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Tra Roberto Vannacci e Renato Curcio
parallelo “al contrario” per la sinistra

Alcune cose sono proprio indigeribili per la loro disparità rispetto ad altre. Parto da un termine di paragone, altri potrei citarne, ma non voglio esagerare, questo basta e avanza, tanta è la sua contraddittorietà con la recente vicenda del generale Roberto Vannacci.
Partiamo, allora, da Renato Curcio, ex terrorista, fondatore delle sanguinarie, assassine Brigate Rosse: una condanna complessiva a 30 anni di carcere, poi ridotti a 28, dei quali, proprio per concessione dello stesso stato, tanto nelle mire, anzi nel mirino di tale individuo, solo 24 anni scontati tra 20 in prigione e 4 in semilibertà.

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Riserva Umana

a cura Agostino Agamben

Soggettività sospese tra inclusione e potere nell’economia del management contemporaneo

L’attenzione non si posa su un soggetto emblematico, ma su una categoria marginale eppure significativa, che – nel contesto economico, manageriale e sociale – riflette una condizione di eccezione permanente; si tratta di quegli attori che si muovono nell’area residuale, come gli “indiani di riserva”, i quali partecipano ma restano, per così dire, “di riserva”, non protagonisti realizzati del potere economico, del comando organizzativo, del protagonismo sociale. Questo non significa che manchino di potere o di capacità, bensì che la loro condizione rimane in sospeso: la riserva si configura come spazio di attesa, ma anche come riserva di potenzialità non dispiegate, di soggetti che rimangono in stand by, nel limite stesso della norma economica e manageriale. Come in uno stato d’eccezione permanente, dove il diritto all’azione si gioca nella zona grigia tra inclusione ed esclusione, tra visibilità formale e invisibilità reale.

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“Ci vediamo per un caffè”, un altro capitolo della saga

Lo scrittore giapponese, Toshikazu Kawaguchi, ci riporta ancora una volta nella, ormai, famosa caffetteria di Tokyo. Come nei precedenti tre volumi, “Finché il caffè è caldo”, “Basta un caffè per essere felici” e “Il primo caffè della giornata” il libro si compone di storie di persone che per un motivo o per l’altro vogliono tornare indietro nel tempo.

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TheFork nella ristorazione digitale

a cura Agostino Agamben

La crisi della sovranità imprenditoriale tra algoritmi opachi, asimmetrie fiscali e la nuova economia della prestazione digitale.

L’odierna metamorfosi del mercato in piattaforma sancisce non solo un cambio di paradigma economico, ma una trasformazione antropologica che investe il modo stesso in cui si costituisce la soggettività economica e sociale. In questo passaggio, si tratta di comprendere come il capitale digitale non solo trasferisca il valore, ma soprattutto trasformi la struttura del valore stesso, mutandone le condizioni di produzione e di riconoscimento. TheFork rappresenta così un laboratorio emblematico, dove il conflitto tra piccoli e medi imprenditori e una multinazionale digitale non è solo un confronto di interessi economici, ma una battaglia per il riconoscimento del diritto alla visibilità e all’esistenza economica.

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