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“Perchè devo laurearmi online quando è possibile andare al ristorante?” la lettera aperta di una studentessa milanese

Lucrezia Velagic, studentessa della Bicocca di Milano, scrive alla redazione de Il Sole 24 Ore una lettera sfogo nella quale contesta il fatto che se adesso si può tornare al ristornate o in discoteca perchè non si può tornare anche all’università?

Riportiamo il testo:

“Ho deciso di scrivere queste righe per cercare di portare all’attenzione una dinamica che si sta verificando nel nostro Paese e che trovo priva di senso e di moralità.

Sono Lucrezia Velagic, una ragazza di 24 anni che vive a Milano, sono iscritta all’Università di Milano Bicocca e a ottobre conseguirò il titolo di Laurea Magistrale. Ho ricevuto oggi una comunicazione dall’Ateneo contenente le norme che saranno messe in atto nei mesi a venire in relazione all’emergenza Covid-19 e ho appreso con enorme dispiacere che le sessioni di laurea per i mesi di settembre, ottobre e novembre saranno svolte ancora in modalità online.

Non ci sto! Non così! Capisco l’esigenza e l’importanza di tutelare tutte le persone che vivono l’ambiente universitario, ma se sposto il mio sguardo un po’ più in là osservo una realtà ricca di contraddizioni. Il premier Conte chiederà la proroga dello stato di emergenza al 31 ottobre 2020, ma l’abisso che intercorre tra le parole e i fatti è davvero impressionante. La sensazione è che la maggior parte delle persone si sia già dimenticata i terribili mesi che abbiamo appena vissuto, si sia già dimenticata che un virus ha colpito fortemente tutti gli ambiti della nostra vita, si sia già dimenticata gli sforzi di coloro che sono stati impegnati in prima linea per combattere questa emergenza e soprattutto si sia scordata di tutti coloro, più di 35.000, che hanno perso la vita.

Per le strade delle città non vedo rispetto e buon senso. Dobbiamo chiederci, ora più che mai, quali sono le nostre priorità? È possibile prendere aerei, navi, treni per recarsi in vacanza, magari anche all’estero. È possibile che gli stranieri entrino nel nostro Paese. È possibile andare per negozi, cenare nei ristoranti, bere un drink nei locali. Ho visto personalmente, in diretta e sui social, immagini di persone che non curanti creano assembramento nelle strade della movida. Discoteche nuovamente aperte con migliaia di giovani stretti a ballare fino all’alba, però laurearsi in presenza quello no, non è concesso.

Non è concesso ad un singolo studente recarsi in università per sostenere davanti a una piccola commissione di docenti una delle prove più significative della propria vita. Non è possibile guardare negli occhi gli insegnanti che hanno guidato il nostro percorso universitario, non è possibile provare sulla pelle l’emozione, la tensione e la gioia di avere davanti una persona in carne e d’ossa in un giorno così speciale.

La tematica dell’istruzione ha accompagnato questi mesi frenetici, ma a parer mio senza ricoprire il ruolo fondamentale che dovrebbe avere. Ci si è preoccupati di tutto il resto e c’è stata tanta confusione su un aspetto come questo che caratterizza la vita di ogni individuo, dall’infanzia alla età adulta. Non interessa a nessuno? Non interessa a nessuno la tutela di un’istituzione che ha il compito di formare gli adulti del domani? Per tutti è più importante andare a mangiare una pizza con gli amici, prendere un volo per Ibiza, bere uno Spritz all’aperitivo, sì mi sembra proprio di sì.

Ho 24 anni e anche per me è importante la vita sociale e il divertimento, ma nel periodo storico che stiamo vivendo mi chiedo se è davvero questo quello che conta o se è più importante agire con giudizio e preservare gli sforzi fatti e i risultati raggiunti. Mi domando se sia più importante andare a ballare in discoteca o laurearmi. La mia risposta ce l’ho, forte e chiara! Comprendo le necessità economiche che hanno spinto tutte le attività a ripartire, ma non voglio tollerare le contraddizioni presenti ovunque. Non posso tollerare che il giorno della mia laurea, il coronamento di cinque anni di sforzi, dovrò stare seduta dietro a un computer, mentre il mondo fuori si comporta come se niente fosse successo.

