli aspetti negativi del processo di globalizzazione, in quanto fenomeno che mette a rischio le identità locali e nazionali”.

L’Europa, però, “ha garantito pace, sviluppo e maggiori diritti e rappresenta uno straordinario incubatore di civiltà, cultura, progresso. Vanno superati gli egoismi nazionali perché in un mondo globalizzato come quello attuale nessun paese può più pensare di farcela da solo. Siamo un’Europa”, dice Garavini, che ha poi aggiunto “l’Europa ha portato tanti benefici: la nostra qualità della vita in Ue è decine di volte migliore rispetto ad altre realtà continentali, dall’India alla Cina, in tema di diritti e di lavoro”.

I paesi dell’Unione considerati singolarmente sono destinati a sparire perché non hanno la forza politica ed economica per rapportarsi con le grandi potenze globali come la Cina o l’India che stanno emergendo sullo scacchiere internazionale. Per il cittadino comune l’Europa rappresenta qualcosa di distante perché la burocrazia ha pensato e realizzato un modello di stato nazionale con al centro un club europeo, ovvero una porzione ristretta di persone, burocrati soprattutto, a cui affidare tutte le decisioni destinate a influenzare la vita di molti.
Il grande errore da imputare all’Europa”, secondo Tiberio Graziani, presidente di Vision & Global Trends, “è stata proprio la mancanza di una visione di lungo periodo in termini storici” dell’Unione, passando anche attraverso la formazione di un ceto amministrativo e politico europeo. In un momento storico in cui l’immagine dell’Europa che viene restituita è quella di un contrasto tra le spinte alla frammentazione delle forze neosovraniste e lo slancio verso un’integrazione più concreta, l’esigenza più urgente
è quella di creare un’Europa del presente che sia unita e coesa e che guardi agli errori del passato per migliorare il proprio futuro

Ripristinare il principio della responsabilità, fortemente minacciato in questa stagione politica. E’ questo l’auspicio di Ettore Rosato, vice presidente della Camera dei deputati: “Quando non si sanno risolvere i problemi interni, gli Stati membri dell’Ue tendono a scaricare le colpe di alcuni fallimenti proprio sull’istituzione europea”. “Serve sempre ricordare che i nazionalismi hanno portato la guerra e che l’Europa è quella scelta profonda che fu fatta durante la seconda Guerra Mondiale da parte di chi ebbe la consapevolezza di capire che la storia d’Europa fu attraversata da continue guerre e che per questo si doveva porre fine a questa situazione”.

Il problema dell’Europa oggi è la sua debolezza e non è difficile immaginare che la frammentazione politica che presumibilmente uscirà fuori da questa tornata elettorale non farà che intensificare le sue fragilità. Diversi sono i passi ancora da percorrere per avvicinarsi all’idea di un progetto che abbia una costituzione comune, una politica estera e di difesa collettiva, un’identità sociale ma soprattutto la lungimiranza di sviluppare una visione di lungo periodo che sia condivisa. Perché se è vero – come ha suggerito il professor Bettoni durante il convegno – che parlare di identità significa automaticamente presupporre un’esclusione, è pure vero che nell’epoca della preoccupazione, dell’incertezza, della mancanza di solidarietà, il sentirsi accomunati da qualcosa non sembra poi così male come idea. 

L’Europa vista dall’antiestablishment: l’economista Antonio Maria Rinaldi si racconta

Un’autorità del mondo economico-giuridico, tra gli esponenti dell’euroscetticismo e del sovranismo in Italia. Una personalità divisiva, nel senso che accoglie assensi e al tempo stesso coltiva dissensi. È Antonio Maria Rinaldi, economista di antica famiglia romana, il protagonista del quinto incontro della rassegnaEgo: Le personalità si raccontano.
La Rassegna è nata da un’idea della Dott.ssa Jasna Geric – interprete e traduttrice – con il patrocinio della Ad Maiora – Editore, casa editrice di spicco nei settori economico e giuridico.
Quinto appuntamento di un ciclo che si propone, di volta in volta, di approfondire la conoscenza di personalità che svolgono un ruolo partecipativo e di rilievo nell’ ambito del nostro Paese e di cui la Consul Press ha più volte trattato in precedenti occasioni.

