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Autore: Franco D'Emilio

Storico, narratore, una lunga carriera da funzionario tecnico scientifico nell'Amministrazione del Ministero per i beni e le atiività culturali

All’aria il Governo del Cambiamento: occhio al nuovo partito di Renzi

Non ho certo sofferto per l’inglorioso fallimento del governo del cambiamento, le premesse del fiasco c’erano tutte: le bugie curricolari di un candidato premier, ridotto al ruolo di passacarte di Salvini e Di Maio; un contratto di governo, irrealizzabile e conflittuale col pareggio di bilancio dello stato; l’aurea mediocrità di taluni papabili ministri, soprattutto tra i pentastellati; la condotta ondivaga della coalizione gialloverde sulla politica estera, in particolare quella comunitaria europea.

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Il pericolo del prossimo “Governo dei Magliari”

A VOLTE, LA POLITICA E’ COME UN FILM  ?

un’ analisi di FRANCO D’EMILIO 

“I magliari” è il titolo di un celebre film, diretto nel 1959 da Francesco Rosi e interpretato da Renato Salvatori, Alberto Sordi e Belinda Lee. La storia è ambientata nell’allora Germania Ovest e racconta gli imbrogli di un gruppo, appunto, di magliari italiani per vendere merce di dubbia qualità e provenienza.

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In Lombardia: Lara Magoni, assessore documentata e coerente

L’IPOCRISIA VILE ANTIFASCISTA
CONTRO l’ASSESSORE al TURISMO 

di Franco D’Emilio

Nei giorni scorsi ha suscitato clamore un intervento di Lara Magoni, Assessore al Turismo della regione Lombardia, in quota al partito Fratelli d’Italia, riguardo alle tutele sociali dello stato fascista, soprattutto nei confronti dei lavoratori.

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Di Maio… come Talleyrand (?)

Il Leader 5 Stelle con la tattica dell’Istrice

di Franco D’Emilio

Certo, sono state molte le aspettative, perché no le speranze, suscitate dall’irruzione del M5S sulla scena della politica nazionale: in una fase di immobilismo, di grande fragilità etica e scarsa credibilità del ceto politico dirigente il movimento pentastellato ha trascinato mente e cuore di una vasta platea verso il suo proposito di una rinascita del paese fuori dal vecchio, compromesso sistema.

Adesso, è altrettanto certa, crescente la delusione di chi prima tanto fiducioso che la frattura 5S da un passato e da un’attualità, spesso indegni, significasse l’affermazione di un metodo, di un ruolo politico davvero innovativi.

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Lo Spirito Settario del M5S

Sicuramente il Movimento 5 Stelle non può definirsi una setta, sarebbe, infatti, una definizione fuori dalla realtà: le sette sono solitamente gruppi limitati di individui, invece il M5S è una vasta comunità politica. I pentastellati hanno, però, un chiaro comportamento settario, amplificato dalla loro presenza in Internet e favorito dalle condizioni di un’Italia in grave disagio sociale, economico.

Il proselitismo attraverso la rete ha consentito, infatti, la diffusione del modello di condotta politica pentastellata che contro il sistema vigente vuole affermarsi come unico ruolo giusto e indiscutibile perché espressione diretta del solo soggetto e valore possibile, il popolo.

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Fake news: l’informazione spazzatura della Lega e del M5S

 LE  BUFALE  PASCOLANO  NEI PRESSI  DEL  PARLAMENTO 

Le fake news, si sa, sono bufale, notizie false, diffuse malevolmente attraverso i media per disinformare lettori o ascoltatori, quindi orientare negativamente l’opinione pubblica.

Pure nel nostro paese la diffusione di fake news ricorre sempre più spesso, configurandosi anche come ulteriore strumento di contrasto da parte di soggetti politici, inclini al populismo, dunque ad indirizzare le regole della democrazia rappresentativa verso i principi, le finalità di un giustizialismo avventurista, solo demolitivo. La prossima campagna elettorale sarà sicuramente segnata da questo fenomeno negativo che scredita la politica, soprattutto offende la dignità dell’elettore.

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Da “Poveri, ma belli” a poveri e incazzati !

