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Con il regista Gilberto Martinelli,
un’intervista a tutto tondo sulla “natura del Cinema”

L’INGEGNO DI GILBERTO MARTINELLI:
UN REGISTA CHE RIESCE AD APPAIARE LA TECNICA ALL’AURA CONTEMPLATIVA

Una ‘chiacchierata’ con Massimiliano Serriello

L’aura contemplativa, secondo l’opinione viziata d’intellettualismo dei critici ostili all’egemonia dello spirito sulla materia, serve a distinguere l’oggetto poetico da quello che non lo è. 
I convincimenti degli altezzosi seguaci di Guido Aristarco, persuasi d’instillare il materialismo storico e dialettico nel terreno della cosiddetta fabbrica dei sogni, non fanno né caldo né freddo al regista romano Gilberto Martinelli. L’approccio pudico, quasi in punta di piedi, nei riguardi della virtù trascendentale della musica, che per lui costituisce una medicina dello spirito, lo mette in riparo dalle ‘pinzillacchere’ di chi rende la Settima Arte uno stagno zeppo di contraddizioni. A tendere calappi ai falsi eruditi è però la duplice natura del cinema. Da una parte capace di assorbire nel carattere d’ingegno creativo delle ispirate tenute stilistiche il fuoco sacro delle sei arti maggiori. Dall’altra fedele ai dettami di uno spettacolo di presa immediata che, citando Hitchcock, depenna il tedio dall’esistenza.

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Missione a Budapest: Guido Romanelli e Béla Khun in un’opera cinematografica di Gilberto Martinelli

Cinema allo stato puro ed echi deamicisiani:
lo stile di Martinelli rivela l’anima del secolo breve.

«Sono stata educata alla disciplina. A un genere particolare di disciplina. Per esempio, quando ero bambina, andavamo a fare lunghe passeggiate in campagna d’estate. Ma non mi è mai stato permesso di correre al chiosco delle bibite con le compagne. Mi dicevano: domina la sete, domina la fame, domina le emozioni ». 
Così l’altera Marlene Dietrich in “Vincitori e Vinti” di Stanley Kramer, nei panni della vedova di un generale tedesco condannato all’impiccagione nell’arco dei processi di Norimberga, spiega al giudice impersonato da Spencer Tracy quali sono i precetti di una famiglia composta di militari.

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Intervista a GABRIELLA GIORGELLI

GABRIELLA:
un’attrice dagli occhi magnetici e dai modi schietti

Ha lo sguardo magnetico, Gabriella Giorgielli. Ma i modi schietti non hanno nulla a ché vedere con le star in cui s’identificano gli spettatori allergici ai dispendi di fosforo. Alla fama preferisce sapere che alcuni dei film che l’hanno vista partecipe, anche da protagonista, sono riusciti a cavare il sangue dalle pietre. Strappando un sorriso agli intellettuali persuasi che il gioco fisionomico conti poco rispetto alle soluzioni espressive dei registi eletti ad autori.

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Round Table su “RED LAND” …..
per discutere non solo di “Settima Arte” !

RED LAND:

UN FILM SUI VINCOLI di SANGUE e di SUOLO
DEGNO DEL GIUSTO RIGUARDO

____________una analisi a 360° di Massimiliano Serriello 

È trascorso più di un secolo dall’uscita nelle sale del kolossal “Nascita di una Nazione”. L’avvertito pensiero del regista statunitense David Wark Griffith, che nella didascalia introduttiva volle chiarire di non voler offendere con provocazioni od oscenità, rivendicando però il diritto di mostrare il lato oscuro del male per mettere  in luce il lato luminoso del Bene, sembra avere insegnato poco, se non niente, agli  accidiosi posteri.

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Al Teatro Manzoni a Roma… Confidenze Pericolose

CONFIDENZE PERICOLOSE

“La bellezza di saper tacere al momento opportuno”

In scena al Teatro Manzoni la prima dell’opera teatrale dell’autrice Daniela Morelli  “Confidenze Pericolose”. In essa si racconta la storia della trentacinquennale  vita coniugale di una famiglia borghese che dopo un episodio di crisi ritrova la serenità e trascorre i successivi  anni tra i numerosi e personali impegni di ciascun componente.

In smagliante forma la bravissima Pamela Villoresi interpreta Emma una donna dei nostri giorni attivamente impegnata, psicologa di successo, sposata, madre apprensiva e premurosa, appassionata dello sport.

Blas Roca-Rey è il marito Bruno, professore universitario, uomo intrigante, intellettuale, metodico e preciso, padre attento e premuroso.

Daniele, il loro figlio minore,  è Paolo Roca Rey.

Il ventenne Daniele è un ragazzo intelligente ed estroverso musicista, suona nei locali, insegna musica ai bambini, ma soprattutto cerca in tutti i modi di ottenere la propria autonomia ed indipendenza.

Il “particolare incontro” che metterà a dura prova l’apparente stabilità della famiglia è quello con Serena, straordinariamente interpretata dalla sempre più versatile ed affascinante Patrizia Pellegrino.

Serena è una donna che gestisce il locale “Chic e chiffon” e si esibisce ogni sera come soubrette evidenziando la propria femminilità e la propria sensualità con l’ingenuità di una ragazzina.

Nuova paziente di Emma è Serena e nelle sedute terapeutiche di quest’ultima si evidenziano le diversità delle due donne. Dalle diametralmente opposte differenze della vita di ciascuna potrebbe emergere la grande occasione per rivedere le proprie convinzioni ed i pregiudizi rimettendosi ciascuna in gioco ed in discussione.

L’alternarsi di quadri scenici consente allo spettatore di partecipare alla crescente evoluzione degli avvenimenti sino a quando… la gelosia prenderà il sopravvento perché, se le confidenze possono essere motivo di un dialogo sorprendentemente gradevole ed essere anche motivo di complicità, alcune volte sono inopportune ed indiscrete creando risvolti imbarazzanti ed estremamente pericolosi!

Numerosi e ripetuti applausi anche a scena aperta per i divertenti colpi di scena gratificano “Confidenze pericolose” come commedia vivace, ironica e divertente certamente da non perdere.

Giovanni Pipi

News da Musica-Italia

NUOVI SUCCESSI DELLA MUSICA ITALIANA:

“DUETS-TUTTI CANTANO CRISTINA”,

LE SIGLE DIVENTANO CANZONI POP E SCALANO LE CLASSIFICHE 

Martedì 28 novembre sono state svelate le 84 nomination ai Grammy Awards, uno dei più prestigiosi riconoscimenti per la musica, che ha visto, tra le fila dei suoi vincitori, anche molti artisti italiani come Domenico Modugno (nel 1959, l’anno della prima edizione del premio) e i pluripremiati Laura Pausini ed Andrea Bocelli.

La musica in Italia ottiene circa 4,7 miliardi di fatturato, risultando uno dei pilastri dell’industria culturale e creativa. Certo, qualche aggiustino nella promozione e nella selezione degli artisti, negli anni, è stato fatto.

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