Lo shutdown negli Stati Uniti come manifestazione della crisi strutturale della sovranità democratica, tra frammentazione politica, rinvio perpetuo della decisione e l’incapacità del potere di esercitarsi pienamente nell’era attuale.
Tre piani narrativi che si incastrano per formare un rompicapo concettuale, morale e storico; al centro lo sguardo ambizioso e ambiguo del fisico Robert Oppenheimer, il padre della bomba atomica. Questo è Oppenheimer, l’ultimo film del regista visionario Christopher Nolan, amante della quiete apparente, dell’azione, dell’indagine, cultore del tempo, che sia fasullo, relativo o sospeso. E di personalità controverse, come quella di Oppenheimer, non esattamente l’inventore della penicillina. Sfida ardua che il botteghino sta premiando; cosa non consueta per un biopic.
Un evento storico che rilancia il ruolo del Terzo Settore e delle istituzioni per costruire una società più equa, valorizzando i talenti e i diritti delle persone con disabilità attraverso politiche inclusive e un impegno collettivo.
Come la trasformazione digitale sta rivoluzionando l’informazione sanitaria, promuovendo un approccio partecipativo e garantendo l’accesso equo alla salute in Europa e in Italia.