THE  NEEET  GENERATION

Il rapporto 2017 della Caritas sulla povertà e l’esclusione dei giovani in Italia sono davvero terribili, allarmanti, soprattutto in riferimento a due dati conclusivi: il primo rileva come un giovane su dieci si trovi nella condizione di povertà assoluta, il secondo sentenza inesorabilmente come dal 2007 la povertà giovanile sia passata dall’1,9% al 10.4%, a fronte, invece, di un calo significativo dell’indigenza  tra le persone over 65.

L’indagine non solo esplicita una condizione già di per sè estremamente negativa, ma evidenzia pure la crescente difficoltà sociale di generazioni di figli e nipoti che rispettivamente vivono peggio dei loro genitori o nonni ovvero si è completamente capovolto il rapporto tra le generazioni. I nostri giovani sono, così, i soggetti più colpiti dalla crisi economica e dalla esclusione sociale, costretti, fra l’altro, a guardare un futuro per loro solo incerto, precario, se non addirittura ignoto: di conseguenza crescono sia le situazioni di disagio interno alla famiglia d’appartenenza sia le condizioni di conflittualità sociale col pericolo di un difficile equilibrio tra devianza e illegalità. In Italia esiste oggi una povertà giovanile davvero straordinaria e straordinariamente pesante perchè alla povertà dei mezzi materiali per vivere si è affiancata sempre di più la povertà, ancora più onerosa, dell’impossibilità di poter progettare il proprio futuro e trovare delle alternative a questa difficolà esistenziale: questa la condizione miserevole dei giovani tra i 18 e i 34 anni.

La crescita della povertà giovanile è l’ulteriore conferma come l’Italia resti arretrata rispetto a molti paesi europei nella classifica della ripresa economica: il tasso di disoccupazione giovanile attuale è pari al 37,8%, di poco in calo rispetto a quello dell’anno scorso, ma addirittura doppio rispetto a quello della media europea, 18,7%. Contemporaneamente resta alto, sempre sopra la media europea, il nostro tasso di abbandono scolastico e si conferma la più consistente presenza di Neet ossia di giovani tra i 15 e i 34 anni, not engaged in education, employment or training, dunque fuori da qualsiasi percorso formativo e lavorativo.

Dai dati della Caritas risulta più grave la condizione delle giovani donne, maggiormente esposte alla povertà per la mancanza, spesso cumulativa, di lavoro, alloggio, un sostegno familiare. Tantomeno deve sfuggire il dato, relativo alla ripartizione geografica, il 34,7% al Nord e il 39,1% al Sud, delle richieste di aiuto alla Caritas da parte dei nostri giovani: un divario non eccessivo che conferma come la povertà abbia ridotto la forbice di distanza tra settentrione e meridione. Certamente sulla condizione precaria dei nostri giovani influiscono anche fattori come l’estrazione sociale, il personale livello di istruzione e formazione, la disponibilità di relazioni sociali utili, ma complessivamente dobbiamo riconoscere quanto sia difficile l’inclusione giovanile in un mondo adulto tanto deludente quale soggetto politico, economico e sociale.

Sono trascorsi settant’anni dal film Poveri ma belli di Dino Risi del 1957: allora i giovani vivevano con serenità e ottimismo la loro età, quasi avvertendo il prossimo boom economico, oggi, invece, i nostri ragazzi non vivono i loro anni migliori, quelli più progettuali e fattivi, e sono consapevoli di invecchiare senza alcuna previdenza e tutela.

FRANCO  D’EMILIO

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A Cesena non sei AntiFascista? Allora taci e sparisci!

Il prossimo mercoledì 15 novembre il Consiglio Comunale di Cesena voterà se approvare o respingere il nuovo regolamento cittadino “antifascista”, fortemente voluto e sostenuto dal Partito Democratico cesenate, anche sull’onda della liberticida legge Fiano, per vietare l’occupazione di suolo pubblico ad enti, associazioni od altre realtà che non abbiano perfetta aderenza con i principi costituzionali.

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Elezioni Siciliane: l’ inutilità del voto al M-5_Stelle e la rovina del P.D.

BREVE ANALISI Post -VOTO

________________  a cura di FRANCO D’EMILIO 

In fondo, i risultati delle recenti elezioni siciliane non hanno sorpreso nessuno, tutto era già scontato: il successo del centro destra, il tonfo del PD, l’illusoria posizione da primo partito del Movimento 5 Stelle. Già, proprio così, il M5S è stata la formazione politica più votata dai siciliani, ma tale risultato è destinato ad un palese insuccesso politico senza sbocchi e sviluppi futuri: fuori dal governo della regione siciliana i pentastellati saranno costretti ad un’esasperata opposizione, come sempre umorale, confusa e contradditoria, pari a quella sinora espressa dai banchi del Parlamento.

