Il Primato Nazionale risponde “all’uomo incinto” dell’Espresso
Un uomo con il pancione, un “uomo incinto” sulla copertina dell’Espresso di metà maggio a pochi giorni dalla giornata internazionale contro l’omofobia. La copertina ha fatto molto discutere, più che un uomo incinto si trattava di una donna transessuale che, nonostante la transizione, si è comunque ritrovata in stato interessante. Sul pancione della donna barbuta campeggiava lo slogan la diversità è ricchezza. Orgoglio della diversità e libertà di scelta durante il cammino travagliato della legge Zan, il caso della rivista diventa una scintilla sui social.
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Su twitter Matteo Salvini ha commentato così la copertina de L’Espresso “Un uomo incinto. Basta con mamma e papà. Futuro e progresso? No. Egoismo e follia”.
“Rispettare, non discriminare. Operare secondo uguaglianza significa anche non mortificare le differenze e le specificità. E questa copertina non è rispettosa della specificità femminile. Orgogliosa di essere donna e di poter scegliere se avere in grembo (o meno) un bimbo/a”.
Afferma sempre su twitter la deputata Laura Ravetto, responsabile dipartimento Pari Opportunità della Lega. Fa seguito agli esponenti leghisti anche Augusta Montaruli, deputata di Fratelli d’Italia.”Il principio per il quale essere omofobi significa essere contrari ad una gravidanza transgender rafforza la convinzione che il ddl Zan non possa essere approvato. L’immagine della copertina de L’Espresso in occasione del 17 maggio, giornata contro le omofobie, deve condurre a questa riflessione. L’Espresso, così come chiunque, deve essere libero di poter sostenere che quella situazione rappresentata nella copertina è una diversità che crea ricchezza.
Allo stesso tempo chi pensa come noi che sia non una libertà ma un atto di egoismo in violazione dei diritti dei bambini ed una condizione che non deve trovare una sua tutela nella legge deve essere libero di sostenere le proprie tesi senza essere tacciato di omofobia e quindi perseguito penalmente. Questo si chiama pluralismo e va difeso dicendo ancora una volta un secco no allo Zan”.
Di fronte al culto dell’ideologia gender officiato dall’Espresso, anche il Primato Nazionale ha deciso di rispondere a tono usando lo stesso stile grafico e lo stesso motto, ma mettendo in copertina una donna incinta ribaltando il senso del messaggio.
A spiegare i motivi di questa scelta provocatoria è Adriano Scianca, direttore del mensile sovranista: «L’impatto simbolico di quella copertina dell’Espresso, rispetto all’immaginario e alla sensibilità femminile, appare devastante. Se tutto è donna, niente è donna. La donna non esiste, è un’illusione, un miraggio». E, in quel contesto, la scritta «La diversità è ricchezza» non può che risultare grottesca, «uno schiaffo alla logica e una presa in giro, dato che il messaggio lanciato era esattamente l’opposto: nessuna diversità e nessuna ricchezza, ma solo una pappa fluida e indifferenziata in cui tutti possono essere tutto». «La vera diversità e la vera ricchezza – conclude Scianca – è semmai quella di uomini e donne che tornino a guardarsi negli occhi, che si rispecchiano gli uni nei corpi splendidamente diversi delle altre».
Il direttore de L’Espresso Marco Damilano difende la sua scelta legata proprio alla giornata del 17 maggio, che va oltre il disegno di legge Zan. “Una parte della destra italiana non riesce a liberarsi dei suoi fantasmi e non perde occasione per trasformare tutto in un incubo propagandistico. Questa destra è un’anomalia nel panorama europeo, è stata provocatoria? Certo, una copertina è uno strumento di dibattito su un tema che riguarda la vita di tante persone e non può stupire cheL’Espresso, che si occupa da 65 anni di battaglie civili, possa fare una scelta del genere”.
In un libro i primi quarant’anni di Giorgia Meloni
IL LIBRO DELLA MELONI ….”IO SONO GIORGIA”
in una recensione di FRANCO D’EMILIO
Quarantuno anni non bastano per meritarsi una biografia o, addirittura, scriversi un’autobiografia, in quest’ultimo caso davvero col rischio di peccare di presunzione e suscitare l’ostilità del lettore: ancora tante e impegnative possono essere le prove della vita personale nel lavoro e negli affetti, nelle gioie e nelle avversità.
Il Mulino Bianco esiste per davvero ma finisce all’asta
Esiste veramente e si trova in Toscana, vicino all’abbazia di San Galgano (quella della spada nella roccia) il celebre mulino, rappresentazione della colazione e della famiglia perfetta.
Divenne famoso nel 1989 quando comparve per la prima volta in uno spot di biscotti della Barilla, poco tempo dopo ne divenne il simbolo ispirandone addirittura il logo. Ospitò tutti gli spot della Barilla degli anni ’90 facendo da sfondo alle scenografie di Armando Testa, con la regia di Giuseppe Tornatore e la musica di Ennio Morricone.
Il casale divenne ben presto meta di turisti e curiosi tanto che il Comune di Chiusdino mise una segnaletica apposita e Barilla, per sancire il legame con quel luogo, sponsorizzò la locale squadra di calcio in Seconda e Terza Categoria, la “Cinghiala”. I proprietari poi realizzarono un resort con agriturismo e piscina ed una parte espositiva dedicata agli antichi strumenti con cui si produceva energia grazie al funzionamento stesso del mulino.
È notizia di qualche giorno che il mulino sarà messo all’asta, venduto dall’Istituto Vendite Giudiziarie di Siena, con un prezzo iniziale di 1 milione e 100mila euro sceso però ad un’offerta minima di 831mila euro.
L’ultimo saluto al Principe Amedeo di Savoia
Firenze – Basilica Minore di San Miniato al Monte
Nelle scorse ore si sono tenute a Firenze nella Basilica Minore di San Miniato le esequie del Principe Amedeo di Savoia, già V Duca d’Aosta. A celebrare il rito funebre erano i padri Olivetani.