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L’altro volto del MSI

L’ALTRO VOLTO DELLA STORIA DEL MSI *

Nei mesi scorsi, è stato ricordato presso i locali della Fondazione di Alleanza Nazionale in Via della Scrofa il 70^ anniversario della fondazione del MSI con una mostra e diversi dibattiti. Inoltre, è stato pubblicato dalle edizioni “Fergen” il libro di Adalberto Baldoni intitolato Destra senza veli: storia e retroscena dalla nascita del Msi ad oggi” che è stato anche proposto come finalista per la sezione di storia contemporanea al Premio “Acqui storia”.

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Vacanze Yoga ad Arcidosso

         VACANZE YOGA A MERIGAR:  Armonia & Rilassamento

Una settimana dal 19 al 25 Agosto 2017 a Merigar

Comune di Arcidosso – Grosseto

 

Nell’incantevole cornice della località Merigar, letteralmente “residenza della montagna di fuoco”, simbolicamente “dimora dell’energia”, situata nel comune di Arcidosso, in provincia di Grosseto, sorge un luogo che sembra sospeso nel tempo, immerso nella natura, circondato da boschi di faggi e castagni. Qui dal 1981, intorno al Maestro tibetano Chögyal Namkhai Norbu, si riuniscono le persone interessate allo studio e alla pratica dello Dzogchen-Atiyoga, uno degli insegnamenti più antichi della tradizione spirituale tibetana, prezioso strumento per l’evoluzione  dell’individuo.

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Enrico Toti… ad recordationem et memoriam

PER LA PROGENIE D’ITALIA

Brutto momento, questo, quando la scuola è un garage di passaggio dalle acquiescenze familiari al nulla assoluto di impiego e lavoro. La scuola che ripete solo la magica parola “struttura” e non struttura altro che poche nozioni di storia troppo recente per poter rendere la verità dei fatti; la scuola non è più tale, è un giardino d’infanzia, dal quale si spera che l’uscita non sia grave.

Nessuno parla più ai ragazzi degli eroi d’Italia, forse non è democratico farlo, meglio intitolare le strade ad Arafat, dire la litania giornaliera infiorata dalla parola fascisti, ed il lavoro d’insegnante è completato.

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Cerimonie alla “Piccola Caprera”

La Storia d’Italia “vista da vicino”

In contrasto alle amnesie democraticamente volute, un’Organizzazione lungimirante evidenzia con scadenza mensile le realtà storiche della Nazione che è bene tener presenti per lealtà conoscitiva e preparazione politica. Si tratta di “Piccola Caprera”, che, prendendo spunto dall’eroe Garibaldi rinnovella le eccellenze dei corpi militari italiani e delle loro imprese, spesso dolorose ma mai prive di una parola che sembra fastidiosa all’abulica società attuale, cioè dovere.

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Il dubbio può venire

E’ vero, il caldo di questa estate è veramente fuori da ogni regola e previsione. Non si ricorda un anno simile, e solo attraverso le cronache storiche si può individuare qualche periodo analogo quanto a temperatura.

Oltre il caldo vi è anche una siccità significativa, determinata da mesi di totale assenza di precipitazioni: insomma è un’estate infelice, da dimenticare.

Ma non si prenda la siccità e l’estrema temperatura come scusa per spiegarsi il numero elevatissimo di incendi che riducono i gioielli paesaggistici d’Italia a deserti nerastri, nessuno è ingenuo, non ci si può stare. Non è possibile che una devastante fiamma possa sorgere da cinque parti diverse, e non è possibile che il fuoco abbia la capacità di ritornare, a giorni di distanza, nei luoghi che già ha distrutto. No, e le indagini degli esperti danno ragione a questo pensiero, visto che è stato trovato che volontari pompieri, in vena di aumentare di una mollica il guadagno di una giornata, accendono volontariamente stoppie, e protettori in guerra fra loro per le postazioni delle loro impiegate si servono del fuoco: gli incendi, tutti, sono dolosi.

Ma non si spiega ancora la diffusione di questi incendi dolosi, che solo nei dintorni della Capitale sono a livello duecento in un paio di giorni, con bestie e persone decedute in modo terribile, con interi raccolti andati in fumo, e non se ne spiega l’ostinazione. Che sarà della frutta, dei cereali, delle coltivazioni, dei greggi, degli allevamenti, fiore all’occhiello di tutta Italia?

Il pensiero corre ai campi di accoglienza di fortuna, alle dimore improvvisate di senzatetto e sbandati sparpagliati qua e là per lo Stivale: non sarà incuria, o altro, di qualcuno di questi, risentiti o rattristati perchè questo Stato non è il bengodi di pastasciutta che è stato propagandato? Oppure è un’intenzione lesiva delle organizzazioni mafiose messa in atto per dimostrare quanto lo Stato “regolare” sia in ginocchio, alla mercè dei loro delinquenti. Più che sbadataggine, questo mare di incendi dolosi ha un preciso scopo ed una regia, forse anche straniera: essi servono a ridurre lo Stato all’estrema povertà, sono troppi, sono eccessivamente mirati. Ed è più che un atto malavitoso, questa è una sorta di guerra contro l’Italia, ed allora ci si augura che si trattino gli autori come nemici subdoli da eliminare, senza maligne misericordie che possano far pensare a debolezza o favoreggiamento. Uccidono l’Italia: la reazione è la difesa, armata, ad oltranza.

Marilù Giannone