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In Italia i beni culturali in caduta libera !

 IL PATRIMONIO CULTURALE SEMPRE PIU’ IN PERICOLO 

Il Ministro dei beni culturali, Dario Franceschini, commentando la legge di stabilità 2018, recentemente approvata dal Consiglio dei Ministri, ha sottolineato, entusiasta, l’impegno assunto dal Governo a sostegno della gestione del patrimonio culturale nazionale, soprattutto riguardo ai seguenti aspetti: aumento delle risorse economiche e nuove assunzioni di personale a favore del ministero. Dunque, Franceschini ha plaudito tali provvedimenti perchè conferma di come il Governo creda “nella cultura volano di crescita del Paese e leva di un turismo sostenibile” e non ha mancato di chiudere con una nota di autoreferenzialità:  “Sin dal primo giorno di mandato ho detto che il Ministero dei beni culturali era uno dei principali dicasteri economici e i numeri di questa manovra economica, al pari delle precedenti, lo ribadiscono”.

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I Sindacati rappresentano ancora i Lavoratori?

La concertazione sindacale nasconde solo cogestione politica

Il governo Gentiloni ha appena presentato ai sindacati la legge di stabilità 2018 e subito CGIL, CISL e UIL, pur con qualche distinguo tra loro, protestano, addirittura con minacce di sciopero generale: chiedono più investimenti per il lavoro e l’occupazione, maggiore sostegno alle problematiche giovanili, una diversa politica pensionistica, meno penalizzante, soprattutto per la progressione dell’età pensionabile in rapporto all’aspettativa di vita.

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A Predappio “amarcord partigiano” …. con tagliatella antifascista

Il prossimo 28 ottobre, presso il Circolo Arci di Predappio, si svolgerà la manifestazione “Tagliatella Antifascista” che negli auspici dell’ANPI di Forlì-Cesena, associazione promotrice dell’evento, deve costituire un momento di riflessione e incontro conviviale, a presidio popolare e democratico, in cui incontrarsi in maniera “dolce” e ferma per mantenere e incrementare la Memoria della Resistenza e dei Valori che i Partigiani ci consegnarono con la Costituzione.

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A Ravenna nuova presentazione del libro “Predappio al tempo del Duce”

 

“InContemporanea” –  La Storia si fa in biblioteca 

Nella Sala Spadolini della Biblioteca di Storia Contemporanea “Alfredo Oriani” di Ravenna, prestigiosa istituzione culturale italiana, riprende la ben nota rassegna con un ciclo di tre incontri ottobrini dedicati a fascismo e società italiana.

La-Biblioteca-Oriani-di-Ravenna

Si inizia venerdì 13 ottobre, ore 17.00, con la presentazione del libro del prof. Carlo De Maria, Le biblioteche nell’Italia Fascista (Biblion, 2016). Il volume ricostruisce con rigore documentario i diversi momenti e aspetti della politica bibliotecaria del fascismo, dalla creazione nel 1926 della Direzione generale accademie e biblioteche fino alla pesante ricaduta delle leggi razziali sull’organizzazione interna del sistema bibliotecario. L’autore, docente di Didattica della storia all’Università di Urbino, ne discuterà con il presidente e il direttore della Fondazione Casa di Oriani, prof. Sandro Rogari e dott. Alessandro Luparini.

Il ciclo proseguirà venerdì 20 ottobre, ore 17.00, con la presentazione del libro di Paola S. Salvatori, Mussolini e la storia. Dal socialismo al fascismo (Viella, 2016), in dialogo con il prof. Massimo Baioni (Università di Siena).