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Post una “rapina e tentato omicidio”, come nel videogioco, un intervento di Giuseppe Lavenia (Di.Te)

LA NECESSITA’ DI RIPRISTINARE IL DIALOGO TRA GENITORI E FIGLI 

«Pensare che il videogioco sia il responsabile di quanto accaduto, non serve: il videogioco è un mero strumento». Dopo l’ennesimo caso di arresto di sei ragazzi, poco più che maggiorenni, accusati di rapina e tentato omicidio, sono arrivate, laconiche, le parole di Giuseppe Lavenia, Presidente di Di.TeAssociazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche, Gap e Cyberbullismo  a commentare l’accaduto.

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Dalla coesione sociale alle infrastrutture:
l’Europa alla vigilia delle Elezioni Europee

Dal “CONVEGNO DI STUDIO”  di VISION & GLOBAL TRENDS

L’Europa tecnologica e scientifica, le politiche di coesione sociale, le infrastrutture pesanti. Sono queste le tematiche affrontate durante il convegno #CostruireEuropa – #BuildingEurope, organizzato dall’Istituto Vision & Global Trends in collaborazione con l’onorevole Francesco Boccia (PD).
Un seminario di studio per ricostruire il passato della Comunità europea e riflettere sulla costruzione di un’Europa del futuro, mettendo in luce i limiti e le difficoltà del Vecchio Continente, in piena crisi di identità, e interrogandosi su quali sfide si troverà ad affrontare il legislatore europeo dopo le urne del prossimo maggio. Un appuntamento con l’approfondimento che si è svolto il 26 marzo presso Palazzo Theodoli Bianchelli, nella Sala Iotti e che arriva proprio alla vigilia delle elezioni europee.

SCIENZA e TECNOLOGIA. La ricerca scientifica e tecnologica va considerata come una realtà e un’attività interrelata e interconnessa a livello internazionale, e non solo come lo sviluppo dei singoli paesi membri che costituiscono l’Unione europea. Così commenta Enrico Brugnoli, Dirigente del CNR, aprendo i lavori del primo panel dedicato alla ricerca tecnologia e scientifica in Europa. “Per poter fare progressi bisogna poter pensare ad una interconnessione tra nazioni anche e soprattutto in campo disciplinare”. “L’Europa ha sempre giocato un ruolo fondamentale nel campo  della ricerca, che è certamente all’avanguardia sotto diversi aspetti”. Restano, tuttavia, numerosi gli aspetti di criticità anche in questo settore, dovuti principalmente alla condizione di un’Europa ancora senza una piena omogeneità e ricca invece di disuguaglianze. “Lo spazio della ricerca in Europa (European Research Area) dovrebbe avere diversi obiettivi tra cui quello di sollecitare sistemi nazionali più efficaci ed efficienti nell’allineamento dei finanziamenti nazionali a progetti importanti”, come l’ottimizzazione della cooperazione e della concorrenza transnazionale, il raggiungimento dell’uguaglianza di genere, l’apertura del mercato del lavoro e l’accesso ottimale e più sistematico alle informazioni e alla conoscenza.

Un aspetto da approfondire è certamente la disparità nel processo di finanziamento alla ricerca: dall’Europa arriva circa il 2% del Pil per il finanziamento alla ricerca scientifica e tecnologica, mentre tra gli stati membri i dati oscillano a dismisura, tra paesi che riservano al settore dal 3 al 3,5% del proprio Pil a paesi che si arrestano invece su livelli di gran lunga più bassi. L’Italia, ad esempio, fa parte di questo secondo gruppo di paesi, destinando alla ricerca circa  l’1,3% del proprio Pil. Scarso investimento pubblico alla ricerca, ma scarso investimento anche da parte del privato, sostiene Brugnoli, che in altri paesi risulta invece molto più valorizzato. “Questo aspetto è sicuramente riconducibile alla struttura dell’impresa in Italia, prevalentemente basata su un sistema di piccole e media imprese (SMI) che difficilmente riescono ad investire grosse quantità di capitale nella ricerca”.

