“Il Sud nel cinema”- undici film per l’identità meridionale, dal 16 aprile al 27 giugno
Martedì 16 aprile 2019, alle ore 21, presso il Centro Studi Pietro Golia, in via Renovella 11 a Napoli, ci sarà la prima serata del Cineforum “Il Sud nel cinema” con il film cult di Pasquale Squitieri “Li chiamarono… briganti”.
Presentazione di Luigi Branchini, Gino Giammarino e Nando Dicè.
Il 22 giugno 1983 scompare nel nulla la quindicenne Emanuela Orlandi, mentre si recava a scuola di musica.
Oggi, a quasi 36 anni di distanza, il Vaticano avrebbe dichiarato l’autorizzazione per l’apertura di un’indagine interna. La notizia è stata data dal legale della famiglia Orlandi, Laura Sgrò “Stiamo seguendo gli sviluppi delle indagini delle Autorità vaticane auspicando in una piena collaborazione, proseguendo comunque nelle nostra attività di indagini difensive”. Alla notizia della riapertura del caso, Il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, ha commentato: “Dopo 35 anni il Vaticano finalmente indaga ufficialmente sulla scomparsa di mia sorella. Speriamo che sia arrivato finalmente il momento per giungere alla verità e dare giustizia a Emanuela”.
“Stiamo seguendo gli sviluppi e auspichiamo una piena collaborazione, proseguendo comunque nelle nostre attività di indagini difensive” ha successivamente aggiunto Laura Sgrò. La scorsa estate il legale della famiglia Orlandi aveva ricevuto una lettera anonima con allegata la foto di una tomba, recante un messaggio: “Cercate dove indica l’angelo”. La lettera si riferisce alla statua di un angelo, con l’indice puntato al basso, che sostiene un foglio riportante la scritta “Requiescat in pace” (riposa in pace).
La tomba in questione si trova nel campo santo dei Teutonici e dei Fiamminghi,accanto alla chiesa di Santa Maria della Pietà, all’interno delle Mura Vaticane. A intervenire sulla notizia anche Antonietta Gregori, sorella di Mirella, quindicenne romana scomparsa in circostanze misteriose il 7 maggio del 1983. “È una svolta importante. Sono contenta per la famiglia di Emanuela e spero si arrivi finalmente alla verità. Non credo che la vicenda della tomba nel cimitero teutonico riguardi mia sorella, ma spero che la sua scomparsa non rimanga nell’oblio. Io, come la famiglia Orlandi, sono qui a lottare per arrivare alla verità anche dopo 36 anni”.
La madre e il fratello di Emanuela, insieme al proprio legale, hanno presentato istanza al cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano e ha richiesto l’apertura di un’inchiesta. L’avvocato ha precisato che Gian Piero Milano, promotore di giustizia del Tribunale vaticano, aveva annunciato che la Santa Sede avrebbe deciso di prendere in mano la vicenda.
La vicenda
Emanuela Orlandi era iscritta a una scuola di musica sita in piazza Santa Apollinare. Mercoledì 22 giugno 1983 Emanuela aveva terminato la lezione in anticipo e aveva contattato telefonicamente la sorella per comunicarle che un uomo le aveva offerto un piccolo lavoro come promotrice, retribuito esageratamente. Quella telefonata è stato l’ultimo contato che la ragazza ha avuto con un suo familiare. Le ultime notizie di Emanuela risalgono circa alle 19.30 di quella stessa sera, mentre attendeva l’autobus in Corso Rinascimento. La ragazza non salì mai sul bus e non fece più ritorno a casa. Di lei si persero le tracce.
NASCE LA RIVISTA del POPOLO SOVRANO che si racconta, riflettendo su sé stesso
Indipendenza, libertà e pluralità dell’informazione sono irrinunciabili in un cammino di progresso sociale. Eppure, il controllo che il grande capitale privato esercita su bona parte del sistema mediatico rischia di soffocare questa esigenza. In risposta, un piccolo gruppo di amici un po’ folli ha deciso di lanciare un ambizioso progetto editoriale con l’intento preciso di condividere gestione e responsabilità con il numero più ampio possibile di partecipanti.
Lo scorso 6 aprile nella splendida cornice di Villa Selva Country House (Loc. Grutti), insieme al noto chef Giorgione, nonchè padrone di casa, si è svolto il primo appuntamento con le presentazioni dei libri dei protagonisti del Premio Letterario Città di Castello.
È stata la volta della sezione Narrativa con il testo vincitore “Kelly” di Michaela Lucrezia Squiccimarro, il secondo “L’alfabeto delle mani” di Manuela Basso e “Gabbiani” di Giovanni Anticaglia, autore della scorsa edizione.
L’evento si è svolto durante una conviviale alla presenza di Antonio Vella, di Giorgione ed ovviamente dei tre autori, tutti accompagnati da un folto numero si sostenitori.
“Come il cibo nutre il corpo, i libri nutrono la mente” e tra ottime portate e buon vino sono stati presentati i tre testi ed i rispettivi autori; tre opere molto diverse tra loro, sia per genere che per argomenti trattati. Un romanzo di fantascienza sui generis quello di Giovanni Antincaglia; una raccolta di racconti legati tutti da uno stesso filo conduttore, le mani, di Manuela Basso; e poi Kelly, un racconto che porta la protagonista indietro nel tempo, tra ricordi ed apparizioni, una storia che lascia con il fiato sospeso fino all’ultima riga.
L’idea di Michaela Lucrezia Squicimarro, scaturita, come dice lei stessa, dal suo forte interesse per il soprannaturale, per l’horror e D&D che le permette di generare mondi per le proprie storie, è stata convincente e ha stupito. La scrittura leggera in cui mai ci si perde, il linguaggio semplice ma intenso, e la sorpresa del finale che non ci si aspetta sono stati i presupposti che hanno portato Michaela e la sua Kelly a vincere la XII edizione del Premio Letterario Città di Castello. Alla fine della presentazione emozionata ha ringraziato i presenti con la promessa di continuare a scrivere e, come ha aggiunto Vella, “se questo è il suo esordio, ci aspettiamo grandi cose”.