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Ilaria Bifarini e Diego Fusaro a confronto
sui temi de “IL GRANDE RESET”

Conversazione tra Ilaria Bifarini
e  Diego Fusaro sul Grande Reset

una video-conversazione  esaminata e commentata da Francesco Leccese

Nel nuovo libro di Ilaria Bifarini – (clik su>)Il Grande Resetl’autrice propone una sua analisi proiettata al futuro post-pandemico: cosa rimarrà della vecchia società, una volta che avremo finalmente debellato il Coronavirus? Ben poco, sostiene l’autrice. Secondo Ilaria Bifarini, «bocconiana redenta», la pandemia avrebbe accelerato il ritmo di un processo che era già in atto da tempo, introdotto con le politiche neoliberiste e finalmente possibile da realizzare in un clima di incertezza e di precarietà.
In una conversazione telematica, Ilaria Bifarini ha presentato i temi affrontati nel Grande Reset insieme al filosofo Diego Fusaro, cofondatore del movimento politico Vox Italia (1*), che si propone di unire «valori di destra e idee di sinistra». Fusaro e Bifarini condividono una severa critica alle politiche neoliberiste e alla gestione della pandemia da Covid-19.

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I LIBRI, in un contesto tra spazio e tempo,
tra i saperi e i sapori culturali

I LIBRINON SOLO TRA SPAZIO E TEMPO,
MA  ANCHE  TRA I SAPERI E I SAPORI CULTURALI 

….SE CI PIACCIONO I LIBRI, DOBBIAMO FREQUENTARE LE LIBRERIE  ______________________________________________________________________________________________________

“Puoi leggere, leggere, leggere, che è la cosa più bella che si possa fare in gioventù: e piano piano ti sentirai arricchire dentro, sentirai formarsi dentro di te quell’esperienza speciale che è la cultura” ___________Pier Paolo Pasolini

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La Consul Press, come già più volte proposto, desidera nuovamente segnalare ai propri lettori di preferire un diverso modus operandi, privilegiando per i loro acquisti il circuito delle “Librerie”, a fianco delle quali questa Agenzia Giornalistica è da sempre schierata.
Ciò in quanto la “Libreria”, piccola, media o grande, non è solo uno spazio fisico ove visionare o sfogliare un libro, ma dovrebbe rappresentare anche un centro e luogo ideale di aggregazione sociale e culturale, quasi un cenacolo rinascimentale, un laboratorio di emozioni e di idee.

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Tumore all’esofago non operabile:
al Miulli il primo caso in Italia trattato con elettrochemioterapia endoscopica

È stato eseguito al Miulli il primo caso in Italia di Elettrochemioterapia Endoscopica di un tumore dell’esofago in stadio avanzato, quindi non operabile per lo stadio di diffusione della malattia, su un paziente di 64 anni.

L’Elettrochemioterapia Endoscopica (EECHT) è una procedura innovativa, già testata in alcuni centri del Nord Europa (Danimarca ed Irlanda), che combina l’elettroporazione reversibile con la chemioterapia endovenosa, utilizzando uno specifico device che eroga impulsi elettrici e che, introdotto per via endoscopica, viene posto direttamente a contatto con il tumore.

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I “Borghi Beneventani”…… un Tesoro dei nostri Territori

ITALIA, UNA TERRA DI PAESAGGI MERAVIGLIOSI 
…E LA MAGIA DEI BORGHI BENEVENTANI

Borghi beneventani in onda sabato sera alle 21:05 sui canali del digitale terrestre 81 e 279.
Da una idea di Marina Simeone, “borghi beneventani” sarà una rassegna dedita a scoprire e valorizzare il genius loci della nostra memoria storica, fatta di sapore, di bellezza paesaggistica, di storia, di imprenditoria di successo, di eccellenza umana.

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Violenza su bambine nei conflitti armati: il ruolo della giustizia penale internazionale

Si è svolto mercoledì 17 marzo in modalità virtuale, sulla piattaforma delle Nazioni Unite https://webtv.un.org/ l’evento intitolato “Violenza su bambine nei conflitti armati. Il ruolo del sistema della giustizia penale internazionale”.

Il Webinar è stato organizzato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano insieme a Niger, Belgio El Salvador, Norvegia, Unione Europea, Ufficio del Rappresentante Speciale delle Nazioni Unite per i Bambini nei conflitti armati, Save the Children e il Global Coalition to Protect Education from Attack e Universities Network for Children in Armed Conflict.

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Unità d’Italia, oggi la campagna “Le radici della memoria”

La cura dei parchi e dei viali della Rimembranza il “verbo” tra l’identità e l’ambiente da tutelare

Raffaele Panico

Siamo a quasi cent’anni quando nel 1922 il Regno d’Italia dava indicazioni ai Comuni di piantare un albero per ogni caduto della Grande Guerra o la Quarta guerra d’Indipendenza, 24 maggio 1915, 4 novembre 1918. Nuovi parchi e viali vennero realizzati in tutta Italia, terminata la formazione dell’Unità con l’ingresso nella Madrepatria delle Terre irredente, Venezia Tridentina, Venezia Giulia, Dalmazia e dal 1925 Fiume del golfo del Carnaro. Al centro del paese o appena fuori del centro abitato, intorno al monumento ai caduti, nelle vicinanze della chiesa, nei pressi o all’interno di un cimitero e su ogni pianta venne apposta una targa con il nome del caduto con la targhetta metallica, con il grado, le generalità e la causa di morte. Le premesse erano apparse con la Piccola Guerra 1911-12 durata pochi mesi, contro l’impero ottomano, quando all’eroe Giovanni Pastorelli colonnello del regio esercito italiano, nato a Nizza nel 1859 poco prima del passaggio alla Francia con gli Accordi di Plombières 1858, era caduto a Tripoli il 6 dicembre 1911.

   Nel 1914 gli venne dedicato un monumento nel centro cittadino davanti al comune di Briga Marittima, poi venne spostato alla periferia del paese nel secondo dopoguerra. Lo vogliamo ricordare, perché Briga Marittima era in provincia di Cuneo, dopo il 10 febbraio 1947 strappata con l’imposizione del Trattato di Parigi. Agli alunni delle scuole del Regno d’Italia era affidato il compito della piantumazione e della cura dei giovani alberi.

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