Anche sul numero dei ricercatori e delle persone impegnate nella ricerca scientifica e tecnologica si registra grande disomogeneità e i numeri continuano ad oscillare: proprio in questo campo, l’Italia conferma una scarsa quantità di ricercatori se messa a confronto con il resto della popolazione, dovuta presumibilmente alla natura esigua degli investimenti di settore. Un aspetto da non sottovalutare, secondo Brugnoli, è quello di continuare a finanziare lo studio nel paese facendo crescere la ricerca non solo tra le eccellenze, “ma anche finanziare la ricerca della classe media perché non possiamo vivere solo di eccellenza”.

Tra le infrastrutture di ricerca a livello europeo, MetroFood rappresenta una realtà importante in quanto “prima infrastruttura di ricerca europea a coordinamento italiano nel settore del food development”, ha spiegato Giovanna Zappa di ENEA, raccontando il processo di sviluppo di questo filone di ricerca. Il progetto – che prenderà forma nei prossimi anni – prevede un investimento complessivo di 102,4 milioni di euro, per un totale di 2.500 ricercatori coinvolti. L’Italia, che ne coordina i lavori, dispone di circa un terzo del valore totale dell’investimento. Perché proprio l’agroalimentare? Perché è il principale settore economico in Europa e impiega oltre 4 milioni di persone e più del 90% delle aziende impiegate sono piccole e medie imprese di cui molte micro-imprese con meno di 10 addetti. La missione del progetto di ricerca è quella di rafforzare la competenza scientifica e promuovere lo scambio di dati e la diffusione delle informazioni, oltre che la cooperazione scientifica in questo settore su territorio europeo.

L’incontro è stato anche “una riflessione su dove siamo e dove stiamo andando in un momento storico in cui gli sforzi comuni e congiunti a livello europeo sono meno significativi rispetto al passato”, ha poi aggiunto Roberto Battiston, ex Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), che ha illustrato il percorso di due infrastrutture europee in campo spaziale: Copernicus, un insieme di rilevatori avanzati che è il principale fornitore di dati di osservazione della Terra, e Galileo, il sistema globale di navigazione satellitare di proprietà dell’UE. L’Europa, con i suoi 29 satelliti attualmente in orbita e 30 previsti nei prossimi anni, ha destinato ai programmi spaziali europei – di cui fanno parte anche Galileo e Copernicus – un budget complessivo di 16 miliardi per il periodo 2021-2027.

Il seminario è stato organizzato in collaborazione con l’onorevole Francesco Boccia, per il quale il “dibattito sull’Europa e con l’Europa è sempre più condizionato anche in Italia da scelte impulsive e di pancia”. In un periodo di profonda rivoluzione dell’economia e del capitalismo in cui “per la prima volta non è detto che all’aumento del Pil corrisponda un correlato gettito fiscale, i legislatori – aggiunge – non hanno capito per tempo che il mondo stava cambiando e con esso anche i modelli con cui si fa profitto e competitività”. 

COESIONE SOCIALE. Per il prossimo bilancio a lungo termine dell’UE (2021-2027) la Commissione europea ha proposto di rendere più moderna la politica di coesione europea, la quale rappresenta di fatto la principale politica di investimenti in ambito europeo oltre che una delle sue più concrete espressioni di solidarietà. Gli investimenti saranno dunque orientati su 5 obiettivi strategici: un’Europa più verde e priva di emissioni di carbonio, grazie all’attuazione dell’accordo di Parigi e agli investimenti nella transizione energetica, nelle energie rinnovabili e nella lotta contro i cambiamenti climatici; un’Europa più intelligente, con attenzione alle nuove tecnologie, all’innovazione, alla digitalizzazione e al sostegno delle piccole e medie imprese; un’Europa più connessa, dotata di reti di trasporto e digitali strategiche; un’Europa più sociale, che riesca a raggiungere risultati concreti riguardo ai diritti sociali e sostenga l’occupazione di qualità, l’istruzione, le competenze professionali, l’inclusione sociale e la riduzione delle disuguaglianze e disparità sociali; un’Europa più vicina ai suoi cittadini, con un sostegno tangibile dello sviluppo locale e urbano.

