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Autore: Franco D'Emilio

Storico, narratore, una lunga carriera da funzionario tecnico scientifico nell'Amministrazione del Ministero per i beni e le atiività culturali

A Sinistra signore da copertina,
a Destra la prima donna al governo

Maria Elena Boschi, Elly Schlein e Giorgia Meloni

Maria Elena Boschi, Elly Schlein e Giorgia Meloni, tre donne della recente storia politica del nostro paese, due di sinistra, una di destra, solo quest’ultima con l’onore dell’onere e della responsabilità di essere la prima italiana a capo del governo.
Tre donne di diversa estrazione sociale: le prime due, nate nella bambagia da famiglie agiate con ampia disponibilità del meglio e del superfluo; la terza, solo “romana de Roma”, quartiere Garbatella, modeste origini familiari, tanti problemi e appena la disponibilità del minimo, per questo nessun grillo per la testa.
Tre donne di differente formazione politica: le due “compagne”, ormai si fa per dire, ottime in tutto e subito sul palmo della mano altrui, quindi presto ammesse ai piani alti della politica; l’altra, soltanto se stessa e testarda, controcorrente a salire la scala della politica, a partire da una sezione con muri scrostati del Movimento Sociale, appena due stanze, un piccolo cesso, meglio non poteva chiamarsi, e un corridoio, dove però si respirava l’aria, l’affetto di una vera famiglia politica.

Elly Schlein, Giorgia Meloni, Maria Elena Boschi

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A Belluno “Nuovo Partigiano” a soli 14 anni

ORA & SEMPRE :  “resistenza” !

La notizia è stata diffusa dall’agenzia nazionale ANSA, quindi da una fonte credibile, autorevole nel campo dell’informazione: notizia che fa stupire, riflettere e lascia sgomenti dove possa giungere la sconsideratezza degli adulti, in questo caso di taluni genitori.
A Belluno un quattordicenne, dunque un ragazzino di terza media, al massimo di prima superiore, è stato tesserato quale più giovane nuovo iscritto all’ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia.

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L’antifascismo non digerisce la sua sconfitta

VAE  VICTIS

________________di FRANCO D’EMILIO 

Davvero testarda la sinistra a non riconoscere come l’antifascismo, aspro, ideologicamente fazioso e incline all’odio, sia stato pesantemente sconfitto alle ultime elezioni politiche dalla destra di Fratelli d’Italia, partito sicuramente, anche se solo in parte, in continuità ideale e storica con il neofascismo del Movimento Sociale e, più alla lontana, con il fascismo del Ventennio.
Perché negare tutto questo? Un’ampia maggioranza di elettori andati al voto ha detto no all’antifascismo; dunque, ha estirpato con la propria scelta la pregiudiziale vincolante che il voto dovesse innanzitutto risultare antifascista ovvero barriera contro la destra, dura e pura.

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Il gioco a bocce della bufala antifascista
a Fiumana di Predappio

L’APOLOGIA DELLE BOCCE ROSSE 

Sabato scorso, a Fiumana di Predappio si è svolta la rievocazione della partita a “bocce rosse”.
IL 15 aprile 1923 l’allora Sindaco del comune fiumanese, il repubblicano Giuseppe Valpiani, preferì all’impegno istituzionale di recarsi nella vicina Predappio per un omaggio a Benito Mussolini, per la prima volta nel suo paese natale, quale capo del governo dopo la Marcia su Roma.
Dunque, Valpiani chiuse a chiave il municipio e andò a giocare a bocce tra un bicchiere di sangiovese ed una piadina.

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La Resistenza prigioniera di se stessa
nel segno di “Faccetta Nera”

……..FACCETTA NERA, BELLA ABISSINA !

………. sulle rime delle note musicali,
un intervento di FRANCO D’EMILIO

Certo, comprendo lo scorno, l’amarezza di tanti partigiani nostalgici che mai avrebbero immaginato di ritrovarsi, oggi, punto e a capo. Una bella beffa che davvero li umilia: nella ricorrenza del 78° anniversario costretti a festeggiare la Festa della Liberazione dal Fascismo mentre al governo c’è davvero la destra, quella veramente doc e a tutto tondo, sopravvissuta, ma pure progredita dal 25 Aprile 1945 in poi, nonostante il lungo deserto politico dell’emarginazione e dell’odio, impostole dal vincitore partigiano.

