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22.7.1968 – 50 anni fa, la scomparsa di Giovannino Guareschi

NON MUOIO, NEANCHE SE MI AMMAZZANO !

GIOVANNINO GUARESCHI  “RICORDATO” DA ALESSANDRO RICCI

A fine maggio, in questa testata, avevo pubblicato un breve intervento, su cui campeggiava la frase qui sopra riportata, con cui volevo ricordare che, nel momento particolare che sta vivendo il nostro Paese, ci manca un caro amico, Giovannino Guareschi.

Ci mancano i suoi racconti di quel “mondo piccolo” che sapeva ben descrivere e ci manca la sua satira così pungente …. fra qualche giorno sarà il 22 luglio, saranno passati 50 anni da quel tragico 22 luglio 1968 che un infarto ce lo portò via a soli sessanta anni.

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I Delinquenti Delicati

Al singolare, era un film con Jerry Lewis

Sbattendo le ciglia incatramate di rimmel, la signora del negozio di animali diceva ad una cliente: “sa, domani metto qualcosa di rosso“. Alla domanda del perché, la stessa rispondeva che lo faceva per via dei bambini immigrati uccisi dalle loro mafie in mezzo al mare.

Nulla di male, anzi, ma le altre domande sulla situazione dell’emigrazione estrema hanno dato delle risposte impossibili e, quel che è peggio, se esse si trovavano compromettenti, si fingeva di non aver sentito, esalando una frase fatta a casaccio, per esempio qualche brano di pistolotto papale, assolutamente non corrispondente alla richiesta, un artato “dovevai-portocipolle”.

Povera signora, non è lei sola così, ma tutto quel mondo di persone che, di bassa evoluzione, ci tengono a sembrare intellettuali. Ma i Sinistri non sono nè colti, nè informati, sono piuttosto indottrinati. I capi lo sanno, e li usano.

Così come adesso usano quei tre cadaverini per smuovere qualche lacrima, e fin qui è normale, ma essi le smuovono per tirare la gente dalla loro parte: usano le morti, per questo, sfruttano tre poveri corpicini e tutti gli altri. Non si ha pietà per essi, i morti fanno comodo come propaganda; a vantaggio di chi? È subito detto, vanno a favore dei complici italiani ed europei di quelle grandi organizzazioni globalizzanti e destabilizzanti, di quelli che inoculano il veleno del potere in modo capillare su tanti capipopolo più o meno alleati. Ma, gli altri morti, quelli che stentano per la fame e non possono curarsi per indigenza, i figli che emigrano a loro volta per un lavoro da schiavi, quelli, li considerano? No, perché è la religione cattolica è materialista e lascia illudere con la “resurrezione della carne”. Si considera il deperimento e la fine delle Nazioni impoverite per “l’accoglienza” alla quale pagano fior di tasse, subiscono stupri (uccisioni di anime), furti, rapine, sedizioni, aggressioni ai tutori dell’ordine? No, perché così vogliono i boss avvinghiati alle loro banche. Vergogna, usare i morti, vergogna! Questa è vergogna, senza coroncine, senza decenza. Non difendono i poveri immigrati, non contrastano i malavitosi nei loro paesi.

Usano i morti come slogan e manifesti. La verità è che migliori di questi sono i delinquenti, quelli diretti, quelli che si palesano. Loro, invece, sono delinquenti ipocriti, con voci melliflue, con ancheggiamenti delicati.

Marilù Giannone

Immigrazione: un fenomeno epocale

Nessun politico italiano od europeo, da quando è iniziato questo secolo, si è impegnato nel cercare di capire il fenomeno dell’immigrazione dal punto di vista antropologico, sociale, economico; lo ha colpevolmente sottovalutato e ridotto a fattore episodico emergenziale, mentre per gli osservatori non asserviti a questo o a quel politico era evidente che si trattava di un evento epocale che sarebbe durato per parecchi decenni come accaduto in passato per le grandi migrazioni della storia.

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Giappone: da Holly e Benji ad uno spogliatoio immacolato

Uno spogliatoio splendente ed un cartello con scritto “Grazie”, in russo, sul tavolo. Questo è quello che lascia un paese sconfitto dalla rimonta del Belgio negli ottavi a Rostov.

La partita era iniziata con  una magnifica coreografia che rappresentava uno dei più famosi cartoni animati sul calcio: Capitan Tsubasa alias Holly e Benji. Holly nel cartone è risiuscì a portare il Giappone alla vittoria ma ieri purtroppo il Paese del Sol Levante non ha avuto la stessa fortuna.

La squadra ed i tifosi hanno però dato un esempio unico del calcio, premurandosi di pulire lo spogliatoio e gli spalti dello stadio, come già accaduto nelle scorse partite (anche i tifosi del Senegal si erano distinti per questa vicenda).

E le foto hanno fatto subito il giro del mondo.

“Lettera aperta” al Ministro dell’Interno Matteo Salvini

e p.c. 

On. GIULIA GRILLO – Ministro della Sanità;  On. GIOVANNI TRIA – Ministro dell’Economia;  On. ALFONSO BONAFEDE –  Guardasigilli;  Sig.ra  VIRGINIA RAGGI- Sindaco di Roma

Signor Ministro, qualche giorno fa, alcune testate televisive nazionali hanno diffuso la notizia, secondo, cui nelle zone con maggior afflusso turistico di Roma sono stati ripresi extracomunitari che nascondevano bottigliette d’acqua ed altre mercanzie nei tombini e negli scarichi delle strade per evitare di essere multati e di subire il sequestro degli oggetti da parte delle Forze dell’Ordine di Roma Capitale.

Passate 48 ore, i soggetti sono ritornati tranquillamente a vendere acqua ai turisti ignari, ed a forte rischio, perché simili tipi di “conservazione” possono contaminare i contenuti, con notevole possibilità di “diffusione malattie”.

Per evitare che questo avvenga, La preghiamo, On. Salvini, che così bene si impegna per l’Ordine Pubblico, di prendere opportuni  provvedimenti, in quanto, con la Legge Bersani (ex ministro che non sapeva neanche pettinare le bambole) tali attività luride di questi extracomunitari (“nostre risorse” secondo Lady Laura Boldrini ed alcune voci ricollegabili ad “OltreTevere” – alias S.C.V.)  sarebbero derubricate a semplici illeciti anziché reati, che, causa le probabili conseguenze – anche sanitarie ed epidemiche, come dovrebbero più giustamente essere classificati. 

Inoltre, date le cifre ingenti che questi “ospiti” non desiderati incassano ogni giorno, e che, a quanto ci viene riferito, un certo nigeriano operativo nei pressi di Piazza S.Apostoli, con il nome d’arte di Karagol o Karagoul riceve per “gestire” tali losche attività, (sembrerebbe che lo stesso gestisca anche la delinquenza nigeriana a Roma ed Ostia compresa) il danno al commercio nostrano e  all’erario è notevolissimo. Ci si chiede quanto ancora questa feccia possa operare indisturbata, come ad esempio a Piazza Venezia, dove un altro africano detto “er Panama” – dato il cappello indossato, ha a disposizione oltre ad identità fittizie, quando viene  fermato dagli agenti, per lo meno tre avvocati appartenenti probabilmente a correnti “ecumenicamente buoniste”. Girano milioni e milioni tutti bellamente sommersi a danno dei lavoratori appartenenti alla gente d’Italia.

Grazie del Suo interessamento

La REDAZIONE di CONSUL PRESS