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RACCONTO V.S. ROMANZO – A RUMBLE IN THE JUNGLE

Apriamo oggi la rubrica “Aggressioni e scorrettezze tra diversi generi letterari”, rubrica molto attesa da voi cari lettori, che proprio non vedevate l’ora di leggere un pezzo sullo scontro all’ultimo sangue tra due dei maggiori mezzi letterari messi a disposizione degli scrittori negli ultimi secoli: il racconto v.s il romanzo. E’ una baruffa tutta moderna, figlia del mercato editoriale. Ma è uno scontro epico, che è andato in scena su questa terra al suo apice tra ‘800 e ‘900, quando l’editoria era ormai capace di gestire l’opera letteraria come fenomeno di massa, attraverso la nascente pubblicità, le iniziative ardite al limite della legalità di alcuni personaggi aurorali dell’editoria moderna che a quei tempi si costruiva.

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Basta resilienza! W la resistenza!

TRA ETIMOLOGIA E LESSICO  ….
UN’ANALISI CRITICA SU EMPATIA E RESILIENZA 

_____________a cura di FRANCO D’EMILIO

Se definito empatico o resiliente, la cosa mi induce subito alla scaramanzia di “toccar ferro” oppure, per maggiore e diretto coinvolgimento personale, darmi una palpatina agli zebedei, non si sa mail!
Conosco il significato dei due termini, ma non li sopporto proprio: empatico mi richiama una malattia epatica; resiliente, considerata la sua origine dal verbo latino re + salire (saltare), mi fa sentire un povero Cristo che, pur opponendosi e resistendo, semplicemente salta senza sosta, rimbalza, sballottato dalle avversità della vita.

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La preghiera per un fascista non è reato

ARCHIVIATA LA DENUNCIA DELLA CONSULTA ANTIFASCISTA RAVENNATE
contro l’Associazione Arditi d’Italia per una preghiera in memoria dell’Eroe Ettore Muti

____________una duplice riflessione di FRANCO D’EMILIO

Sicuramente la notizia pesa e induce a riflettere: il peso sta nel colpo di spugna che ha archiviato l’accusa; la riflessione, invece, s’impone su quanto sia stato, ancora oggi, opportuno, intelligente accanirsi con faziosità ideologica e tanto sordido rancore contro la dignità, il rispetto della morte.

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Il bluff del mattatore anarchico
………in scena Alfredo Cospito

ARTE  COME  ANARCHIA  ….&  VICEVERSA,
la “Realtà Virtuale” ai tempi del Metaverso 

Nel gergo teatrale il mattatore è l’attore capace con la sua abilità interpretativa, affabulatoria di attirare, tenere su di sé l’attenzione degli spettatori: impareggiabile, in tal senso, il nostro superbo Vittorio Gassman, interprete, regista, autore davvero versatile, dal cinema al teatro, dal varietà alla televisione.
Non è facile diventare mattatore, non basta conquistare la scena, bisogna soprattutto saperla tenere, avvincendo il pubblico sino al punto di sottometterlo, addirittura, in senso figurato, ammazzarlo, anzi “matarlo”, per dirla in spagnolo, come appunto impone l’etimologia della parola “mattatore” dalla lingua ispanica.

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