25, Faccetta Nera, il 25 Aprile, la Liberazione

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Regolamento di conti del PCI a via Rasella
23 Marzo 1944

XXIII MARZO MCMXCIV 

una analisi storica e documentata di FRANCO D’EMILIO 

Smettiamo, una volta per tutte, di girare attorno ad una verità scomoda, scandalosa, sempre più testimoniata e pure attestata da fonti archivistiche, circa l’attentato del 23 marzo 1944 a Roma in via Rasella, ad opera di un Gruppo di Azione Patriottica del Partito Comunista Italiano contro un reparto delle forze d’occupazione naziste. Giudico incaute, perché storicamente insensate, le parole del Presidente del Senato, Ignazio La Russa, che la strage di via Rasella sia stata “pagina non nobile della Resistenza, gli uccisi erano una banda musicale di semi-pensionati”: la dignità di un atto terroristico, ammesso che esista, non può certamente dedursi dall’età, giovane o tarda, delle vittime.

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Basta resilienza! W la resistenza!

TRA ETIMOLOGIA E LESSICO  ….
UN’ANALISI CRITICA SU EMPATIA E RESILIENZA 

_____________a cura di FRANCO D’EMILIO

Se definito empatico o resiliente, la cosa mi induce subito alla scaramanzia di “toccar ferro” oppure, per maggiore e diretto coinvolgimento personale, darmi una palpatina agli zebedei, non si sa mail!
Conosco il significato dei due termini, ma non li sopporto proprio: empatico mi richiama una malattia epatica; resiliente, considerata la sua origine dal verbo latino re + salire (saltare), mi fa sentire un povero Cristo che, pur opponendosi e resistendo, semplicemente salta senza sosta, rimbalza, sballottato dalle avversità della vita.

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La preghiera per un fascista non è reato

ARCHIVIATA LA DENUNCIA DELLA CONSULTA ANTIFASCISTA RAVENNATE
contro l’Associazione Arditi d’Italia per una preghiera in memoria dell’Eroe Ettore Muti

____________una duplice riflessione di FRANCO D’EMILIO

Sicuramente la notizia pesa e induce a riflettere: il peso sta nel colpo di spugna che ha archiviato l’accusa; la riflessione, invece, s’impone su quanto sia stato, ancora oggi, opportuno, intelligente accanirsi con faziosità ideologica e tanto sordido rancore contro la dignità, il rispetto della morte.

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Il bluff del mattatore anarchico
………in scena Alfredo Cospito

ARTE  COME  ANARCHIA  ….&  VICEVERSA,
la “Realtà Virtuale” ai tempi del Metaverso 

Nel gergo teatrale il mattatore è l’attore capace con la sua abilità interpretativa, affabulatoria di attirare, tenere su di sé l’attenzione degli spettatori: impareggiabile, in tal senso, il nostro superbo Vittorio Gassman, interprete, regista, autore davvero versatile, dal cinema al teatro, dal varietà alla televisione.
Non è facile diventare mattatore, non basta conquistare la scena, bisogna soprattutto saperla tenere, avvincendo il pubblico sino al punto di sottometterlo, addirittura, in senso figurato, ammazzarlo, anzi “matarlo”, per dirla in spagnolo, come appunto impone l’etimologia della parola “mattatore” dalla lingua ispanica.

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Festa del Papà, Festa della Mamma: chi dei due?

ECCO IL 19 MARZO, ………IN ATTESA DEL 14 MAGGIO

Quanto mi accingo a scrivere non sarà molto condiviso, anzi sarà osteggiato fino ad alienarmi la simpatia di tanti, ma poco importa: non mi è mai interessato fare il piacione, rinunciando, anche solo parzialmente, alla mia libertà d’espressione. Domenica 19 marzo ricorre in tante nazioni la Festa del Papà e, forse, un bambino, suo malgrado figlio di una famiglia omosessuale maschile o femminile, preso da dubbi, si chiederà “Chi dei due o delle due è il mio babbo?”
Non solo, analogo interrogativo potrà, sempre negli stessi paesi, riproporsi il prossimo 14 maggio, Festa della Mamma, per l’indecisione dello stesso bimbo a chi attribuire il ruolo materno:

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A sorpresa ELLY SCHLEIN
segretari* del Partito Democratico

