Exor, la holding della famiglia Agnelli, vuole investire nelle piccole e medie imprese italiane, soprattutto in quelle che hanno una percentuale significativa di export. A dirlo in un’intervista al Financial Times è il presidente della finanziaria, John Elkann, che controlla anche Fca e Ferrari. “Penso ci siano spazi di mercato in cui un imprenditore o una società controllata da una famiglia può apprezzare di avere un partner, per svariati motivi. Queste partnership per noi rappresentano opportunità di investimento”, spiega l’imprenditore che cita Eataly, Moncler e Technogym come esempi di medie aziende di beni di consumo che hanno riscosso un forte successo all’estero nell’ultimo decennio.
Apre oggi il Salone del Mobile a Milano con eventi che coinvolgeranno tutta la città. Insieme alla settimana della moda è uno degli eventi che rendono famosa la città meneghina nel mondo.
In onore del nuovo film Disney in uscita nelle sale italiane il 16 marzo, arriva a Londra una sala da Tè ispirata completamente a La Bella e la Bestia. Quale modo migliore per rivivere appieno la magia dell’amato Classico Disney?
La 50 Best Restaurants, famosa classifica dei 50 migliori ristoranti del mondo redatta sulla base del giudizio di 837 esperti del settore, ha da qualche tempo anche una sua versione asiatica. Per ben tre anni consecutivi il miglior ristorante asiatico risulta essere sempre lo stesso; si chiama Gaggan, dal nome dello chef di origini indiane, Gaggan Anand, e si trova a Bangkok in Thailandia.
Nel giorno dell’assassinio di suo marito, il 22 novembre del 1963, la first lady Jackie Kennedy indossava un vestito rosa confetto di Chanel. L’abito che rimase macchiato di sangue non fu mai stato lavato e non potrà essere esposto al pubblico fino al 2103 per volere della figlia Karoline.
Come riporta Il Tempo l’abito è conservato in un in una stanza senza finestre con un’umidità mantenuta al quaranta per cento; l’aria viene cambiata sei volte ogni ora. Il prezioso tessuto vale più di un reperto preistorico, più di un diamante raro”
Era un tailleur realizzato in lana bouclé, con il colletto blu marine ed il cappellino in tinta. Curiosamente era tra gli abiti che il presidente preferiva : non a caso Jaqueline l’aveva indossato in altre occasioni prima di Dallas. Per trent’anni si è discusso anche sull’originalità dell’abito, se fosse un vero Chanel o una semplice copia. Il mistero è stato svelato nella biografia di Coco Chanel.
Justine Picardie ha risolto la questione rivelando che tessuto, bottoni e rifiniture arrivarono effettivamente da Chanel ma che la realizzazione fu di Chez Ninon. Non si trattò di una contraffazione, nessuna violazione del marchio. Lo scopo di comprare l’abito da Chez Ninon non era quello di risparmiare denaro, il costo era identico, ma di far apparire patriottico l’acquisto effettuato negli Stati Uniti anziché a Parigi
L’abito presenta ancora le abbondanti macchie di sangue del presidente assassinato e sarà visibile al pubblico soltanto tra ottantasei anni. Non volle che fosse pulito proprio la moglie del primo cittadino d’America, che anzi dopo il delitto fu testimone al giuramento del nuovo presidente Lyndon Johnson con addosso quel vestito sporco. “Non lo voglio togliere tutti devono vedere cosa hanno fatto a mio marito”. Jackie infilò il vestito in una scatola sulla quale scrisse la data della morte di JFK e lo spedì alla madre Janet Lee Auchincloss che a sua volta conservò lo”Chanel” in soffitta per poi darlo al National Archives del Maryland.