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Bella Italia

Un articolo lieto nel tono e felice per l’argomento ha occupato una pagina buona del “Giorno” dell’8 giugno scorso, a firma di Giovanni Bogani. Il soggetto dello scritto è un documentario che mette in rilievo, con una sapiente fotografia, le bellezze delle città e della natura dello Stivale. Bogani non manca di citare piazze e ville, monumenti e coste, dialoga abilmente con l’autore, giornalista, critico, sceneggiatore Italo Moscati, annota orgoglioso le varie dominazioni che ha sopportato lo Stato italiano prima di trovare un’identità.

Veramente, da questo succoso réportage, sorge il pensiero delle lotte, delle sofferenze, ma soprattutto della fede creatrice del popolo italiano, che tutto ha subito e tutto ha sormontato. Le bellezze sono spesso sopravvissute a disastri bellici fra stato e stato, fra famiglie e famiglie, fra re, soprattutto francesi, e papi non sempre italiani. Il concetto di Italia si è fatto strada a fatica nel mosaico di stati e staterelli, e se ne comprende la ragione: la grande civiltà romana che per tremila secoli, a partire cioè dal pensiero etrusco che voleva una terra unita ma composta da dodici stati (il numero era sacro), ha unificato in una sola cultura, perchè l’azione bellica era iniziale, o eventuale (come è avvenuto per tante città latine) popoli e genti diverse, abbracciandoli nella sicurezza e nel benessere che forniva loro, nell’ingegneria, nell’architettura, nella letteratura e storia, nella genialità dell’idraulica e soprattutto nelle leggi. La legge , contestata o no, era il vangelo dei Padri d’Italia, insieme all’amore per la città madre, Roma.

L’articolo del “Giorno” accende di ammirazione e di orgoglio chi si sente figlio di questa Patria e nel contempo lo avvelena, perchè nel pensare ad esso, camminando, egli si scontra in ogni città con finti spazzini immigrati, con un numero infinito di rivenditori di calzini, appiccicosi e fastidiosi mendicanti, e poi con sporcizie, con graffiti stupidi, incurie, rovine (una di queste, passata sotto silenzio, è un muro di Porta Portese), pseudo culture imposte. E’ come se una maligna civiltà subentrata a quella italiana le volesse negare lo splendore invidiato, come se qualche recesso biblico, mediante la religione ufficiale, volesse imporre all’Italia il volto distorto e lugubre dell’elemosina come superbia per il cittadino ricco , ed untuoso rancore per chi la chiede: ormai mendicare è il lavoro per eccellenza e da secoli per questo infelice Paese, fondato invece sul pensiero ed azione attivi. Si è italiani o confessionali di radice giudaica?

Basta con le elemosine, via chi le ammette ipocritamente: italiani, tirate su la schiena, e non aspettate altro per risolvere i problemi, come quello dell’immigrazione, che la stessa meravigliosa, abile volontà che ha fatto grande l’Italia. Il francesino arriccia il naso? Qualcun altro fibrilla, incerto, non si sa se per paura di altri o disistima per voi? Ebbene, si tirino su le maniche , si faccia secondo le leggi della Nazione, si mostri agli altri che siamo un pilastro fondante ed indispensabile dell’Unione. Si pensi a quante volte mercenari stranieri, per interessi stranieri, hanno bruciato campagne e devastato città italiane. Lasciare gli inginocchiatoi, il collo torto, la vocetta sommessa, gridare chi siamo, a muscoli tesi, rivelare l’energia che ci pervade e l’amore per lo Stato più bello e civile del mondo. Riprendiamocelo, è nostro sacrosanto diritto.

Marilù Giannone 

Civis Romanus Sum ….

anche la “Civiltà” di Roma contro l’attuale Ius Soli

Cittadinanza, un’altra riforma sbagliata

Dopo due anni di letargo, in un Parlamento che a tutto pensa fuorché  al benessere del popolo, come un coniglio tirato fuori dal cilindro dell’imbonitore del partito democratico con il sostegno del Presidente del Senato, è riapparso il disegno di legge sulla cittadinanza da estendere agli stranieri che nascano in Italia, già approvato dalla Camera, in assenza di un pubblico dibattito, il 13 ottobre 2015, quando l’opinione pubblica era impegnata a contrastare lo stravolgimento della carta costituzionale.

Allora i Deputati (alla Camera, è bene ricordarlo, il PD ha la maggioranza assoluta grazie alla legge elettorale dichiarata incostituzionale, e quindi è l’unico responsabile di ogni legge) si limitarono a fare il raffronto con altri paesi democratici, ma non avviarono nessun esame approfondito sulle conseguenze che ne sarebbero scaturite.

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Al Sacrario di Monte Zurrone

Opera Nazionale per i Caduti Senza Croce

57° Giornata del Ricordo dedicata agli oltre 145.000 Caduti nel II° Conflitto Mondiale, ai quali non fu possibile dare una degna sepoltura, una lapide o una Croce. 

A Monte Zurrone, presso Roccaraso, il 25 giugno c.a. si terrà la Cerimonia in onore di tutti i Caduti senza Croce, Combattenti, Martiri delle Foibe e dei Campi di Concentramento. Mons. Giacomo Feminò – Cappellano Opera Caduti – celebrerà una Messa in ricordo di tanti Martiri, le spoglie dei quali giacciono in luoghi ignoti, ma che il grembo generoso di Madre Natura ha riaccolto, per lasciare la memoria del loro eroismo.

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