Questi ultimi due aspetti (Europa più sociale e più vicina ai suoi cittadini) rientrano nell’ottica più ampia di una coesione sociale a livello europeo da ricercare e perseguire. Perché è così importante sollecitare le politiche di coesione sociale in Europa? In sostanza perché si tratta di un aspetto fondamentale per la riduzione delle disuguaglianze, divenuto obiettivo strategico a partire dall’entrata in vigore del Trattato di Lisbona nel 2007.

Non solo, il principio è fondamentale anche nell’ambito della strategia Europa 2020 il cui scopo è raggiungere una crescita di tipo inclusivo con elevati livelli di occupazione e una riduzione delle disuguaglianze. La coesione sociale si definisce propriamente – almeno a livello istituzionale – come la “capacità di una società di garantire il benessere di tutti i suoi membri, minimizzare le disparità ed evitare ogni polarizzazione; una società, quindi, coesa e con individui liberi che si sostengono a vicenda seguendo questi comuni obiettivi tramite mezzi democratici”, ha spiegato Lisa Caramanno, analista di Vision & Global Trends, aprendo i lavori del II panel.

Una lettura interessante sul quadro delle debolezze in capo al Vecchio Continente è data da Vera Negri, dell’Università di Bologna, la quale denuncia l’assenza di una vera e propria idea di Welfare State (o stato sociale) comune e unitario a livello europeo, ma che invece esiste a livello nazionale secondo modalità e caratteristiche differenti da stato a stato. Una delle maggiori sfide per la prossima legislatura europea potrebbe essere – a detta di Negri – l’introduzione di uno schema base per lo sviluppo di un sistema di Welfare comune in UE. Quali interventi potrebbero introdursi? Ne sono stati individuati almeno cinque: innanzitutto, sarebbe utile mettere in atto un piano di armonizzazione tra la vita e il lavoro; la stesura di un codice di condotta per le corporation che agiscono sul territorio dell’Unione europea, con chiusura dei paradisi fiscali e limitazione della competizione fiscale; il consolidamento di Frontex, per definire meglio i confini dell’Unione europea e sottoporli al controllo unico di un sistema europeo; infine, una brusca spinta sul fronte ambientale, per andare incontro agli obiettivi europei al 2030. “Dire basta al liberismo estremo è prerogativa imprescindibile”, ha poi concluso. “L’UE deve tornare ad essere capace di progettare il futuro”.

Per quanto riguarda le politiche di coesione sociale in Italia, “l’Asvis (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) rappresenta un unicum nel panorama internazionale”, ha poi aggiunto Luigi Ferrata di ASviS. L’Italia, per rispondere adeguatamente ai temi e alle richieste dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite, ha fondato nel 2016 l’Asvis per sensibilizzare i cittadini e le istituzioni sul tema dello sviluppo sostenibile, concetto trasversale che riguarda il campo ambientale, economico e anche sociale. “Ciò che manca, ad oggi, è una strategia comunitaria e comune di sviluppo sostenibile”.

LE INFRASTRUTTURE. Da dove si deve partire per costruire il futuro del Vecchio Continente? Le infrastrutture rappresentano uno snodo chiave in quest’ottica tanto nel nostro sistema paese, quanto in Europa. Per questo, il più delle volte, al tema delle grandi infrastrutture si accompagnano gli schiamazzi della politica e le divisioni interne agli schieramenti partitici.

Se da un lato si devono considerare come un segmento strategico centrale e fondamentale per lo sviluppo e l’innovazione del continente europeo, dall’altro, sono anche strumenti essenziali per attenuare le diversità tra paesi membri e accorciarne le distanze geografiche.