Non chiedo di rinunciare a condurre una vita il più normale possibile, vita che io stessa cerco di vivere ogni giorno, ma chiedo che sia data la stessa importanza e attenzione a tutti gli ambiti, nel mio caso quello universitario. Se posso andare a cena fuori, se posso divertirmi in un locale, perché non posso recarmi in università per laurearmi? Chiedo di dare valore a quello che conta davvero e di eliminare tutte le contraddizioni, confido nel buon senso, anche se purtroppo pare non essere presente nella maggior parte delle persone.”

Regicidio di mezz’estate 29 luglio 1900

L’anarchico Gaetano Bresci volle vendicare la repressione iniziata contro i fasci siciliani

Raffaele Panico

Di attentati ne aveva visti Umberto I ma era sempre uscito indenne. In occasione della “crisi di fine secolo” durante le proteste contro l’aumento del prezzo del pane, a Milano, nel 1898 il generale dell’esercito Bava Beccaris sparò cannonate contro i manifestanti, circa 100 morti, centinaia di feriti fonti ufficiali, erano innocenti cittadini anche solo ignavi passanti. Per il Bresci, operaio e anarchico, emigrato in America la misura era colma.

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120° Anniversario del Regicidio di Umberto I

UN PASSAGGIO SECOLARE
NELLA STORIA DEL REGNO D’ITALIA

Il Novecento inizia con due eventi, solo apparentemente distanti, il Regicidio del Re d’Italia Umberto I e la creazione di un’opera d’arte, estremamente inquietante, il Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo. Infatti, il 29 Luglio 1900,  fu proprio la mano di un operaio anarchico, che con tre colpi di pistola, in ultimo, pose fine alla vita del Sovrano. Quest’anno ricorre il 120° Anniversario dell’infausto evento.

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Spello apre alla IV edizione “Stati d’Arte”

 “Stati d’Arte”,  a Villa Fidelia edizione 2020, Spello – Perugia 

Si apre la quarta edizione di “Stati d’Arte”mostra internazionale d’arte contemporanea che avverrà a Villa Fidelia di Spello dal 1 al 30 agosto 2020, organizzata dall’Associazione “La Casa degli Artisti” e curata dal critico d’arte Andrea Baffoni.
La mostra è patrocinata da Mibac, Regione Umbria, Provincia di Perugia, Comune di Spello, Camera di Commercio di Perugia e Accademia di Belle Arti di Perugia.
Espongono 50 artisti di cui 16 stranieri ma residenti in Italia.

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4.8.1820 – in onore di ARTUSI, nel “Bicentenario della Nascita”

 PER IL BICENTENARIO DELLA NASCITA
DI  PELLEGRINO ARTUSI
 
EVENTO CELEBRATIVO  
4 agosto 2020 ore 18.30
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VOI Donna Camilla Savelli Hotel – Via Garibaldi, 27 – ROMA
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a cura di Giuliano Marchetti  

Correva l’anno del Signore 1820, quando il 4 Agosto, a Forlimpopoli nasceva Pellegrino Artusi,  uno  tra i più grandi cuochi, gastronomi e pionieri dell’arte culinaria.
In occasione del bicentenario della nascita, martedì 4 agosto 2020, a cura dell’Associazione “La Tavola Italiana” e della “Fondazione Casa Artusi” sarà organizzato un evento nell’ambito di un corpus di iniziative celebrative in un arco di 12 mesi dal 4/8/2020 al 4/8/2021.

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Alea iacta Est di Erdogan

Santa Sofia è stata un patrimonio dell’umanità 50 anni dopo Ataturk

Raffaele Panico

In turco è Ayasofya,  in latino Sancta Sophia o Sancta Sapientia, in greco antico Ἁγία Σοφία Hagía Sofía nel moderno Agía Sofía, è uno dei principali monumenti della seconda Roma, fondata dall’imperatore Costantino per riequilibrare la geopolitica dell’Impero. Dal 1453 è Istanbul. Oltre le opinioni, le discussioni che ne seguiranno, le rassicurazioni delle autorità turche, le considerazioni della comunità internazionale, i giornali i media le TV, le conversazioni da salotto, una reminiscenza sovviene dal passato, sembra evocare il passaggio del Bosforo dalla sponda asiatica all’europea quindi tre parole di Caio Giulio Cesare, alea iacta est e, fors’anche, il suo veni vidi vidi… 

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