La rassegna si concluderà venerdì 27 ottobre, ore 17.00, con la presentazione del volume fotografico PREDAPPIO AL TEMPO DEL DUCE. Il fascismo nella Collezione fotografica Franco Nanni, a cura di Franco D’Emilio e Giancarlo Gatta (Bradypus, 2017), in dialogo con il prof. Carlo De Maria

     168Mussolini al volante di un'Alfa Romeo da competizione

 

 

 

 

 

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La bufala della ripresa economica

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I DATI ISTAT al II° semestre 2017

Tali dati parlano chiaro…. se li consideriamo attentamente, possiamo evidenziare queste risultanza: 

lavoratori dipendenti      17.726.000     +3%        +513.000 unità sui dati del 2008

lavoratori indipendenti    5.363.000      -8,7%     -514.000 unità sui dati del 2008

Il calo del lavoro  autonomo annulla, dunque, la crescita di quello dipendente e coincide con la perdita di oltre mezzo milione di artigiani, piccoli imprenditori e commercianti: le famiglie, legate al reddito da lavoro autonomo, risultano le più esposte al rischio povertà;  dal 2015 il 25,8% di tali nuclei familiari vive al limite della soglia di indigenza e, mediamente, sinora ha subito un taglio del proprio reddito annuo pari al 15,4%, attorno ai 6.500 euro.

Non deve, però, tralasciarsi una domanda, relativa alla crescita dei lavoratori dipendenti: perchè, pur in presenza di un maggior numero di questi occupati, sono diminuite del 5,8% le ore complessivamente lavorate? La risposta è duplice: sono cresciuti solo i contratti di lavoro a tempo determinato, mantenendosi, quindi, un alto indice di precarietà lavorativa; eppoi, la richiesta di prodotti e servizi è tuttora inferiore ai valori pre-crisi.

Infine, va sottolineato come la crescita del lavoro a contratto a tempo determinato lasci poco spazio alla prevenzione antinfortunistica, come sottolineato dall’ANMIL (Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi del Lavoro) nella propria manifestazione svoltasi a Cagliari, oggi domenica 8 ottobre, denunciando un incremento degli incidenti sui posti di lavoro.

Vi pare che questi siano dati di ripresa, di uscita dalla crisi economica devastante degli ultimi anni? Al massimo sono segni di una lieve, contraddittoria ripresina che potrebbe, se non adeguatamente supportata, innanzitutto con una fiscalità meno esosa, risolversi in un’illusoria “sveltina” pre-elettorale di questo governo con gli italiani.

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Don Lorenzo Milani e il Prof. Alberto Manzi

Due  maestri unici,  col dono della disobbedienza  

un esempio per le nostre attuali istituzioni scolastiche

Un po’ dappertutto continuano a svolgersi manifestazioni, dibattiti, presentazioni di libri nella ricorrenza del cinquantenario della morte di don Lorenzo Milani (1923-1967), l’indimenticabile parroco di Barbiana, e colpisce come molta attuale intellighenzia della sinistra postcomunista rivendichi proprie radici nel pensiero e nell’opera del tenace “innovatore pretino”…. lo chiamo così con l’affetto di chi l’ha conosciuto, era l’estate del ’64 e avevo tredici anni.

E’ dalla visita nel 2007 di Walter Veltroni, pellegrino ruffiano a Barbiana, che la sinistra accampa forzatamente un’infondata collocazione di don Milani sulle proprie posizioni, ma penso che tale pretesa possa dichiararsi definitivamente respinta dalle parole di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di S. Egidio, nella prefazione al recente testo di Michele Gesualdi, Don Lorenzo Milani, l’esilio di Barbiana: “ non un prete di sinistra, ma un prete dei poveri”, quindi inconsistente ogni interpretazione ideologico-politica della missione pastorale del nostro sacerdote.

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I Sindacati e la Costituzione

  La gaffe del pentastellato Luigi Di Maio

    SINDACATO FUORILEGGE contro la COSTITUZIONE

  Per privilegio antifascista sindacati sempre contrari ad un loro statuto giuridico

 

Se il paese vuole essere competitivo, le organizzazioni sindacali devono cambiare radicalmente. … O si autoriformano o quando saremo al governo ci penseremo noi.”  Queste solo alcune delle incaute affermazioni senza fondamento, pronunciate al recente Festival del Lavoro di Torino dal leader del M5S, Luigi Di Maio, già tanto compreso nella sua azzardata candidatura a prossimo capo del governo. Sì, proprio un azzardo, un’esaltazione fantapolitica che nasce dall’ignoranza, davvero grave per chi già ricopre la carica di vicepresidente della Camera ed ambisce alla prima poltrona di Palazzo Chigi: incredibilmente, l’on. Di Maio ignora che oggi i sindacati non sono organizzazioni statuali, ma libere associazioni, autonome nella loro organizzazione ed azione; non ne intende la dignità rappresentativa, quindi l’impegno di rappresentare, tutelare gli interessi dei lavoratori; infine, è dimentico del forte radicamento del sindacato nei luoghi di lavoro con migliaia di militanti e attivisti.

