Skip to main content

Fede e Potere nel Secolo delle Rivoluzioni

a cura di Fulvio Muliere
Un’analisi approfondita delle interazioni tra la fede cristiana e le dinamiche politiche globali, esplorando come il Cristianesimo abbia agito da forza motrice o da resistenza nelle trasformazioni politiche, ideologiche ed economiche del ventesimo secolo. Questo studio esamina anche come il Cristianesimo ha risposto alle sfide poste dalla modernità, dalle guerre mondiali e dalla Guerra Fredda, mettendo in luce il ruolo cruciale delle Chiese nel modellare le società post-coloniali. Un’attenzione particolare viene data a come i messaggi religiosi siano stati mediati, trasmessi e reinterpretati attraverso i media di massa, i discorsi pubblici e le pratiche comunicative delle istituzioni religiose. L’articolo esplorerà come il Cristianesimo abbia cercato di rispondere alle sfide contemporanee della globalizzazione, della secolarizzazione, della pluralità culturale e religiosa, analizzando anche la crescente influenza delle nuove tecnologie della comunicazione nel plasmare il dialogo tra fede e politica. Sarà indagato come la religione cristiana, pur affrontando il declino del suo ruolo tradizionale, abbia trovato nuove modalità di espressione e di interazione sociale e politica, soprattutto nelle nazioni emergenti, nei movimenti di liberazione e nella risposta alle disuguaglianze globali.

Continua a leggere

Italia Protagonista della Salute 2030

A cura di Ottavia Scorpati

Dalla marginalità clinica a paradigma di innovazione sistemica: il campo delle malattie rare si impone oggi come uno dei motori più potenti di trasformazione globale, capace di ridefinire le coordinate della sanità, della giustizia sociale, dello sviluppo economico e della cooperazione internazionale. Con oltre 7.000 patologie note e circa 30 milioni di persone colpite solo in Europa (dati Orphanet), queste condizioni non sono più un capitolo minore della medicina, ma il punto di partenza per costruire un nuovo modello di società. Le malattie rare si configurano come una lente interpretativa avanzata attraverso cui comprendere la complessità del nostro tempo, un laboratorio di frontiera dove si sperimentano soluzioni che anticipano il futuro della salute pubblica.

Continua a leggere

Ruolo della Famiglia nel  Dsa

Disturbi Specifici dell’Apprendimento 11

Il ruolo della famiglia nell’intervento e nel sostegno dei bambini con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) è di importanza fondamentale e insostituibile. La famiglia rappresenta infatti il primo contesto in cui il bambino si sviluppa, cresce e si confronta con le proprie difficoltà e potenzialità, e in questo ambito si colloca un’importante responsabilità educativa, affettiva e organizzativa. I genitori, oltre a essere i primi e più attenti osservatori dei segnali di difficoltà che possono emergere nel bambino, hanno la capacità e il compito di diventare protagonisti attivi nel percorso di supporto e di intervento, fungendo da alleati e sostenitori continui. Non si tratta soltanto di assistere passivamente o di monitorare, ma di intervenire in modo consapevole e strutturato per fornire un ambiente domestico che stimoli, favorisca e renda possibile un apprendimento efficace e sereno, riducendo al minimo lo stress e la frustrazione.

Il coinvolgimento della famiglia si rivela, quindi, un fattore decisivo per il successo del percorso terapeutico ed educativo, poiché consente di integrare e rafforzare le strategie apprese e applicate a scuola, garantendo una continuità educativa e una coerenza di intervento che si estende al di fuori del contesto scolastico. La sinergia tra famiglia, scuola e professionisti rappresenta il cuore di un progetto globale di sostegno che pone il bambino al centro, valorizzandone le competenze, lavorando sulle difficoltà e promuovendo il suo benessere emotivo e cognitivo.

