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Autore: Massimiliano Serriello

Classe 1975, Romano d'ascendenza Cilentana e Toscana, Giornalista, Saggista, esperto in critica cinematografica e sport

ALBATROSS: Omaggio ad Almerigo Grilz,
giornalista e combattente “Caduto sul Campo”

Il fine dichiarato dell’appassionato ed eclettico attore e regista torinese trapiantato a Roma Giulio Base consiste in Albatross nel costruire idealmente un ponte, anziché alzare ulteriori muri dettati dalle impuntature ideologiche confuse per punti d’onore, per rendere omaggio ad Almerigo Grilz  Il primo giornalista italiano caduto sul fronte, a Mozambico, dopo la seconda guerra mondiale.

Giancarlo Giannini, Giulio Base, Michele Favaro, Albatross, Francesco Centorame

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La RICCHEZZA di SPIRITO dei “Vigili del Fuoco”

IL CORAGGIO DEI POMPIERI EVITA LA TRAGEDIA
NELL’INCENDIO DIVAMPATO A CENTOCELLE

L’alacre ed esperto regista Michele Soavi, che ha dato il meglio di sé nei film horror col cupio dissolvi sugli scudi e nel controverso apologo storico “Il sangue dei vinti” illuminando le zone d’ombra dell’atroce conflitto civile autoctono a dispetto dei cosiddetti gendarmi della memoria, si è fatto le ossa prestando servizio da giovane nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

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La Cerimonia Premiazione per la “Pellicola d’Oro”
all’insegna della spontaneità

IL “TEATRO A CIELO APERTO DI PORTA PINCIANA”
CELEBRA LA SETTIMA ARTE SCEVRA DA SPOCCHIE

Un conto sono le canoniche pose nel mondo del cinema che chi veleggia in superficie continua a guardare alla stregua d’un universo snobistico avvezzo ad anteporre la fatuità dell’obsoleto divismo privo d’autentico spessore alla forza significante delle fasi ex ante, in itinere ed ex post che contrassegnano la nascita del progetto d’un film, l’opportuno passaggio dal piano di lavorazione al coordinamento d’ogni specifico reparto sul set e l’approdo della pellicola portata ad effetto dalla  preziosa collaborazione di composite ed emblematiche figure professionali.

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A colloquio con Chiara Anzelmo sul valore della reazione nella recitazione

LO SLANCIO VITALISTICO DI UN’ATTRICE CHE NON LASCIA NULLA AL CASO

Nata a Lido di Ostia, ma decisa a trascendere i confini  autoctoni per riuscire ad appaiare pure oltreoceano le dinamiche interiori ed esteriori connesse alla recitazione, Chiara Anzelmo è pronta a mettere in pratica le lezioni apprese. Il lavoro su se stessa e i personaggi da interpretare man mano nel corso della carriera, animata al momento dallo slancio vitalistico dell’età verde, permette all’opportuna reazione emotiva di divenire un valido valore aggiunto al carattere d’autenticità. Che consente all’approccio psicofisico di connettersi altresì al carattere d’ingegno creativo. In grado d’impreziosire l’indispensabile sense of memory d’ogni prova degna d’encomio.

LEE STRASBERG, DUSTIN HOFFMAN, AL PACINO, ANNA MAGNANI, JOHN CASSAVATES, CHIARA ANZELMO, AUGUSTO FORNARI

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A colloquio con Romana Maggiora Vergano sull’emozione della recitazione

LE IDEE CHIARE DI UNA GIOVANE ATTRICE DESTINATA A LASCIARE IL SEGNO

Una conversazione con Massimiliano Serriello

È davvero destinata a lasciare il segno Romana Maggiora Vergano (nella foto). Ho voluto rigorosamente – o quasi: ogni tanto il “tu” scatta in automatico – darle del “lei”. Il 2 settembre, alla Sala Giardino, nell’ambito della 79ª edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, gli spettatori dal palato fine potranno applaudirne l’entusiasmo creativo profuso in Come le tartarughe di Monica Dugo nel ruolo dell’adolescente Sveva che passa dal disincanto dinanzi al dolore materno al sensibile processo d’immedesimazione. 

Ad animare invece il copione del dramedy generazionale all’italiana Gli anni belli, al di là del colpo di gomito dei richiami citazionistici cari all’autore postmoderno per eccellenza del rievocatissimo 1994, Quentin Tarantino, provvede soprattutto l’intesa stabilita da Romana con Maria Grazia Cucinotta. Un’intesa in un certo senso da Fiori d’acciaio, in altre parole di donne garbate ma toste, anche se, a onor del vero, Gli anni belli nemmeno costeggia la virtù di far ridere gli spettatori tra le lacrime sulla scorta dell’esempio fornito a futura memoria dal miglior film di sempre sull’intesa femminile corroborata dalla forza dei legami di sangue: Voglia di tenerezza

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