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Nostalgia del XXVIII Ottobre

                    NOSTALGIA della MARCIA su ROMA ?

 Sì al Museo di Predappio che studi e racconti davvero il Fascismo !

 __________________  di FRANCO D’EMILIO 

A quasi un mese dalla ricorrenza della Marcia su Roma ecco che la memoria di quel fatidico 28 ottobre 1922 riaccende il contrasto tra fascismo e antifascismo con espressioni, spesso, di reciproca acuta ostilità, spinta anche da un moto di nostalgia: da una parte, nostalgia di chi rimpiange il Ventennio, dall’altra nostalgia di chi rimpiange che la resistenza non si sia tradotta in una efficace, duratura “bonifica” della società, della politica italiana dalla persistente presenza e professione di idee, comportamenti, legati al ricordo, se non addirittura al culto, del trascorso regime.

Così, in prossimità della data della Marcia su Roma, torna, ancora più esasperato, il tema della nostalgia e, soprattutto, dei nostalgici del fascismo, magari in visita a Predappio per un omaggio ai luoghi natali e alla tomba del Duce, esibendo simboli, pure nell’abbigliamento, e saluti di chiara celebrazione fascista, affollando negozi di souvenir storici, non sempre apprezzabili per il loro messaggio.

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PREDAPPIO al tempo del DUCE

A  ROCCA delle CAMINATE  la presentazione del libro 

PREDAPPIO AL TEMPO DEL DUCE 

  Il Fascismo nella Collezione Fotografica Franco Nanni 

Sabato 16 settembre ha avuto luogo la presentazione del libro, con un grande successo di pubblico, attento e partecipe, nella significativa location della Rocca delle Caminate, da poco restaurata per una destinazione d’uso pubblica a fini turistici e culturali. La manifestazione si è svolta con grande serenità, pure nel corso del successivo breve dibattito tra posizioni diverse, ma non più nettamente contrapposte perché positivamente inclini al confronto dialettico.

E’ stata ribadita la notevole importanza della dichiarazione di interesse storico della collezione fotografica del predappiese Franco Nanni da parte del Ministero per i Beni Culturali attraverso la Soprintendenza ai beni archivistici e bibliografici dell’Emilia Romagna: è sicuramente la prima collezione fotografica privata, solo ed esclusivamente sul Fascismo, che grazie all’impegno di Franco D’Emilio, funzionario dell’Archivio di Stato di Forlì, ha ottenuto questo importante riconoscimento, rompendo anche non indifferenti pregiudizi, ostracismi, storici e politici. Il Prof. Carlo De Maria, docente dell’Università degli Studi di Urbino, ha sottolineato il valore espressivo del libro come conferma della fotografia, considerata quale fonte storica.

Tale presentazione verrà riproposta  prossimamente a Forlì, Cesena, Ravenna e Riccione e, se possibile, in altre località dell’ Emilia Romagna e fuori Regione. Non è esclusa anche unna possibilità nella Capitale. Qui di seguito viene riportato l’intervento effettuato da Franco D’Emilio

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Un volume su Predappio al tempo del Duce

Collana OttocentoDuemila, Fotografia e storia, 1

PREDAPPIO al tempo del DUCE

 Il Fascismo nella collezione fotografica Franco Nanni, Franco D’Emilio e Giancarlo Gatta (eds.)

(BraDypUS Communicating Cultural Heritage, Roma 2017)

Questo volume fotografico raccoglie, in una pregevole veste editoriale, circa 250 foto degli anni Venti e Trenta, valorizzando per la prima volta la collezione sul fascismo del predappiese Franco Nanni, il cui notevole interesse storico è stato recentemente riconosciuto dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica dell’Emilia-Romagna. Nelle pagine del catalogo si alternano immagini “strutturate” e celebrative a istantanee che ci restituiscono “un Mussolini non in posa, meno iconograficamente corretto verrebbe da dire, e quindi forse più facilmente permeabile alle domande che gli storici continuano a fargli”. Ben documentate sono, altresì, le trasformazioni urbanistiche e le manifestazioni pubbliche.

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