DAI CIRCOLI AI GAZEBO, UN’ ESULTANZA DI “NITRITI” 

Alla fine, dalle primarie per il suo nuovo segretario e su tutta l’arena politica del Partito Democratico è risuonato inaspettato un nitrito, quello di Elly Schlein, forte e chiaro sul ronfare sornione di Stefano Bonaccini, certo della vittoria, invece sonoramente trombato, beffeggiato da un pernacchio alla Eduardo che ha definitivamente sepolto la sua aulica immagine di “compagno che sa il fatto suo”.
Dunque, ha vinto il nitrito della scalpitante Elly, solo da due mesi iscritta al PD, ma decisa perché il suo zoccolo, battente sulla terra secca e polverosa dell’anemico elettorato piddino, rinvigorisca quello fiacco da ronzino, da troppo tempo smidollato erede di ben altre durezze, ormai solo antichi ricordi di veterani compagni e compagnucci.

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Togliatti e il suo deputato partigiano ergastolano

LA  STRAGE  DI  STRASSERRA

un approfondimento a cura di FRANCO D’EMILIO

Ieri, il postino mi ha finalmente consegnato, da due mesi l’attendevo, un bel pacco di documenti, tutti copia di originali verificati, certi. Un foglio tira l’altro, tanti documenti che si inseguono tra loro, tutto perché carta canti la storia incontestabile delle prove documentarie.
Il pacco subito a me benevolo con la seconda cartellina, a matita blu “Togliatti”: difficile resistere ad aprirla, tanta, ormai, la mia nota passione per il Migliore.

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Il poliziotto fascista contro il commercio sugli ebrei,
un altro lato della “memoria”

LA “MEMORIA” RIVISITATA ERETICAMENTE

In questa settimana, inclusiva del Giorno della Memoria ho ravvivato la memoria della persecuzione antiebraica, pubblicando, sempre su questa testata, un articolo sulla figura di Mons. Augusto Bertazzoni, Vescovo di Potenza dal 1930 al 1966, tanto prodigatosi a favore di ebrei, pure emiliano-romagnoli, confinati in Basilicata. …..clicca qui
Se, però, prima ho scritto di perseguitati ed, eventualmente, di chi li ha aiutati nella loro drammatica storia, ora intendo, invece, scrivere di qualcuno, sicuramente collocabile nello spazio dei persecutori, ma sempre distintosi da quest’ultimi, non condividendone né gli intenti ideologici né quelli razzisti, sino al punto di denunciare a Mussolini il turpe commercio di alcuni gerarchi fascisti nella vendita ad ebrei di costosissimi, falsi certificati di arianità ovvero di appartenenza alla “razza pura”. (nella foto d’apertura, il Ministero dell’Interno nel 1943)

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Il Vescovo di Potenza per gli ebrei emilano-romagnoli

MONSIGNOR  AUGUSTO BERTAZZONI

Il 2 ottobre 2019 Papa Francesco ha dichiarato venerabile monsignor Augusto Bertazzoni, già Vescovo della Diocesi di Potenza-Marsico dal 30 giugno 1930 al 30 novembre 1966 e Padre del Concilio Vaticano II, attribuendogli, così, post mortem quel titolo che la Chiesa cattolica conferisce a quanti si siano oggettivamente segnalati per “santità di vita” ed “eroicità delle virtù”, tanto da poter essere proposti per una successiva beatificazione. E, sicuramente, Augusto Bertazzoni, nato a Polesine (Mantova) il 10 gennaio 1876 e scomparso a Potenza il 30 agosto 1972 all’età di 96 anni, aveva sempre dato prova di tanta umanità e generosa comprensione, proprio come riassume la promulgazione papale della venerabilità: ….

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Quel presepe in dono da Mussolini a Predappio

UN ITINERARIO  DA BETLEMME A GREGGIO NEL 1223,
….. POI  A  PREDAPPIO NEL
1935   

Come sempre, nel periodo natalizio, a Predappio nella Chiesa di S. Antonio vi è stata l’esposizione del presepe, allestito con il lavoro, il fervore dei fedeli e del parroco: un presepe suggestivo, intensamente espressivo del dono della nascita del Redentore e, fra l’altro, ancora ieri, visibile a sinistra dopo l’entrata, in tutta la magia delle sue luci a rischiarare la silenziosa, sacra penombra del tempio.

