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Autore: Franco D'Emilio

Storico, narratore, una lunga carriera da funzionario tecnico scientifico nell'Amministrazione del Ministero per i beni e le atiività culturali

Terrorismo immigratorio contro l’Italia

DAL TERRORISMO DEGLI “ANNI DI PIOMBO”
ALLE ODIERNE MIGRAZIONI 

________un’analisi di FRANCO D’EMILIO

Non possiamo più ignorarlo, tanto sono, ormai, evidenti la sua finalità e la sua strategia: in queste ore l’Italia è sotto un manifesto attacco terroristico, diretto contro il suo attuale governo di destra con l’intento eversivo di mandarne all’aria la legittimità istituzionale, sancita da ampio, incontestabile consenso elettorale. Solitamente, si definisce terrorismo qualunque metodo sovversivo di lotta politica che con atti di violenza, quali attentati, omicidi e sabotaggi, si prefigga di rovesciare l’assetto politico esistente, soprattutto confidando nel sostegno di un forte sentimento di paura dell’opinione pubblica.

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A Brescia giustizia al contrario

ovvero,  “QUANDO LA GIUSTIZIA E’  INGIUSTA”

___________FRANCO D’EMILIO

La notizia, già ieri nell’edizione serale di quasi tutti i telegiornali, poi, stamani, ampiamente riportata e commentata, ma soprattutto condannata sui giornali, seppur con evidenti e stridenti opinioni, perché inevitabile l’indignazione, la deplorazione della destra e dei moderati, invece ambigua, rabberciata e doppiogiochista la critica della sinistra.

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Strage alla Stazione di Bologna ….il 2° Capitolo dopo Ustica

                E se a Bologna si fosse regolato il conto di Ustica? 
           Certi della colpevolezza di Giusva Fioravanti e Francesca Mambro?

_____________prosegue l’analisi di Franco D’Emilio

Il 31 agosto ho pubblicato su Consul Press

“Misteri o Fatali Destini in una Italia colpita da stragi.
E poi …quelle morti dopo la strage di Ustica?”

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e, nemmeno due giorni dopo, ma si tratta solo di casualità, sono sopraggiunte le dichiarazioni sulla strage di Ustica da parte di Giuliano Amato, già Presidente del Consiglio dei Ministri, poi della Corte Costituzionale.

Gheddafi, le stragi di Ustica e di Bologna, Malta

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“Misteri o Fatali Destini”, in una Italia colpita da stragi

E POI ….QUELLE MORTI DOPO LA STRAGE DI USTICA ?

_____________una analisi di  FRANCO D’EMILIO

A più di quarant’anni dal suo avvenimento sul Mar Tirreno meridionale, tra le isole di Ponza e Ustica, la cosiddetta Strage di Ustica del 27 giugno 1980 con ben 81 vittime resta uno dei più vergognosi misteri d’Italia: un jet di linea della Compagnia Itavia, in volo da Bologna a Palermo-Punta Raisi, alle ore 20.59 di quel giorno precipita nel tratto di mare indicato, abbattuto, secondo il governo italiano e come ribadito dalla Sentenza 1871/2013 III sezione civile della Corte Suprema di Cassazione, da un aereo non identificato in uno scenario di guerra.

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A Roma, il “nostro Patrimonio Culturale”
piegato al business dello spettacolo

Il 7 agosto 2023, con il concerto di Travis Scott al Circo Massimo

L’anteprima mondiale “live” del 7 agosto scorso al Circo Massimo di Roma del nuovo album Utopia del rapper statunitense Travis Scott ha risollevato la questione, da tempo attuale e ampiamente dibattuta, ma mai, sinora, concretamente regolamentata, dell’uso degli spazi culturali per eventi di spettacolo, soprattutto quelli con grande partecipazione di pubblico, considerata la notorietà, spesso addirittura internazionale, degli artisti protagonisti.

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Tra Roberto Vannacci e Renato Curcio
parallelo “al contrario” per la sinistra

Alcune cose sono proprio indigeribili per la loro disparità rispetto ad altre. Parto da un termine di paragone, altri potrei citarne, ma non voglio esagerare, questo basta e avanza, tanta è la sua contraddittorietà con la recente vicenda del generale Roberto Vannacci.
Partiamo, allora, da Renato Curcio, ex terrorista, fondatore delle sanguinarie, assassine Brigate Rosse: una condanna complessiva a 30 anni di carcere, poi ridotti a 28, dei quali, proprio per concessione dello stesso stato, tanto nelle mire, anzi nel mirino di tale individuo, solo 24 anni scontati tra 20 in prigione e 4 in semilibertà.