“Le infrastrutture, tanto quelle destinate alle merci quanto quelle destinate alle persone – servono per aiutare questo grande patrimonio ricco di diversità che è l’Europa ad attrarre talenti e investimenti. Occorre provare a creare un approccio culturale diverso al rapporto tra infrastrutture e sviluppo e ridare valore alle infrastrutture e ai luoghi della ricerca”, dice Stefano Cianciotta, Presidente dell’Osservatorio Nazionale sulle Infrastrutture, in chiusura ai lavori. Si tratta di passaggi fondamentali per recuperare il ruolo del Vecchio Continente e del Mediterraneo (da cui proviene il 30% del commercio marittimo) nello scacchiere internazionale.

Onorevole in rosa, Debora Serracchiani si racconta: “il Partito Democratico diventi un’alternativa”

È Debora Serracchiani, deputata del Partito democratico e capogruppo PD in Commissione Lavoro della Camera dei deputati, l’ospite del primo appuntamento primaverile del ciclo “Ego: le personalità si raccontano”, che si è svolto ieri presso la sede nazionale di Confcoperative a Roma. Primo appuntamento primaverile, ma anche quarto incontro di un ciclo che prevede di approfondire nel tempo la conoscenza di personalità che caratterizzano la vita democratica del nostro Paese.

La Rassegna è nata da un’idea della Dott.ssa Jasna Geric – interprete e traduttrice – con il patrocinio della Ad Maiora – Editore, casa editrice di spicco nei settori economico e giuridico: il primo incontro si è tenuto il 7 dicembre 2018 con il senatore e giornalista, Gianluigi Paragone, che ha presentato il suo libro “Noi no!”; il secondo ha avuto luogo il 14 dicembre 2018 con l’onorevole Alessandra Moretti, ospite dell’incontro sul tema “Una madre ai vertici della politica”; il terzo si è svolto, infine, il 15 gennaio 2019, con Piercamillo Davigo del Consiglio Superiore della Magistratura sul tema “Io e la giustizia”.

Diverse le tematiche affrontate dalla deputata Serracchiani durante l’incontro di ieri pomeriggio: dal lavoro all’Europa, dai timori derivanti dall’incertezza della Brexit alla gestione dei flussi migratori. Un personalità politica divisa tra Roma – dove avviene la sua prima formazione scolastica ed universitaria – e il Friuli Venezia Giulia, dove intraprende i primi passi nel mondo del lavoro come avvocato esperto in diritto dei lavoratori per poi approcciarsi più tardi alla politica “per un impegno più civico e civile, che politico in senso proprio”. Così si descrive l’onorevole Serracchiani in apertura ai lavori dell’incontro, ripercorrendo anche gli anni trascorsi come deputata al Parlamento europeo per il Partito democratico (dal 2009 al 2013), in cui si dedicava principalmente al tema delle infrastrutture.

Proprio sull’Unione europea, Serracchiani ha precisato che il Parlamento europeo viene percepito il più delle volte come qualcosa di estremamente distante dai cittadini dei singoli stati membri e per questo è interpretato sempre in chiave negativa, ma che in realtà “ svolge un ruolo molto interessante” e determinante ai fini di una mediazione tra i diversi contesti culturali e sociali dei paesi europei. L’onorevole si è detta anche preoccupata per le conseguenze che rischiano di travolgere tutto il contesto europeo – e, dunque, non soltanto quello italiano – derivante da un’uscita della Gran Bretagna dall’Unione (la Brexit) senza la stipulazione di un previo accordo tra le parti, di cui si discute ferventemente in questi giorni. Ci saranno certamente impatti notevoli anche sul mondo del lavoro: “a rischio 600 mila posti di lavoro in tutto il contesto europeo”, dice Serracchiani, soprattutto perché non è noto come si svolgeranno le trattative.

“Insistere per cambiare le cose che non vanno” è questa poi la sua idea di sinistra “il che significa anche prendersi le proprie responsabilità”. Quella descritta dall’onorevole “è una sinistra che si impegna anche su alcuni temi legati alla modernizzazione del Paese o del lavoro; una sinistra che fa scelte politiche importanti”. Preparazione, competenza e capacità di leggere i cambiamenti prima che questi arrivino: sono queste le premesse per una buona politica.