Uno degli aspetti imprescindibili per i genitori è il raggiungimento di una piena consapevolezza circa il disturbo specifico diagnosticato. Comprendere le caratteristiche del DSA, che può manifestarsi in varie forme come dislessia, disgrafia, disortografia o discalculia, è il primo passo per poter adottare strategie di supporto adeguate e personalizzate. Spesso la diagnosi rappresenta un momento delicato e carico di emozioni per la famiglia: dalla sorpresa iniziale alla difficoltà di accettazione, fino alla paura e all’ansia di non saper gestire la situazione. In questo senso, un’informazione chiara, precisa e rassicurante aiuta a dissolvere i timori, a ridurre l’ansia e a costruire un atteggiamento proattivo e positivo.

Per fare questo, i genitori devono non solo conoscere la natura del disturbo e le sue implicazioni, ma anche essere informati riguardo agli strumenti compensativi e alle strategie didattiche che possono essere utilizzate a casa per facilitare l’apprendimento del bambino. Per esempio, se il problema riguarda la lettura, la famiglia può utilizzare risorse quali programmi di lettura ad alta voce, audiolibri o software di sintesi vocale, che alleggeriscono la fatica e permettono al bambino di accedere ai contenuti con maggiore autonomia. Se invece la difficoltà si manifesta nella scrittura, strumenti come registratori vocali, dettatura digitale, mappe concettuali o schemi visivi possono facilitare l’organizzazione delle idee e la produzione scritta. Acquisire questa conoscenza tecnica e pratica permette ai genitori di sentirsi più competenti e meno sopraffatti, trasformandoli in attori efficaci del processo educativo.

La creazione di un ambiente domestico che favorisca l’apprendimento è un ulteriore elemento cruciale. I bambini con DSA, infatti, sono particolarmente sensibili alle situazioni di stress e frustrazione, che possono peggiorare le loro prestazioni e il loro benessere emotivo. È quindi essenziale che l’ambiente di studio sia organizzato in modo funzionale, tranquillo e privo di distrazioni: uno spazio dedicato, silenzioso, ben illuminato e ordinato permette al bambino di concentrare le proprie energie e attenzioni sui compiti scolastici. La qualità dell’ambiente fisico, unita a un’atmosfera familiare di pazienza e comprensione, costituisce la base per un apprendimento positivo.

L’approccio all’attività scolastica in casa deve essere improntato alla calma, alla tolleranza e alla motivazione, evitando di esercitare pressioni che possano generare ansia o senso di inadeguatezza. È preferibile adottare una routine di studio composta da sessioni brevi e frequenti, intervallate da pause per evitare il sovraccarico cognitivo e mantenere la concentrazione. Questo metodo favorisce la gradualità e la stabilità, aspetti fondamentali per un bambino che spesso vive la fatica come un ostacolo insormontabile. Un atteggiamento empatico da parte dei genitori, che sappia riconoscere gli sforzi e valorizzare i progressi, anche quelli più piccoli, aiuta a costruire la fiducia nelle proprie capacità e a mantenere alta la motivazione.

Non meno importante è la collaborazione tra la famiglia, la scuola e i professionisti specializzati (psicologi, logopedisti, neuropsichiatri infantili), che deve essere costante, aperta e basata sul dialogo. La comunicazione regolare permette di condividere informazioni fondamentali riguardo ai progressi, alle difficoltà e all’efficacia delle strategie adottate, garantendo così una coerenza di intervento. La famiglia deve essere coinvolta attivamente nelle riunioni scolastiche, contribuendo con le proprie osservazioni e apprendendo quali sono i metodi e gli strumenti utilizzati nella didattica. Solo così il Piano Educativo Personalizzato (PDP) potrà avere una reale efficacia e tradursi in un progetto di crescita integrato e funzionale, che trascende i confini della scuola per estendersi alla quotidianità domestica.

Questa sinergia non deve limitarsi a un passaggio di informazioni, ma deve tradursi in un vero e proprio lavoro di rete, in cui ciascuno porta la propria esperienza e competenza, confrontandosi con gli altri per migliorare costantemente l’intervento. I genitori, grazie al loro rapporto diretto e quotidiano con il bambino, possono sperimentare sul campo l’applicazione delle strategie e fornire feedback preziosi, suggerendo aggiustamenti e nuove soluzioni. Allo stesso tempo, i professionisti possono supportare la famiglia con indicazioni pratiche, materiali, esercizi specifici e consigli personalizzati.