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A Venezia la Sacra Famiglia bersaglio di PD e CGIL

IL SINDACALISMO CONTESTA ANCHE LA NATIVITA’

___________________FRANCO D’EMILIO

A Venezia l’ennesima conferma quanto, ormai, la sinistra sia allo sbando, senza una meta definita, insomma alla frutta e, presto, senza neppure più una apprezzabile, seppur minima, dignità politica.
La notizia è sconcertante: il Partito Democratico e la CGIL di Venezia hanno manifestato la loro contrarietà all’attuale esposizione di un’icona della Natività, quindi con Gesù, la Madonna e San Giuseppe, nel reparto di ginecologia ed ostetricia del locale ospedale cittadino, quindi ne chiedono la rimozione. Naturalmente, la sacra rappresentazione è stata collocata col consenso dell’Azienda Sanitaria Locale, accogliendo una proposta del personale sanitario dello stesso reparto.

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Un tema scolastico di Benito Mussolini,
studente nella Scuola Normale di Forlimpopoli

Un “insolito documento” custodito nell’Archivio di Stato di Forlì

_____________________FRANCO D’EMILIO

Da tempo intendevo proporre agli appassionati di storia – per fortuna davvero tanti, ma anche ai soli curiosi in cerca di novità, cose insolite o particolari – un documento archivistico di notevole valore storico perché relativo ad un protagonista molto discusso, “ingombrante” della storia italiana e mondiale del ‘900, quale, appunto, risulta tuttora Benito Mussolini.
Si tratta di un documento scolastico, riconducibile alla frequenza dal 1898 al 1901 della Regia Scuola Normale di Forlimpopoli (vds. foto di apertura), di seguito in una foto, da parte del giovane Benito.

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Due Papi, due Vicari di Cristo?

PAPA BENEDETTO XVI  E  PAPA FRANCESCO 

_________________ FRANCO D’EMILIO

Morto un papa, se ne fa un altro: solitamente le cose vanno così, ma stavolta è  andata diversamente, nemmeno tutta la briga di convocare il conclave da ogni angolo della terra perché di papi ne avevamo due e, per nostra fortuna, quello superstite, insomma già disponibile, era persino il pontefice titolare ovvero quello effettivamente in carica con pieni poteri sul governo della Chiesa.

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Partito Democratico: crisi del “Partito Piacione”

DA VIA DELLE BOTTEGHE OSCURE
A VICOLO DEL CREPUSCOLO

DAL P.C.I. AL P.D. / IL LUNGO PERCORSO  DI UNA METAMORFOSI, 
______________________illustrato da FRANCO D’EMILIO     

La crisi del Partito Democratico è quasi drammatica, sia per lo scarso spessore della sua proposta politica, sia per il declino lento, inesorabile, “goccia a goccia” del suo consenso elettorale.
Il PD si trova ad un bivio, costretto a scegliere: o individua una strada nuova e lineare, agevole e percorribile oppure resta sulla via attuale, alquanto accidentata, nella convinzione che solo alcune correzioni di condotta e di percorso possano bastare ad evitare il peggio.

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Dal Gatto ….al Nero con gli Stivali

DAGLI  STIVALI DELLA FIABA A QUELLI DELLA FARSA 

I tempi cambiano e tutto muta velocemente, perlomeno adeguandosi alla nostra epoca. Addirittura, mutano persino le fiabe, narrazioni fantastiche, perlopiù di origine popolare, la cui trama vede solitamente sia protagonisti reali, umani / sia altri, invece, capaci di poteri magici: così, si aggiornano i personaggi perché, sempre più, siano espressione del presente e, di conseguenza, cambia pelle la morale insita in ogni fiaba.
Spesso la continuità dell’insegnamento, espresso da una fiaba della tradizione classica, ampiamente rimaneggiata ai nostri giorni, può coincidere con un oggetto, un indumento, insomma un particolare comune al vecchio e al nuovo protagonista.
È il caso de Il Gatto con gli Stivali, fiaba popolare italiana, per la prima volta trascritta nel 1550 da Giovanni Francesco Straparola, ma resa celebre, in particolar modo, dalla versione francese di Charles Perrault (1697) e da quella tedesca dei fratelli Grimm (1812).

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