Sui flussi migratori, “non si governano facendo finta che queste persone non ci siano, ma si governano facendo scelte importanti e significative che non riguardano solo il tema dell’accoglienza o dell’emergenza ma anche dell’integrazione (dove, per “integrazione” intendiamo conoscenza reciproca, ma anche accettazione delle regole del paese che accoglie) e processi legislativi che devono essere modificati, come la legge Bossi-Fini o trattati bilaterali per il ricollocamento che devono essere necessariamente aggiornati”, ha spiegato Serracchiani. Quanto al tema della violenza sulle donne – in un clima di costante escalation – “è un tema molto attuale su cui occorre sicuramente fare una valutazione sia psicologica che sociale. Ma non basta una norma per pensare che il problema possa essere esaurito solo attraverso una legislazione, che ad ogni modo deve essere rivista ed aggiornata. Il tema è certamente di natura culturale e riguarda tutto il paese”.

Rispondendo a una domanda della Consul Press posta a margine dell’evento sulla nuova leadership di Nicola Zingaretti nel Partito Democratico, l’onorevole Serracchiani ha risposto di voler aspettare per vedere i risultati del cambiamento che il nuovo segretario ha promesso, “anche per capire cosa fare per aiutarlo in questa fase di transizione. Dal Congresso è emersa una gran voglia di unità e quindi cercheremo di fare del nostro meglio per diventare un’alternativa concreta“.

Intervista a Paolo Ambrosini, Presidente dell’ A.L.I.

La LEGA lancia una legge a sostegno delle librerie:
ne parliamo con il Presidente dell’Associazione Librai Italiani

Le difficoltà del mercato editoriale e il calo dei consumi, la concorrenza con la vendita online e la necessità di investimenti pubblici per la promozione della cultura e della lettura. Sono questi alcuni dei temi più caldi che attualmente riguardano il sistema editoriale e librario italiano;  problematiche che recentemente sono tornate a far capolino anche nelle aule parlamentari. Diverse sono infatti le iniziative messe in campo, mirate a risollevare e promuovere il settore, che fanno pensare ad un approccio finalmente organico alle difficoltà del sistema librario, editoriale e culturale del paese.

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“Derby Remiero della Capitale”, trionfa ancora il Circolo Canottieri Roma

IL DERBY E’ SEMPRE “IL DERBY”, sia allo Stadio Olimpico, sia sul Tevere   

Per il secondo anno consecutivo, il Circolo Canottieri Roma si è aggiudicato la vittoria contro il Circolo Canottieri Lazio nella 42ma edizione del tradizionale “Derby Remiero” della Capitale, che si è svolto sabato 2 marzo sul fiume Tevere.

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L’Iran, prima e dopo la Rivoluzione del 1979

Le relazioni culturali Italia – Iran

Quarant’anni fa la Rivoluzione iraniana del 1979, che portò alla fondazione della Repubblica islamica dell’Iran, ha cambiato il volto del paese e con esso il rapporto della neonata Repubblica teocratica con la comunità internazionale degli Stati. Al tema delle relazioni culturali tra Iran ed Italia è stato dedicato un evento intitolato “Iran patrimonio dell’umanità. Le relazioni culturali tra Italia e Iran”, svoltosi lo scorso 12 febbraio, preso la Sala Tatarella del Palazzo dei Gruppi parlamentari della Camera dei deputati.

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A Roma apre il primo Tempio di Mormoni in Italia …..

….. ED E’ IL PIU’ GRANDE D’ EUROPA !

Un’immensa struttura in marmo e granito, 18 metri che arrivano a oltre 40 (47,65 metri) se prendiamo in considerazione la guglia più alta che ospita la statua dell’antico profeta Moroni. Così, su 6 ettari di terreno, in via di Settebagni 376 (nei pressi del Centro commerciale Porta di Roma) si erge il primo tempio costruito in Italia appartenente alla Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni, meglio noti come Mormoni.