Il supporto emotivo all’interno della famiglia riveste una dimensione altrettanto centrale e delicata. I bambini con DSA sono spesso esposti a un rischio elevato di bassa autostima, ansia da prestazione, sentimenti di inadeguatezza e frustrazione, dovuti alle difficoltà scolastiche e al confronto con i coetanei. È quindi fondamentale che i genitori siano in grado di offrire un ascolto attento, empatico e non giudicante, capace di riconoscere i momenti di difficoltà e di fornire rassicurazione e conforto. Favorire un clima emotivo positivo contribuisce a costruire un rapporto sereno con l’apprendimento, riducendo la possibilità che il bambino associ compiti e studio a esperienze negative.

Promuovere l’autoefficacia è un aspetto strategico per favorire la motivazione e la resilienza. Questo avviene attraverso il rinforzo positivo, la valorizzazione dei piccoli successi e l’incoraggiamento costante, che aiutano il bambino a riconoscere i propri punti di forza e a non focalizzarsi solo sugli insuccessi. Celebrare ogni traguardo raggiunto, anche minimo, contribuisce a costruire una fiducia duratura nelle proprie capacità e stimola la volontà di impegnarsi.

Non si può trascurare il fatto che anche i genitori stessi possano aver bisogno di un sostegno psicologico. La gestione di un bambino con DSA comporta spesso stress, dubbi e preoccupazioni che possono pesare sulla serenità familiare. La consulenza psicologica dedicata alle famiglie offre uno spazio di elaborazione e di aiuto concreto, per comprendere meglio le dinamiche emotive, gestire lo stress e migliorare le strategie di comunicazione e supporto. Anche i gruppi di auto-mutuo aiuto rappresentano un’occasione importante per condividere esperienze, consigli e conforto con altre famiglie che affrontano situazioni simili, costruendo così una rete di sostegno e solidarietà.

Un elemento di grande rilievo nel percorso di supporto familiare è la promozione dell’autonomia del bambino. I genitori devono evitare atteggiamenti iperprotettivi, che pur nati da buone intenzioni, possono limitare lo sviluppo di competenze fondamentali per la vita quotidiana e scolastica. Invece di sostituirsi al bambino, è importante incoraggiarlo a prendere iniziative, a risolvere problemi in modo indipendente e a gestire le proprie difficoltà con gradualità e consapevolezza. Questo processo aiuta a costruire una solida autostima e a preparare il bambino a affrontare le sfide future con maggiore sicurezza.

La famiglia gioca un ruolo cruciale anche nello sviluppo delle abilità sociali. I bambini con DSA possono sperimentare difficoltà nelle relazioni con i coetanei, dovute al senso di emarginazione o alla percezione di essere diversi. Per questo motivo, la famiglia deve favorire occasioni di socializzazione, promuovendo attività di gruppo, giochi, laboratori e momenti di condivisione in cui il bambino possa sperimentare relazioni positive e costruire un senso di appartenenza. Queste esperienze non solo arricchiscono il bagaglio sociale del bambino, ma contribuiscono a migliorare il suo benessere emotivo e la sua integrazione nel contesto più ampio.

Nel complesso, il ruolo della famiglia si configura come un pilastro essenziale nella rete di intervento per i bambini con DSA. Attraverso un’educazione informata e pratica, un ambiente domestico strutturato e sereno, una collaborazione attiva con la scuola e i professionisti, un sostegno emotivo costante e la promozione dell’autonomia e delle competenze sociali, la famiglia diventa il luogo dove si costruisce non solo il successo scolastico, ma anche il benessere globale e la crescita personale del bambino. Quando tutte queste componenti si integrano armoniosamente, si crea un contesto educativo inclusivo, efficace e umano, che sostiene il bambino non come semplice studente con difficoltà, ma come persona con potenzialità e risorse uniche, pronta a esprimersi con fiducia e autonomia nel proprio percorso di vita.

 

 

 

©Veronica Socionovo