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Come Folgore, “Il mondo al contrario”

“Il mondo al contrario” – questo il titolo del libro scritto e autoprodotto dal Generale Roberto Vannacci ha sollevato una ridda di polemiche, accuse, anche scomposte e male articolate, ma soprattutto ha determinato la sola conseguenza immediata e tangibile: la rimozione dell’alto ufficiale dalla guida dell’Istituto Geografico Militare di Firenze.
E, questa volta, la destra, dura e pura, ora al governo, pateticamente sempre più protagonista di una cattiva nonché penosa scimmiottatura politica della defunta Democrazia Cristiana, si è trovata nella sostanza sulle stesse posizioni dell’opposizione dal PD al M5S, ai microbici Verdi e ciò che avanza.

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Presto Santa Michela Murgia?

Ho seguito con attenzione, ma pure tanta sorpresa, in parte anche indignazione e disapprovazione il funerale di Michela Murgia, recentemente scomparsa: figura iconica, per questo dissacrante e divisiva, del nuovo intellettualismo di un’avanguardia di sinistra, critica e saccente contro tutti e tutto, innanzitutto la destra, poi la stessa sinistra ufficiale, quindi, estesamente, contro chiunque la pensi diversamente.

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Compagno Piero Fassino, comunista al sole?

Ossutamente magro, scarno nel volto spigoloso che richiama la sofferente, ortodossa intransigenza religiosa di un frate domenicano, in questo caso non più “Domini canis” ovvero cane di Dio, ma solo cane del padrone, quel dominus comunista del quale è sempre stato solerte sorvegliante e servitore: questo, in sintesi, Piero Fassino, immarcescibile uomo politico, tutta la vita nel Partito Comunista Italiano e nei suoi trasformistici derivati

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Giulio Cesare (49 A.C. Roma – 2023 A.D. Rimini)

 Più di duemila anni da quelle fatidiche Idi di marzo sotto i pugnali della congiura e in un disperato: Tu quoque, Brute, fili mi! (Anche tu, Bruto, figlio mio!), Giulio Cesare è di nuovo a far parlare di sé tutta la città di Rimini, proprio laddove nel 49 a.C., rivolto ai propri legionari, adunati nel foro riminese, oggi corrispondente a Piazza Tre Martiri, li animò a marciare alla conquista di Roma contro il senato e Pompeo.

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Quando il Cavaliere copiò Ciriaco De Mita

Pur non condividendo interamente la politica berlusconiana, tanto da non esserne mai stato un sostenitore ed elettore, ho sempre riconosciuto l’impronta innovativa e i meriti del Cavaliere, anche in occasione della sua scomparsa con un articolo di giusta considerazione e dovuto rispetto. Adesso, con altrettanta schiettezza e veridicità di prove voglio dimostrare come Silvio Berlusconi sia stato copione di idee altrui, insomma non tutto il suo operato sia stato farina del proprio sacco. Pensare che durante gli anni di liceo all’Istituto dei Salesiani di Milano il giovane Silvio, molto bravo nelle materie umanistiche, non permetteva a nessuno di copiare le sue traduzioni: così, ancora, testimoniano alcuni compagni di scuola in vita, così confermava il suo severissimo professor Strapazzon; dunque, falsa la storia di Berlusconi che solo a pagamento lasciasse copiare o passasse le traduzioni delle prove in classe. Forse, già presago dell’unicità del suo futuro, il Cavaliere non poteva davvero consentire che qualcuno lo copiasse, ma non esitò, successivamente, a diventare copione di altri quando ravvisò originale, se non geniale, un’idea altrui.

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Alla storia il Cavaliere e l’Uomo di Arcore

…… UN PROTAGONISTA

___________________FRANCO D’EMILIO

Con la morte di Silvio Berlusconi scompare un importante protagonista della vita italiana degli ultimi 30 anni.
Dal 26 gennaio 1994, data della sua cosiddetta “Discesa in Campo”, Berlusconi ha cambiato profondamente il quadro politico nazionale: a lui si devono nuove strategie di comunicazione politica; una costante attenzione e, sempre, un fermo richiamo al moderno liberalismo e alle dottrine economiche liberistiche; la rottura del vecchio, rigido e paralizzante dualismo Democrazia Cristiana-Partito Comunista Italiano; lo sdoganamento della destra postfascista, inserendola pienamente nel rispetto della vita democratica; infine, ha rotto il monopolio dell’informazione, soprattutto quella radiotelevisiva.

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Il 2 Giugno del Sindaco di Sarsina

ANCHE TRECENTO SINDACI D’ITALIA ALLA SFILATA DEL 2 GIUGNO

Scriverò spesso bello, forse risultando banale, ma è sicuramente, anche qui, l’aggettivo più immediato per rappresentare la propria ammirazione e la personale, serena condivisione di principi e valori istituzionali.
Bello, dunque, vedere Enrico Cangini, Sindaco di Sarsina, qui nella foto secondo da sinistra, in prima fila nella rappresentanza di 300 Primi Cittadini, all’inizio della sfilata celebrativa della Festa della Repubblica, svoltasi il 2 giugno a Roma, alla presenza del Capo dello Stato e delle massime autorità civili e militari.

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