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Il “Made in Italy” nel Mondo: al via il nuovo progetto di internalizzazione delle imprese di Conflavoro PMI

“Il mondo ha fame di Made in Italy”

E’ questa l’ultima iniziativa messa a punto dalla Confederazione delle piccole e medie imprese, Conflavoro PMI, e presentata mercoledì pomeriggio a Palazzo Madama, nella sala dedicata ai caduti di Nassirya. Un roadshow per parlare di Made in Italy e di internalizzazione delle piccole imprese che girerà alcune città della Penisola (Cagliari, Lecce, Firenze, Verona, Torino) a partire da venerdì 8 febbraio allo scopo di supportare le imprese italiane e creare una rete di professionisti che sia di sostegno alla loro espansione nei mercati internazionali.

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1919-2019: 100 anni del Circolo Canottieri Roma, una “Eccellenza della Capitale”

A COLLOQUIO CON MASSIMO VENEZIANO, PRESIDENTE DEL CIRCOLO 

Un’occasione per guardarsi indietro e osservare i traguardi finora raggiunti, ma anche per guardare in avanti a quelli ancora da perseguire. Il 2019 sarà un anno di memoria e di bilanci per lo storico Circolo Canottieri Roma che cento anni fa, il 28 settembre 1919, sventolava per la prima volta sul Tevere la bandiera giallorossa che oggi ne caratterizza il logo. Da quel momento tante cose sono cambiate, così come tante sono invece rimaste le stesse e hanno contribuito a fondare nel Circolo e tra i suoi membri un solido spirito di coesione ed appartenenza. Da poco più di cento iscritti nel primo dopoguerra, oggi il Circolo vanta circa mille soci che rappresentano una vera e propria comunità nel panorama sportivo della Capitale.

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Reddito di cittadinanza, in arrivo il decreto attuativo

R.d.C.

La manovra economica è legge. La Camera dei deputati ha approvato il testo definitivo della legge di bilancio relativa all’anno 2019 la notte del 30 dicembre 2018, con 370 voti favorevoli,  70 contrari e diversi astenuti. Dopo un iter piuttosto travagliato, la legge 30 dicembre 2018, n. 145 è infine approdata in Gazzetta Ufficiale n. 302 del 31 dicembre 2018.

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I cento anni di Montecitorio: alla Camera la mostra sul progetto architettonico di Ernesto Basile

L’aula di Montecitorio, un secolo tra Arte e Storia

di FABIANA  LUCA*

Era il 20 novembre del 1918. La Prima guerra mondiale si era conclusa da poche settimane e il 20 novembre di quell’anno si svolgeva, solennemente, la prima seduta della Camera dei deputati nella nuova Aula di Palazzo Montecitorio, realizzata dall’architetto palermitano Ernesto Basile.

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Il Maestro Vittorio Storaro presenta il libro d’arte “La Civiltà Romana” al Circolo Canottieri Roma

“L’Immagine” alla base dell’Arte Cinematografica

di  FABIANA LUCA*

Nel suo ultimo appuntamento dell’anno con la cultura, il Circolo Canottieri di Roma ha ospitato nella serata di venerdì il grande maestro e direttore di fotografia, tre volte premio Oscar, Vittorio Storaro, nella presentazione del suo ultimo volume d’arte intitolato La Civiltà Romana.

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Verso la fatturazione elettronica:
dal Convegno Lapet a Roma dell’ 8 novembre

 TRIBUTARISTI LAPET A CONVEGNO sulla FATTURAZIONE ELETTRONICA 

 a cura di FABIANA LUCA

“La fatturazione elettronica rivoluzionerà il sistema fiscale in Italia, soprattutto per quanto riguarda i nostri modelli di studio tributari: è fondamentale, pertanto, cogliere questa evoluzione in termini di opportunità”. Con queste parole Lamberto di Giulio, Presidente Provinciale Lapet di Roma, ha aperto i lavori della giornata studio organizzata da Lapet sulla fatturazione elettronica, svoltasi giovedì 8 novembre presso il Leon’s Place Hotel di Roma. L’evento è un ulteriore tassello per “cercare di rendersi pronti e preparati in vista del 1° gennaio 2019”, ha detto il Presidente, quando l’uso della fatturazione elettronica a seguito di cessioni di beni e di prestazioni di servizi effettuate tra operatori Iva residenti e stabiliti in Italia sarà obbligatorio per tutti, tranne poche eccezioni.

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